Tortelli dolci di Natale
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Tortelli dolci di Natale
I tortelli dolci venivano preparati rigorosamente per Natale, cominciando i preparativi dal ripieno anche un mese-venti giorni prima di questa festività. Le rezdóre più esperte dicevano infatti che il ripieno si doveva “fare” nel fresco della cantina. Infatti doveva accompagnarsi, incorporarsi ed omogeneizzarsi bene con tutti i più o meno numerosi ingredienti che lo costituivano. Giunti in prossimità delle feste di Natale, in genere una settimana prima, la rezdóra preparava i tortellini e li cuoceva al forno, poi li deponeva su un candido canovaccio, dentro ad una cesta di vimini e li lasciava “farsi” o insaporirsi al fresco della sua camera da letto. Lì erano custoditi indenni, essendo sotto chiave, dagli inutili assalti dei bambini di casa. Se invece li faceva fritti, allora potevano trascorrere anche meno di sette giorni tra il confezionamento ed il consumo. Esisteva spesso una ricetta di pasta per i tortellini fritti ed una ricetta diversa di pasta per i tortellini cotti al forno. Altre rezdóre impiegavano la stessa ricetta.
Ingredienti:
per la pasta (sia fritti che al forno)
un kg. di farina 4 uova
200 gr. di strutto
200 gr. di zucchero
buccia di un limone grattugiata
un pizzico di sale
2 bustine di lievito (ognuna per mezzo kg. di farina)
latte q.b.
per il ripieno:
un kg. di castagne secche e già cotte mezzo kg. di savór o savurètt 200 gr. circa di pane grattugiato
per ornare e friggere:
un tuorlo
granella di zucchero
strutto per friggere
zucchero semolato o a velo
Lessate le castagne secche in acqua bollente, con un pizzico di sale e un cucchiaio di zucchero. Quando saranno cotte, lasciatele scolare poi pesatene circa 1 Kg. Ponete le castagne cotte in una teglia e con i rebbi di una forchetta lavorate le castagne fino ad ottenerne una purea. Per far prima, potrete passarle al passapatate. Unite al savór, mescolate per bene e, per ottenere un impasto non troppo liquido, aiutatevi aggiungendo del pane raffermo, tostato e grattugiato. Incorporatene la quantità giusta per ottenere una consistenza morbida e composta. Questa ricetta ci presenta un impasto molto vecchio, semplice ed essenziale.
L’impasto dovrete ora farlo riposare al fresco della cantina per 2-3 settimane. Una settimana prima del Natale si iniziava il confezionamento dei tortellini. Mettete la farina a fontana sull’asse e nel centro si mettono tutti gli ingredienti. Mescolateli, amalgamandoli con la lama di un coltello da tavola, aggiungete il latte pian piano, poi lavorate la pasta a mano fino a che diverrà morbida. Lasciate riposare la pasta per un paio d’ore, in una teglia coperta con un canovaccio. Preparate una sfoglia, lavorando con il matterello, dello spessore di 3 mm. circa. Sul bordo della sfoglia disponete, col cucchiaio, dei mucchietti di ripieno (circa mezzo cucchiaio di ripieno ognuno ed alla stessa distanza l’uno dall’altro. Ripiegate la pasta sopra di essi poi, aiutandovi con un bicchiere capovolto (o con la rotellina), premete sulla pasta fino ad ottenere un fagottino a forma vagamente di una “mezza luna”. Premete sui bordi per rinforzarne la chiusura.
Cottura al forno:
Con un tuorlo d’uovo sbattuto in una scodella ed un pennellino, aspergete ogni tortellino con una “pennellata” di tuorlo sbattuto e sopra disponete un po’ di granella di zucchero. Infornate in forno preriscaldato a 180° e cuocete per il tempo necessario (20-30 minuti circa) fino a che vedrete imbiondire la pasta dei tortellini. Estraeteli e lasciateli raffreddare su di un canovaccio di bucato, al fresco, per 5-6 giorni prima di consumarli.
Fritti nello strutto:
In una capiente padella fate sciogliere e portate a temperatura lo strutto di maiale fresco. Per evitare gli schizzi di strutto bollente, ponete all’interno della padella 2-3 stuzzicadenti di legno. Fate friggere i tortellini, rigirandoli per una cottura omogenea Quando saranno delicatamente ambrati, toglieteli dalla padella e poneteli su carta assorbente. Appena fritti, aspergeteli con zucchero semolato o, più modernamente, con zucchero a velo. Lasciateli riposare due-tre giorni prima di consumarli.
Tratto da: La cucina contadina modenese
Autore: Sandro Bellei
Edizioni CDL
Anno 2014