Le donne della Bassa – L’ira più forte delle acque
Da quando le era scappato il marito, e le donne da bene non avevano fatto altro che passarle i vestiti smessi e occhiate pietose, aveva imboccato la strada del fiume, e che cominciassero pure a sparlarle dietro quelle pitocche.
Che a fiume di donne da bene non c’erano mai state. Uomini, solo uomini, e urgenze troppo concrete e sommarie. Si era presa un capanno da pesca abbandonato dopo l’ultima piena.
Presto si era sparsa la voce, e si vedeva la sua figuretta scura camminare veloce e severa sugli argini la mattina presto.
Lo stesso sguardo severo cacciava negli occhi alle ex pietose, e visto che gli affari avevano iniziato ad andare bene, cominciava pure a guardarle da sotto in su, la sfrontata. Fu quando le proposero scherzosamente il doppio turno, anche la sera, che la misura fu colma; mogli inferocite a raccolta in marcia compatte lungo l’argine, mai si era vista una cosa simile.
L’ira fu più forte delle acque, del capanno rimase il ricordo, lo stesso della pasta sottile e degli intingoli che rubavano agli uomini la fame e il riposo.
Dopo quell’invasione a lungo né donne né osterie a fiume e golena.
Elisa Battini
Tratto da: Le donne della Bassa in duecento parole
Edizioni E.Lui
Anno 2008