Antichi Palazzi – Palazzo Grossi – Finale Emilia
Palazzo Grossi - Facciata su via Cavour
Palazzo Grossi
sec. XVII
Finale Emilia, via Cavour.
Il palazzo era la residenza della famiglia Grossi, già molto nota a Finale, che venne consolidando nel tempo l’importanza del proprio casato imparentandosi con la discendenza più illustre della nobiltà modenese: i Montecuccoli, i Miari, i Carandini e con i Carnai di Ferrara.
L’edificio, di chiara impronta ferrarese, mostra il prospetto su via Cavour segnato da una scandita teoria di aperture finestrate al piano primo, resa più compatta dalla fasciatura monocroma in rilevato, raccordata dal filo del marcapiano.
Un primo nucleo seicentesco almeno fino ai primi decenni del XVIII secolo rimase isolato a ridosso del fronte stradale, con una retrostante appendice di edifici rustici sul confine con il canale (Modena, Archivio di Stato, Acque e Strade, f. 58, fase. Mappe e Tipi diversi, «Tipo e pianta della città del Finale» 1725). Ad esso s’aggiunge un altro corpo prospiciente l’attuale via Matteotti tale da formare un unico edificio sviluppato attorno ad una corte centrale. Oggi la lettura del complesso come si è venuto formando nel tempo è irrimediabilmente compromessa da differenti situazioni di degrado e dalle trasformazioni.
Alessandra Ontani
Palazzo Grossi. Decorazione.
sec. XIX
Finale Emilia, via Matteotti.
Nell’ala posteriore l’ambiente di maggior rilevanza è costituito da una sala con soffitto a cassettoni dipinti a partiture decorative i cui motivi si estendono a tutte le pareti, a rilevarne gli elementi architettonici e a incorniciarne le specchiature. Qui grottesche di gusto neorinascimentale con trofei di armi, orofili di animali affrontati, temi esotici e orientaleggianti appaiono desunte da repertori rimessi in auge dal clima neoclassico. Su una delle pareti campeggia lo stemma della famiglia Grossi — un destrocherio armato di mazza d’argento — già documentata nel 1310, quando si registra il notariato di Pietro de’ Grossi.
Assai deteriorata la decorazione della saletta attigua, di gusto pienamente ottocentesco: un soffitto a velario — condotto in maniera assai semplificata — e trofei d’armi sospesi tra festoni floreali.
Maria Pace Marzocchi
Tratto da: Architetture a Mirandola e nella Bassa Modenese
A cura della Cassa di Risparmio di Mirandola
Anno 1989
Mirca bagni
Abbiamo restaurato l’ appartamento dove si trovano le uniche due stanze rimaste ancora affrescate, con il terremoto l’ edificio è stato molto danneggiato e la stanza raffigurata sopra presentava diverse gravi lesioni.
22 Maggio 2020Adesso dopo il restauro, possiamo rivedere le grottesche e il soffitto cinquecenteschi in tutta la loro bellezza.