“Vita semper vincit” – Un’opera di Marcello Aversa nel Duomo di Mirandola

“Vita semper vincit” – Un’opera di Marcello Aversa nel Duomo di Mirandola

3 Agosto 2021 0

In terracotta con struttura interna in acciaio e con un altezza di 2,37 metri

Nel Duomo di Mirandola, dopo l’intervento di restauro seguito al sisma del maggio 2012, è stata collocata, permanentemente, un opera donata dalla famiglia Reggiani in memoria di Albertino Reggiani .

Vita Semper Vincit

Marcello Aversa

L’opera è composta da circa ottantamila pezzi tra foglie, fiori e personaggi, che pro­pongono, con una interpretazione perso­nale, l’antica tradizione del presepe di Pa­squa – nato a Napoli probabilmente nel XV secolo – che rappresenta la vittoria della vita sulla morte.

La scultura poggia alla base su un teschio da cui si sviluppa un albero abitato da varie specie di piccoli animali e insetti. Un tron­co, ricco di fiori e di foglie, sembra quasi nascondere e sopraffare le arma Christi, l’insieme dei simboli che rappresentano la Passione di Gesù. Tra questi, una colonna, emblema della flagellazione, accoglie i se­gni dei “tradimenti”, quello di Giuda, con la borsa dei trenta denari, e quello di Pietro, con il gallo. Allo stesso tempo vi sono rap­presentati i destini dei due apostoli, il cap­pio per Giuda, la chiave e la croce capovol­ta per Pietro. Poco più in alto sul teschio è raffigurata la Deposizione con putti.

Lungo la verticale, la croce si trasforma dapprima in melo, per accogliere le scene bibliche del Peccato originale e della Cac­ciata dal Paradiso. Diviene poi un albero ricco di foglie e fiori, sul quale sono dispo­ste alcune scene tratte dalla vita di Cristo: l’Annunciazione, il Sogno di san Giuseppe, la Visitazione, la Natività, la Presentazione al Tempio, la Fuga in Egitto, il Battesimo di Gesù, Gesù che incontra i primi apostoli, e le allegorie di alcuni miracoli: le Nozze di Cana, la Moltiplicazione dei pani e dei pe­sci, la Resurrezione di Lazzaro.

L’albero si trasforma quindi in una vite dove si alternano uva e mazzetti di grano, per avvicinarci simbolicamente agli ultimi giorni della vita di Cristo. Sull’asse oriz­zontale della croce è raffigurata l’Ultima Cena, la cui la tavola, dove siedono i dodici apostoli, nasconde vari simboli, come ad esempio il cordone a forma di cappio e il piatto rovesciato, che indicano Giuda.

Al di sopra dell’Ultima Cena, l’albero di­venta un ulivo: qui è raffigurata la scena di Gesù nell’orto del Getsemani, nella quale, tra i rami, compare il pellicano, a simboleg­giare l’amore gratuito e Cristo stesso. Infi­ne, la scena della Resurrezione, attraverso un’allegoria: Dio accoglie il Figlio mentre è intento a separare i tralci buoni da quelli cattivi, che vengono gettati nelle fiamme ardenti ai suoi piedi.

Nella rappresentazione compaiono otto putti. Il numero otto nella simbologia cri­stiana ha un forte legame con la Resurre­zione di Cristo: l’octava dies (ottavo giorno) è il “nuovo giorno” in cui il Cristo risorto porta la Salvezza all’umanità credente. Ognuno dei putti è caratterizzato da un simbolo: il primo trafigge con una lancia un serpente alato, e rappresenta la lotta del bene sul male; un altro regge un’an­cora, simbolo di speranza di salvezza per i primi cristiani; altri due recano in mano rispettivamente l’alfa e l’omega, l’inizio e la fine; un altro putto è intento a.scolpire nella roccia un pesce, che richiama ancora una volta i primi cristiani; un altro tiene in mano una catena, a evocare il nostro at­taccamento alla terra; e infine un ultimo porta una foglia di palma, simbolo del mar­tirio e dell’immortalità.

All’apice dell’albero i rami formano una co­rona nella quale lo Spirito Santo è raffigura­to sotto forma di colomba.

Particolare

Marcello Aversa nasce a Sant’Agnello (Napoli) nel 1966.

Dopo gli studi comincia ad occuparsi dell’azienda paterna, piccolo ma storico opificio nel quale si producono laterizi per forni a legna già dal XVI sec. Negli anni ottanta emerge la sua grande passione per il presepe napoletano. In quegli anni ne realizza diversi nelle chiese della penisola sorrentina.

Nel 1994 lascia la fornace di famiglia per intraprendere una nuova strada, quella del ceramista. Nel 2001 apre una Bottega d’Arte nel centro storico di Sorrento.

Ha esposto le sue opere a Bruxelles, Madrid, Venezia, Milano, Città del Vaticano e, nel 2017 presso la Sala Duomo di Carpi.

Marcello Aversa ha accostato al presepe anche immagini tratte dai racconti evangelici e dal tempo liturgico oltre a opere che riproducono usi, riti e costumi della penisola sorrentina. Una sua “Via Crucis” è in mostra permanente presso la Scuola Grande di San Teodoro a Ve­nezia.

L’opera Christus Vincit è stabilmente esposta nella Cattedrale di Sorrento. Sue opere sono visibili nel Museo de Belenes di Moliina (Malaga).

In occasione della mostra “Il canto della vita”, dicembre 2018, presso la Basilica di Santo Spirito di Firenze, viene presentata per la prima volta l’opera Vita semper vincit, successivamente esposta nella cattedrale di Sorrento e nella chiesa di Sant’Anna dei Lombardi a Napoli.

Tratto da: Il Duomo di Mirandola

Diocesi di Carpi – Parrocchia di Santa Maria Maggiore

Anno 2020

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