I Santi de “Al Barnardon” dal 17 al 23 luglio

I Santi de “Al Barnardon” dal 17 al 23 luglio

16 Luglio 2017 0

17  luglio

Di questa s. Claudia si conosce solo il nome che appare in una breve lettera di s. Paolo a Timoteo, mentre attende il martirio in carcere. In un passo della lettera invia i saluti da parte di Eubulo, Pudente, Lino e Claudia. Una improbabile tradizione di origine inglese la vuole principessa, figlia del re Caractacus, portata a Roma dal padre. Fattasi cristiana prese il nome di Claudia e sposò il senatore Pudente. Quindi, secondo questa storia, sarebbe la madre di s. Prassede e s. Pudenziana; non vi è però alcuna prova che avvalori questa storia.

18  luglio

Arnolfo fu di nobile famiglia ed ebbe cariche amministrative sotto il re dell’Austrasia, Teodeberto. Si sposò ed ebbe due figli, uno dei quali fu Clodolfo, vescovo di Metz, mentre l’altro, Ansegiso, fu il primo dei grandi ” maestri di palazzo ” e quindi antenato dei Carolingi. Dopo aver riunito l’Austrasia ala neustrasia, benché laico, venne eletto vescovo, mantenendo la sua carica di consigliere a corte e di educatore del futuro re Dagoberto. Si dedicò comunque ad un’intensa attività pastorale. Dopo aver partecipato a due Concili, desideroso di una vita ascetica, finalmente ottenne da Dagoberto il permesso di entrare ad Habend, nella fondazione monastica di Romarico, un suo amico conte palatino che vi si era a sua volta ritirato.

19  luglio

Arsenio era nato a Roma intorno al 354 da nobile famiglia senatoria. Nel 383 l’imperatore Teodosio lo volle a Costantinopoli per affidargli l’educazione dei figli Arcadio e Onorio. Vi restò undici anni, fino al 394, quando in seguito a una profonda crisi spirituale ottenne l’esonero da quell’incarico per ritirarsi nel deserto egiziano. Chiedendo a Dio una sicura via per giungere alla salvezza, una voce misteriosa gli avrebbe risposto: «Fuggi gli uomini». Il quarantenne Arsenio seguì alla lettera il consiglio: sbarcato ad Alessandria d’Egitto, si aggregò alla comunità degli anacoreti di Scete, in pieno deserto. Trascorreva notti intere in preghiera e meditazione: una preghiera fatta più di lacrime che di parole, poiché egli ebbe da Dio il “dono del pianto”. Dal 434 al 450, che si presume sia l’anno della morte, Arsenio dovette vivere lontano dalla tranquilla Scete, invasa da una tribù libica. Morì a Troe presso Menfi. Di lui, oltre a una cronistoria e a sagge massime, riferite da Daniele di Pharan, amico di due discepoli di Arsenio, ci resta addirittura un ritratto in cui appare di bell’aspetto, maestosamente alto e asciutto.

20  luglio

La “Passio” di s. Susanna, forse non del tutto attendibile, dice che era figlia del presbitero Gabinio, fratello del vescovo Gaio e cugino dell’imperatore Diocleziano (fine III – inizio IV sec.). Il suo destino era di diventare la sposa del figlio dell’imperatore, Massimiano. Susanna si oppose ma il rifiuto le costò la vita. Condannata a morte, venne decapitata nella sua stessa casa e sepolta nella zona di Figlinas, l’odierna Coazzo sulla via Nomentana, nel cimitero di sant’Alessandro.

21  luglio

Nasce a Fossano nel 1344 e prima ancora di essere prete, Oddino diventa canonico della «collegiata» di San Giovanni, che diventerà cattedrale nel 1582, quando sarà costituita la diocesi fossanese. A 24 anni, nel 1368, Oddino diventa parroco. Nel 1376 è pellegrino in Terrasanta, dove viene sequestrato da predoni e per qualche tempo è loro prigioniero. Rientrato a Fossano si fa conoscere perché, come figlio spirituale di san Francesco d’Assisi (appartiene al Terz’Ordine), vive rigorosamente da povero, dirottando entrate e doni verso le famiglie più infelici. Su questa generosità cominciano presto a circolare racconti affettuosi, arricchiti da particolari che fanno pensare ai Fioretti di san Francesco. Al tempo della peste endemica in molte parti del Piemonte, Fossano rinnova e ingrandisce il suo ospedale, per l’impegno soprattutto di Oddino, è il 1382. Nel 1400, però, morirà anche lui colpito dal morbo spendendosi da infermiere per i malati. Nel 1808 è proclamato beato.

22  luglio

Maria Maddalena. La Chiesa latina era solita accomunare nella liturgia le tre distinte donne di cui parla il Vangelo e che la liturgia greca commemora separatamente: Maria di Betania, sorella di Lazzaro e di Marta, la peccatrice «cui molto è stato perdonato perché molto ha amato», e Maria Maddalena o di Magdala, l’ossessa miracolata da Gesù, che ella seguì e assistette con le altre donne fino alla crocifissione ed ebbe il privilegio di vedere risorto. L’identificazione delle tre donne è stata facilitata dal nome Maria comune almeno a due e dalla sentenza di San Gregorio Magno che vide indicata in tutti i passi evangelici una sola e medesima donna. I redattori del nuovo calendario, riconfermando la memoria di una sola Maria Maddalena senz’altra indicazione, come l’aggettivo “penitente”, hanno inteso celebrare la santa donna cui Gesù apparve dopo la Risurrezione. È questa la Maddalena che la Chiesa oggi commemora e che, secondo un’antica tradizione greca, sarebbe andata a vivere a Efeso, dove sarebbe morta. In questa città avevano preso dimora anche Giovanni, l’apostolo prediletto, e Maria, Madre di Gesù. Papa Francesco ha elevato al grado di Festa la sua memoria.

23  luglio

Secondo alcune fonti, s. Valeriano era un nobile dell’aristocrazia gallo/romana del Narbonese; secondo altre, era nativo di Pedona, ora Borgo s. Dalmazzo nel cuneese. Si era fatto monaco nell’abbazia di Lerins; quindi fu abate dello stesso monastero, ed infine eletto vescovo di Cimiez. Come tale avrebbe fatto costruire la prima basilica sulla tomba del martire s. Dalmazzo di Pedona, che da allora ne prenderà il nome. Era amico di s. Veran, vescovo di Vence, e di s. Ilario, vescovo di Arles. Valeriano è noto in particolare per i suoi scritti di contenuto ascetico.

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