Claudio Malagoli – San Giacomo Roncole – Nella cripta
Il Casinone
Don Zeno Saltini e la sua Nomadelfia non erano più a San Giacomo da anni, sebbene il ricordo fosse ancora vivo in ogni residente, ed il Casinone, in cui egli ospitò le prime famiglie della comunità con i loro figli adottivi, raccoglieva una gran quantità di famiglie povere.
Dall’enorme palazzone, che conteneva anche la sala del Cinema della Parrocchia ormai in disuso, spuntavano i tubi fumanti delle stufe da ogni parte. Come ogni altro caseggiato popolare non poteva avere un aspetto che non dimostrasse chiaramente tutta la durezza della guerra e della miseria da cui il paese stava faticosamente tentando di uscire.
Con i ragazzini che vi abitavano si riempiva il piazzale e l’animazione non mancava. Il grande spiazzo antistante che lo separa dalla strada contiene un bel monumento ai Caduti e sul ciglio della strada, proprio affacciati alla Chiesa, due chioschi, diciamo baracchini, per la vendita di noccioline, carrube (taratole), mandarini, caramelle e poco altro. Proprio così, tutti e due vendevano gli stessi prodotti ed i gestori abitavano entrambi nel palazzo. Al di là della strada statale, nella quale già allora passava qualche automezzo, un bel prato che fiancheggiava la chiesa, il suo alto campanile e la casa del campanaro, veniva abitualmente usato da campo di calcio.
Con gli anni furono costruite le “porte” e segnate le righe a terra per renderlo utilizzabile da gara. Quello fu il nostro primo campo di calcio, quello in cui giocai la prima partita ufficiale assieme agli amici con cui partecipammo ad un torneo a sette giocatori con i paesi limitrofi.
Nessuno di noi poteva sapere che quel prato su cui si giocava al pallone, molti anni prima, come accadeva da secoli nelle immediate vicinanze delle Chiese, era utilizzato per le sepolture, ovvero un cimitero. Chissà come mai quando lo tolsero non lo vuotarono da tutte le tombe, così un bel giorno ci trovammo il campo totalmente scavato con una grande quantità di scheletri emersi da chissà quanto tempo sepolti. Passò un po’ di tempo prima che il prato riprendesse caratteristiche di praticabilità e prima che in noi scomparisse il senso di disagio che veniva al pensare a quanto visto.
Nella cripta
Nella cripta sotto all’altare della chiesa di San Giacomo Roncole, nel primo dopoguerra, “Giuanen al sart” e altri boy scout, assieme al parroco decisero di verificare una storia trovata nei documenti della stessa Parrocchia.
C’era una grande bara ricoperta da una lastra di piombo che doveva contenere un antico guerriero. Procurati attrezzi e cesoie, aprirono la bara. Apparve il corpo mummificato di un uomo di grandi dimensioni e con vestiti eleganti. Sul torace una serie di piccoli decori d’oro in forma di collana in cui si era consumato il filo che li teneva assieme. Le scarpe di stoffa pesante beige con la punta arricciata all’insù come le caratteristiche calzature turche o arabe. Il ricordo, forse anche per l’insolito stato emotivo, non arriva a precisare con certezza se esisteva anche un piccolo fiocco sulle punte delle scarpe. Pochi ricordi da ragazzo protagonista di un episodio insolito ed emozionante che finì il giorno stesso e non fu più ripreso.
Tratto da: Fotogrammi Ingialliti – La vita nella Bassa Modenese negli anni ’50 e ’60 – Ricordi giovanili.
Autore Claudio Malagoli
Edizioni Artestampa
Anno 2011