Livio Bonfatti – La torre della Maddalena

Livio Bonfatti, mirandolese di nascita (1947), ha conseguito il diploma di geometra nel 1968. Ha svolto l’attività lavorativa presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Mirandola. Dal 1985 al 1988 ha collaborato alle iniziative editoriali della casa editrice “Al Barnardon” mediante articoli e con impegni redazionali. Dal 1988 è socio della Associazione culturale Gruppo Studi Bassa Modenese e partecipa attivamente alla elaborazione di progetti editoriali. Contemporaneamente pubblica numerosi articoli sulla Rivista semestrale dell’ Associazione. Gli argomenti trattati spaziano dalla idrografia antica, alla geomorfologia storica, ovvero mettendo a fuoco quella che definiamo la “storia del paesaggio”, accompagnata da una puntuale ricerca archivistica. Il territorio preso in esame è quella parte di Pianura Padana che si distende dalla via Emilia sino al Po.
La torre della Maddalena
Nel corso del 2020, a Mirandola, in seguito alle opere di scavo per la posa della rete del teleriscaldamento, nei pressi del passaggio pedonale fra la piazza Costituente e il viale Cinque Martiri (lato ovest), sono venute in luce strutture murarie relative al castello dei Pico, risalenti al periodo tardo medievale o rinascimentale. La situazione venne puntualmente descritta dall’allora Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Mirandola, Letizia Budri, nella nota pubblicata da Al Barnardon in data 6 giugno 2020 e che qui riporto:
“Ci troviamo infatti sul fronte settentrionale di Piazza Costituente, all’estremità nord-orientale di quella che per secoli è stata una porzione di città fortificata all’interno della città stessa, castrum prima e cittadella del castello poi, in un punto che si potrebbe definire di “snodo” tra due sistemi difensivi: quello del castello Pico e quello della città, che a partire dalla seconda metà del ‘500 si articolò in una cinta muraria poligonale, vera e propria stella a otto punte, che conferì a Mirandola l’immagine di fortezza. I lavori di scavo per la posa delle tubazioni del teleriscaldamento erano stati sospesi dalla Soprintendenza il 27 maggio scorso, in seguito ad un incontro sul posto e a una comunicazione fatta dal Comune e AIMAG nella stessa giornata. L’intervento è stato quindi sottoposto ad assistenza archeologica e le analisi condotte in corso d’opera hanno portato a una relazione ulteriormente trasmessa all’Autorità preposta alla tutela del bene (S. A. B. A. P.) che, notificate le necessarie prescrizioni, ha consentito la prosecuzione dei lavori. Le strutture emerse e questo lo voglio sottolineare, saranno protette da uno strato geotessile e ulteriormente separate dal successivo riempimento da un ulteriore strato di sabbia, che in futuro potrà consentire il rinvenimento.”
Poiché la comunicazione non era accompagnata da opportune immagini fotografiche, ritengo che i lettori de Al Barnardon, abbiano avuto “qualche difficoltà” a comprendere, visivamente, l’entità dei reperti archeologici rinvenuti e l’importanza della loro collocazione. Con queste poche righe e due foto, vorrei ovviare a quella mancanza.
Foto n.1: L’immagine fotografica rende conto dello scavo eseguito, nel quale si distinguono, un tessuto nero che copre un tratto di muratura, circolare, e a poca distanza un muro con un volto, sempre in muratura.

Foto n 2: Castello dei Pico, così come compare dai disegni di Giacinto Paltrinieri, sec. XIX. Particolare del modello in legno di Nino Braga (1940-2014), che a Santa Caterina di Concordia si è dedicato, con passione e capacità, alla riproduzione in miniatura di capolavori della architettura italiana. Si riconoscono, nel lato settentrionale, l’Oratorio della Madonnina, il voltone di porta Mantova, il fabbricato sede del corpo di guardia per il controllo dell’accesso alla città, il fossato con la sua chiavica e il muro di cinta, la torre della Maddalena. La torre controllava il complesso dei ponti levatoi che conducevano a porta Mantova. Lo scavo del 2020 ha intercettato la chiavica e una porzione del muro della torre circolare della Maddalena[1].

1 Per chi volesse approfondire la funzione svolta dalla torre della Maddalena rimando a: Il castello dei Pico. Contributi allo studio delle trasformazioni del Castello di Mirandola dal XIV al XIX secolo, GSBM, 2005, pp. 54 e 90.