Dopo gli anni 70 – Scuole elementari
Negli anni Settanta, come ricorda Cinzia Golinelli, “ in occasione della Festa del risparmio, il 31 ottobre, venivano portati a scuola dei salvadanai a forma di lucchetto e periodicamente era distribuito a tutti gli alunni il giornalino “La via migliore”.
DOPO GLI ANNI SETTANTA
Negli ultimi quarant’anni la scuola elementare, ora primaria, ha vissuto una lunga serie di cambiamenti ed innovazioni, evidenziati anche nei testi scolastici. Ricordiamone le tappe fondamentali:
- Istituzione del tempo pieno (legge 820/1971), in risposta ai bisogni sociali degli utenti.
“Quando ho iniziato ad insegnare nella scuola elementare, il tempo pieno era appena stato istituito e, nella nostra classe, noi due giovani docenti fresche di diploma lo abbiamo vissuto come un laboratorio di innovazione per i suoi tempi distesi. L’orario garantiva la fluida articolazione di tutti i momenti educativi, compreso quello della mensa scolastica aperta a tutti gli alunni, senza forzature o accomodamenti utilitaristici e senza che alcune attività fossero privilegiate rispetto ad altre”. Silvia Golinelli
- Rappresentanze negli Organi Collegiali (“Decreti Delegati”/1974), dei genitori che partecipano così alla gestione della scuola “ dando ad essa il carattere di comunità che interagisce con la più vasta comunità sociale e civica …”(Art. 1/d.p.r. 416)
Nel registro di un insegnante nell’a.s. 1975/76 si riporta che: “Nell’Assemblea coi genitori di febbraio sono stati dibattuti gli argomenti: la valutazione, le attività artistiche, l’educazione fisica, la necessità di una cassa scolastica,… come festeggiare il Carnevale, interventi scolastici dei genitori idonei allo scopo come il vigile, il medico, l’assistente sociale, il contadino,… programmazione di visite d’istruzione con l’appoggio dei genitori…”
- Applicazione del principio dell’integrazione degli alunni portatori di handicap nelle classi (legge 517 del 1977) mediante l’assegnazione di insegnanti di sostegno alle classi che li accolgono, con l’abolizione delle classi differenziali e delle scuole speciali. Gli Enti Locali sono coinvolti nel progetto di integrazione degli alunni con handicap per garantire il loro effettivo diritto all’istruzione. La legge Quadro 104/92, enuncia più compiutamente i diritti della persona handicappata e ne garantisce la tutela in tutti gli ambiti.
“Come insegnante e come psicopedagogista, seguendo le indicazioni dei docenti Andrea Canevaro e Sergio Neri, ho sempre cercato di organizzare con gli insegnanti di sostegno e gli educatori laboratori di integrazione che favorissero strategie di apprendimento basate sull’operatività, sulla socialità e sulla partecipazione emotiva. Abbiamo insieme promosso l’attuazione di attività trasversali, comuni a tutte le discipline, che potessero evidenziare le preferenze e le potenzialità degli alunni diversamente abili rispetto a determinati ambiti”. Silvia Golinelli
• Introduzione dei “moduli” (legge l48/’90 “Riforma ordinamento della Scuola Elementare”) che prevedono di norma 3 insegnanti su 2 classi e l’aumento in parallelo del tempo-scuola da 24 a 27 o 30 ore di lezione settimanale. Vengono introdotte nuove discipline: lingua straniera, educazione alFimmagine, educazione al suono e alla musica; studi sociali; informatica, probabilità, statistica ecc … Gli ambiti disciplinari sono assegnati ai vari docenti, con il superamento della figura del maestro unico “tuttologo”; questa innovazione porta ad una maggiore condivisione e corresponsabilità nella programmazione, nella verifica e nella valutazione. Si promuove il raccordo pedagogico, curricolare ed organizzativo con la Scuola Materna e con la Scuola Media. Come ricorda l’insegnante Nazzarena Bosi: “Dal 1994 ho iniziato a lavorare nella sede centrale di Mirandola come insegnante di ruolo. Dopo i primi tre anni di tempo pieno ho sperimentato il modulo a tre rientri e successivamente il modulo a due rientri. In entrambe le modalità scolastiche, pur essendo esse diverse dal punto di vista organizzativo, ho potuto riscontrare degli elementi comuni: la condivisione di responsabilità e lo scambio di esperienze con le colleghe. La possibilità di gestire in modo più scandito e preciso l’orario scolastico (due ore per classe o anche solo un’ora) mi ha dato all’inizio un certo disagio perché a volte avrei continuato volentieri, anche dopo l’intervallo, la lezione. Devo dire, però, che dopo questo primo momento di adattamento ho potuto verificare solo aspetti positivi: ho approfondito maggiormente le materie d’insegnamento facendo anche corsi d’aggiornamento specifici; ho avuto la possibilità di confrontarmi quotidianamente con le mie colleghe sui problemi che di volta in volta si presentavano nella classe e nei rapporti con le famiglie; ho scoperto con soddisfazione che il lavoro di team molto spesso permetteva di migliorare il clima della classe. Sono state esperienze anche molto motivanti dal punto di vista umano, non solo professionale. Si doveva rivedere l’idea dell’insegnante unico assegnato ad una sola classe. La cosa in sé non è stata per niente facile per molti ed anche per me ha significato modificare più volte certe mie valutazioni o atteggiamenti. Ho partecipato anche a corsi d’aggiornamento sul modo di lavorare in team e su come farlo al meglio. L’obiettivo era cercare di costruire insieme le regole comuni del team per trasmettere alle classi lo stesso approccio educativo, pur mantenendo un proprio stile d’insegnamento. Non posso affermare di avere raggiunto pienamente questo obiettivo in ogni situazione, ma l’averci sempre provato ha costituito di per sé un’esperienza positiva”.
1972-Scuole Elementari
Tratto da: C’era una volta la nostra scuola…..150 anni di Scuola Elementare a Mirandola vissuti attraverso la lettura dei registri di classe.
Autori-Gruppi di lavoro: Bosi Nazzarena, Golinelli Silvia, Malaguti Marcella, Volponi Angela.
Con la collaboriazione dei docenti del gruppo per il Centenario della scuola: Anderlini Lorena, Bigi Stefania, Brunelli Cecilia, Dotti Milo, Oliva Anna Signori Laura.
Anno: 2011
Edizioni Al Barnardon
Costo Euro 13,00