Finalmente liberi!
La sera del 23 aprile la Bassa era completamente liberata e gli americani accolti festosamente dalle popolazioni, raggiungevano il confine con il mantovano.
Le formazioni partigiane avevano operato con successo, liberato la città di Mirandola prima dell’arrivo degli Alleati,sostenuto combattimenti di rilievo contro i tedeschi, evitato il sabotaggio ai ponti e agli impianti industriali, era stato fatto un alto numero di prigionieri ed era stato recuperato copioso materiale bellico.
Tutto ciò aveva permesso agli Alleati di procedere rapidamente verso il Nord, senza dover impegnare le loro truppe nell’eliminazione delle sacche nemiche e nel rastrellamento dei prigionieri. Senza il contributo della Resistenza non vi sarebbe stata una vittoria alleata così rapida e così schiacciante.
Nella serata del 23 aprile il maggiore John Barton assunse, in nome degli eserciti alleati, il comando dell’Allied Military Governement1 ( Governo Militare Alleato), prese in consegna i prigionieri tedeschi e si occupò della smobilitazione delle formazioni partigiane. Per pochi giorni nessun incidente turbò la gioia serena di un popolo uscito finalmente Da un incubo spaventoso.
Ai primi di maggio, nel corso di una cerimonia nella sede del Municipio di Mirandola, seguì un commosso commiato in cui John Barton espresse un grazie al Movimento di Liberazione per la collaborazione offerta alla causa della libertà. Con la Missione inglese egli tornò alla base di Fiesole. Purtroppo, di lui, un’ardimentosa figura di comandante che non esitò a mettere a repentaglio la propria vita per far sospendere il cannoneggiamento alleato su Mirandola, salvando così tante vite di nostri concittadini, nonostante attente ricerche effettuate presso gli archivi militari inglesi, si è perduta ogni traccia. (Fonte: Nello Bozzini, Opera citata)
Si era conclusa un’epoca storica, erano terminati cinque anni di fame, di guerra, di orrori, di miserie, di terrore e di lutti, erano finiti i venticinque anni di fascismo. Su tutta la Bassa sventolavano il tricolore e tante bandiere rosse.
La popolazione esultava nelle piazze e festeggiava Alleati e partigiani. La guerra era cessata dopo tanto penare, dopo tanti lutti e tante lacrime.
Tutto finito? No, ora cominciavano altre pagine brutte.
Di lì a qualche giorno sarebbero esplosi odi e vendette, che avrebbero ancora insanguinato la nostra terra. Cominciava un’altra pagina nera della storia italiana, una delle più nere: quelle delle buche in campagna, dell'”aninima omicidi”, dei triangoli della morte, con gli sfruttatori ed i profittatori della Resistenza. La strada della democrazia doveva passare anche di qui.
Tratto da “I giorni della Liberazione nella Bassa Modenese”di Nerino Barbieri – Edizioni CDL
franco guerra
emozionante e bello, rivivere attimi di un tempo passato, oggi “siamo diversamente giovani ” questi personaggi ci riportano agli anni dove i valori, sopratutto morali, erano considerati preziosi, venivano applicati e vissuti come etichette quando la gente comune possedeva poco, forse appena l’indispensabile, essenziale della vita, facendo a gara per imitare il meglio, spinti da una volonta’ ammirevole, da capacita che spesso emergevano, senza essere considerati il giusto ( leggo di tanti che riempivano la citta con orgoglio ) passione e tanta voglia di vivere, forse proprio per uscire dalle tragedie della guerra e ricominciare ricostruendo il futuro con percorsi (strade) senza essere accidentate, percorribili con forza controllabile e perche no, accompagnate da sorrisi e gioia di vivere, buona vita a tutti
29 Aprile 2016