I Santi de Al Barnardon dall’11 al 17 Settembre

I Santi de Al Barnardon dall’11 al 17 Settembre

10 Settembre 2017 0

11  settembre

Santa Teodora era una gentildonna di Alessandria d’Egitto del V secolo che si lasciò indurre in tentazione e commise adulterio. Pentitasi, lasciò il tetto coniugale e, per mortificare il proprio corpo, si travestì da uomo ed entrò in un monastero facendosi chiamare Teodoro. Qui visse una vita severissima fatta di duro lavoro, pesanti penitenze e continue preghiere. Anche quando una ragazza madre l’accusò di essere il padre del proprio figlio accettò la calunnia addossandosi la colpa ed accettando la relativa penitenza. Soltanto quando morì, non ancora vecchia, si scoprì il suo segreto e si capì la sua santità.

12  settembre

SS. nome di Maria –

La devozione al nome di Maria, presto arricchita dai pontefici di particolari indulgenze, risale alla metà del XII secolo. La festa venne istituita nel 1513 da papa Giulio II, che la concesse alla sola diocesi spagnola di Cuenca: inizialmente celebrata il 15 settembre, spostata da papa Sisto V al 17 dello stesso mese (1587), la celebrazione della festa venne estesa da papa Gregorio XV all’arcidiocesi di Toledo (1622) e da papa Clemente X all’intera Spagna (1671). La sua promozione a festività di tutta la Chiesa è dovuta a papa Innocenzo XI Odescalchi (che con decreto del 5 febbraio del 1685 ne spostò anche la data alla domenica fra l’Ottava della Natività) per commemorare la messa che a Vienna, il 12 settembre del 1683, aveva suggellato l’alleanza fra l’imperatore Leopoldo I d’Austria e il re di Polonia Giovanni III Sobieski: quel giorno, i due sovrani cattolici avevano dato il via alla controffensiva che portò alla liberazione della capitale austriaca dall’assedio dei Turchi (12 settembre 1683). Come festività di tutta la Chiesa il Santissimo Nome di Maria ha quindi origini simili a quelle della Trasfigurazione, istituita da papa Callisto III in ricordo della liberazione di Belgrado (6 agosto 1455), e della Madonna del Rosario, voluta da papa Pio V per commemorare la vittoria di Lepanto (7 ottobre 1571). In anni più recenti Papa Pio X la riportò alla data tradizionale del 12 settembre, il Papa Paolo VI la fece sparire dal calendario romano e poco dopo Papa Giovanni Paolo II, nella terza edizione del Messale Romano post-conciliare (2002), la fece riapparire come memoria (facoltativa) nella data del 12 settembre.

13  settembre

San Venerio nacque intorno al 560 e fu un monaco eremita nel monastero un tempo esistente sull’isola del Tino, isola dell’arcipelago spezzino di cui fanno parte anche l’isolotto del Tinetto e l’isola Palmaria. Morì nel 630 e in sua memoria fu costruito sulla sua tomba un monastero ad opera dei monaci Benedettini. San Venerio divenne il patrono di Luni, ma la città nel periodo seguente all’anno mille fu saccheggiata a più riprese dai Vichinghi e, soprattutto, dai Saraceni. Come conseguenza la città cadde in un periodo molto buio nel quale la sede del Vescovado fu trasferita a Sarzana. Le reliquie del santo furono invece trasferite a Reggio Emilia, dove il santo fu affiancato a san Prospero e ai santi Cosma e Damiano, nel ruolo di patrono della città. In epoca più recente le sue reliquie sono state traslate sull’isola del Tino, nel Vescovado di La Spezia, con una solenne cerimonia. San Venerio è il patrono del golfo spezzino e dei fanalisti d’Italia.

14  settembre

La Santa Croce cristiana è il simbolo cristiano più diffuso, riconosciuto in tutto il mondo. È una rappresentazione stilizzata dello strumento usato dai romani per la tortura e l’esecuzione capitale tramite crocifissione, il supplizio che secondo i vangeli e la tradizione cristiana è stato inflitto a Gesù Cristo. La tradizionale forma della croce nel cristianesimo occidentale, detta “croce latina”. Per i cristiani la croce costituisce un ricordo della passione, morte e risurrezione di Gesù, fasi inseparabili di una sola vicenda. Perciò la croce: è principalmente un simbolo di speranza e di “negazione delle immagini sbagliate di Dio” ; è un ricordo dell’invito evangelico ad imitare Gesù in tutto e per tutto, accettando pazientemente anche la sofferenza. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che la croce sia diventata un simbolo solo sotto l’imperatore Costantino, in seguito alla sua visione della croce come segno di vittoria [4]. Ciò ha focalizzato l’interesse accademico sia sulle origini del simbolo grafico sia sul suo utilizzo nei primi secoli cristiani sia sulla valenza simbolica associata alla croce negli scritti neotestamentari.

15  settembre

Memoria della beata Maria Vergine Addolorata, che, ai piedi della croce di Gesù, fu associata intimamente e fedelmente alla passione salvifica del Figlio e si presentò come la nuova Eva, perché, come la disobbedienza della prima donna portò alla morte, così la sua mirabile obbedienza porti alla vita.

16  settembre

Eufemia nacque nella città di Calcedonia, in Bitinia. Essendo figlia di nobili (secondo la tradizione, i genitori erano Filofrone e Teodosia), ricevette una buona educazione, sempre secondo le regole di vita cristiane a cui la famiglia faceva riferimento. Durante la persecuzione di Diocleziano, a soli quindici anni, fu arrestata assieme ad altri quarantanove cristiani che avevano rifiutato di immolare una vittima ad una divinità pagana. Come gli altri fu torturata, ma restò sempre fedele ai suoi ideali spirituali rifiutando di compiere l’olocausto. Il 16 settembre del 303 (come attestano i Fasti vindobonenses priores) fu gettata nell’arena di Calcedonia tra i leoni. Secondo la tradizione, essi la uccisero ma, mangiatone la sola mano destra, rifiutarono di divorare il resto del corpo, intuendo la sua santità. Gli altri fedeli riuscirono così a recuperare il corpo e a proteggerlo sino all’Editto di Costantino, con il quale veniva riconosciuta la religione cristiana. Il suo culto si diffuse notevolmente e sulla sua tomba fu edificata una chiesa dove, nel 451 si tenne il concilio di Calcedonia. Quando nel 620 Calcedonia fu conquistata dai Persiani, il suo corpo fu trasferito a Costantinopoli dove l’imperatore Costantino III edificò una nuova chiesa per venerarla. Nell’800, secondo quanto dice la tradizione, il sarcofago con le reliquie della santa sparì misteriosamente da Costantinopoli e riapparve, quasi miracolosamente, su una spiaggia di Rovigno in Istria. Probabilmente, i resti furono messi in salvo da alcuni fedeli barcaioli. Ancora secondo la leggenda, gli abitanti di Rovigno tentarono in svariati modi e con gli animali più forti di portare in città il sarcofago, invano. Vi riuscì infine un fanciullo con l’aiuto di due sole giumente, a dimostrazione che la cristianità non si basa sulla forza o sul vigore, ma sulla mitezza e la semplicità. Il culto della santa a Rovigno, divenutane la patrona, è molto forte e le reliquie sono venerate presso la chiesa a lei dedicata. Sant’Apollinare, vescovo di Ravenna, raccolse probabilmente alcune reliquie della santa e le portò con sé nella sua opera evangelizzatrice in Romagna. I resti di Sant’Eufemia e di Sant’Agata furono rinvenuti nel 1686 sotto la lastra dell’altare della chiesa dedicata alla santa, come testimonia una scritta su carta pecora in romano arcaico[non chiaro] ritrovata insieme ai resti. Una parte delle reliquie si trova ad Istanbul, nella cattedrale di San Giorgio.


17  settembre

Secondo la leggenda, santa Arianna sarebbe stata la schiava di Tertullo, un decurione di Primnesso; Arianna si sarebbe rifiutata di interrompere il proprio digiuno per la festa di compleanno di Tertullo, il quale avrebbe così scoperto la fede della donna e l’avrebbe richiusa in una cella in casa propria per un mese (i cristiani erano criminalizzati da un editto locale); passato tale periodo, tuttavia, Tertullo venne accusato di nascondere da qualche delatore al preside Gordio. Tertullo riuscì a sfuggire indenne al processo sostenendo di non sapere che Arianna fosse cristiana, poiché era parte della dote di sua moglie, mentre Arianna si proclamò apertamente cristiana. Arianna venne condannata ad essere torturata sul cavalletto, ma Gordio concesse ad Arianna tre giorni per abiurare la propria fede su forte richiesta popolare (la gente era rimasta infatti impietosita dalla giovane età della ragazza); passati i tre giorni, Arianna scappò sulle montagne e, braccata dagli inseguitori, per salvarsi pregò Dio affinché l’accogliesse dentro un sasso, venendo esaudita. Gordio ordinò ai sacerdoti del tempio di aprire la roccia ed estrarre la ragazza, mostrando così la potenza degli dèi pagani, ma un temporale improvviso e l’apparizione di due angeli costrinsero la folla spaventata alla fuga.

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