Vallalta, più modenese o mantovana?
I documenti d’archivio attestano che Vallalta è nata un secolo prima di Concordia, la prima citazione è riportata su una carta del 1255 dove si citano divisioni fondiarie dei Figli di Manfredo, che diedero origine ad alcune delle più note famiglie dominanti del territorio della bassa modenese.
In quell’atto divisorio Vallalta appare come una frazione della Corte di Quarantoli, ed elencata assieme a Mirandola.
In una lettera del novembre 1376, Francesco Prendiparte, Tommasino e Spinetta Pico, danno facoltà al Vicario di Quistello di tagliare 500 alberi e di trasportarli nel mantovano. Da ciò si può dedurre che nel territorio attorno a Vallalta vi erano grandi distese di boschi. Questa realtà viene poi confermata in altri documenti di investitura di terreni alle Segnate, datati fra il 1430 e il 1440, in cui si parla anche di prati e vigne.
La posizione geografica di Vallalta, ai limiti del territorio mirandolese e ai confini di uno stato potente com’era quello dei Gonzaga di Mantova, favorì il consolidarsi di taluni privilegi ed immunità propri dei sudditi mantovani.
Se il legame e le tradizioni religiose erano reggiani, in quanto la parrocchia di Vallalta rimase con tutto il territorio concordiese e mirandolese sotto la Diocesi di Reggio sino al 1821, il carattere e la mentalità degli abitanti di Vallalta furono sicuramente condizionati dalla vicina realtà sociale, culturale ed economica mantovana.
Ne è prova il dialetto vallaltese che nella parlata comune e popolare risente l’influenza sia del vernacolo della bassa modenese che di quello dell’Oltrepò mantovano.
D’altronde questa è una connotazione comune a tutte le terre di “Confine” o di “Frontiera”, anche attualmente il territorio di Vallalta è segnato dai confini di Parrocchia, Diocesi, Comune, Provincia e Regione.
Vallalta non aveva un posto di guardia confinaria fra gli stati dei Gonzaga e dei Pico prima e poi fra il Lombardo-Veneto e il ducato degli Estensi, in quanto il controllo di frontiera era esercitato nei pressi della corte Stoffi sulla trafficata via Corriera e a Tramuschio sulla strada del Canaletto. Forse proprio per questo l’area vallaltese era molto frequentata da fuorusciti, banditi, ladri, contrabbandieri e clandestini.
Nei secoli passati bandi e grida delle Autorità costituite dei due Stati confinanti, erano frequentemente pubblicati e socializzati fra la popolazione del borgo, anche allo scopo di tener a freno delinquenti e contrabbandieri, per i quali furono erette pubbliche forche e patiboli.
Tratto da: Storia e Storie – Toponomastica, eventi e personaggi di Concordia.
Autori: Vittorio Negrelli, Disma Mantovani
Edizioni: E.Lui