Il Galateo in tavola per tutti i buongustai
Educazione a tavola non significa essere commensali ricercati, raffinati e snob, ma vuol dire sapersi attenere a quelle norme di comportamento semplice e ormai note che fanno di un buongustaio anche una persona bene educata.
La simpaticissima Maria Regina Colombo ha preparato un singolare decalogo per il commensale perfetto: vai la pena di leggerlo e di seguirne i più preziosi suggerimenti.
Evitare un ritardo che superi il quarto d’ora quando si è attesi per un pranzo.
Non iniziare a mangiare prima che tutti siano stati serviti.
Non esordire con un «buon appetito».
Non parlare a bocca piena.
Non masticare rumorosamente e non servirsi dello stuzzicadenti a tavola.
Non ripulire il fondo del piatto (non fare scarpetta).
Non tagliare la carne tutta a pezzetti.
Non spalmare il cibo con salse servite a parte.
I noccioli di olive e ciliegie vanno fatti cadere nel pugno socchiuso davanti alle labbra e poi depositati in disparte nel piatto.
I gomiti devono essere aderenti alla persona e non appoggiati sul tavolo.
Le gambe non vanno accavallate.
Non fumare tra una portata e l’altra: il galateo lo consente solo alla fine del pasto.
Non profumarsi troppo: è sgradevole essere inebriati da un olezzo che nulla ha a che fare con l’aroma dei cibi.
iIl tovagliolo non va infilato nel colletto, ma appoggiato sulle ginocchia.
Non prendete il sale con le mani o con la punta del coltello.
Non soffiate sulla minestra per raffreddarla.
Inclinate la fondina per raccogliere il brodo sempre verso il centro tavola.
Le posate non vanno impugnate come armi.
Al termine della portata saranno poste (perpendicolarmente al commensale) a forma di V rovesciato, cioè con la punta rivolta verso il centro del tavolo.
Non adoperate il cucchiaio per avvolgere gli spaghetti e le tagliatelle.
Il coltello non si porta mai alla bocca.
Il formaggio deve essere tagliato con il coltello e posato su un boccone di pane.
I fiori alla padrona di casa vanno possibilmente inviati tramite il fioraio e non portati personalmente.
Tratto da: Gustose storie di gastronomia
Autore: Vico Molinari
Anno 1991