Antichi palazzi – Villa Borellini – Quarantoli
Villa Borellini già Ferraresi, ora irrimediabilmente danneggiata dal sisma del 2012 e dall'incuria
Villa Borellini
sec. XVI
Mirandola, Quarantoli.
Questo rilevante esempio di architettura rinascimentale, oggi in totale abbandono ed addirittura oggetto di saccheggio, trae le sue principali qualità dalla doppia loggia tripartita con colonne e capitelli in marmo.
In base alla letteratura locale l’edificio, appartenuto ai Pico, è datato tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Tuttavia la soluzione tipologica sia della doppia loggia sia dei capitelli rende plausibile l’ipotesi, più volte suggerita, che la villa sia stata costruita già in avanzato Cinquecento. L’impianto interno è articolato attorno ad una T su entrambi i livelli collegati nella parte posteriore da uno scaloncino voltato a botte. La sala trasversale si prolunga anteriormente nel loggiato, sottolineato all’esterno anche dal leggero emergere dei corpi laterali. La simmetria della pianta si riscontra anche nella distribuzione delle altre sale, in una delle quali al piano terreno, direttamente collegata con l’esterno, si trova la cappella gentilizia già dedicata a S. Luigi Gonzaga il cui altare porta ancora dipinta un’aquila araldica. La pur scarna documentazione permette comunque di smentire l’identificazione di villa Borellini con la celebre Falconiera dei Pico, altro casino di caccia posto in realtà tra San Martino in Spino e Tramuschio (carta di Pietro Pelloni. Modena, Archivio di Stato, Mappario Estense, Mappe Genio Militare, Territori 29).
Anche sull’originale contesto ambientale, un tempo luogo prossimo alle celebri valli ricche di boschi riservati alla caccia, ma oggi profondamente mutato, non esistono finora precise notizie.
Giovanni Benatti
Tratto da: Architetture a Mirandola e nella Bassa Modenese
A cura della Cassa di Risparmio di Mirandola
Anno: 1989
Ubaldo Chiarotti
Il Palazzo non è stato abbattuto dal sisma, il quale ha solamente danneggiato il tetto e provocato poche crepe almeno da quello che si vedeva dai muri perimetrali. I danni gravi sono subentrati dopo le infiltrazioni d’acqua dell’inverno 2012 e dei successivi, al punto che il gelo ha sventurato i soffitti e le arcate della balconata superiore.
4 Luglio 2020Dico questo perché posso dimostrare ciò in sequenza fotografica dei primi anni post terremoto.
Alla fine possiamo tranquillamente affermare che il palazzo è stato danneggiato irrimediabilmente da diverse cause:
-I proprietari che nulla hanno fatto per mettere in sicurezza l’edificio per il quale già un telone sul tetto avrebbe salvaguardato l’integrità della struttura.
-La Regione Em.Rom. che si è preoccupata solo delle barchesse e non ha tenuto in considerazione i palazzi storici che erano disabitati e non collegati ad attività agricole.
-Il comune che avrebbe potuto decidere di appropriarsi del bene storico culturale, restaurarlo, utilizzarlo come bene civico, prevedendone la restituzione agli eredi dei proprietari dopo 99 anni.
-La popolazione quarantolese che per scarsa conoscenza storica, non ha mai dato l’importanza dovuta a questo palazzo rinascimentale che avrebbe potuto diventare una ottima sede civica con annesso un bel museo della civiltà contadina.