I Santi de Al Barnardon dal 7 al 13 Agosto
7 agosto
Domenico nacque nel 1170 a Caleruega, un villaggio montano della Vecchia Castiglia (Spagna), si distinse fin da giovane per carità e povertà. Convinto che bisognasse riportare il clero a quella austerità di vita che era alla base dell’eresia degli Albigesi e dei Valdesi, fondò a Tolosa l’Ordine dei Frati Predicatori che, nato sulla Regola agostiniana, divenne nella sostanza qualcosa di totalmente nuovo, basato sulla predicazione itinerante, la mendicità (per la prima volta legata ad un ordine clericale), una serie di osservanze di tipo monastico e lo studio approfondito. San Domenico si distinse per rettitudine, spirito di sacrificio e zelo apostolico. Le Costituzioni dell’Ordine dei Frati Predicatori attestano la chiarezza di pensiero, lo spirito costruttivo ed equilibrato e il senso pratico che si rispecchiano nel suo Ordine, uno dei più importanti della Chiesa. Sfinito dal lavoro apostolico ed estenuato dalle grandi penitenze, il 6 agosto 1221 muore circondato dai suoi frati, nel suo amatissimo convento di Bologna, in una cella non sua, perché lui, il Fondatore, non l’aveva. Gregorio IX, a lui legato da una profonda amicizia, lo canonizzerà il 3 luglio 1234.
8 agosto
Discendente della nobiltà castigliana, nata ad Aza, beata Giovanna vide i suoi tre figli ascendere l’altare: Antonio, Mannes e Domenico. Quest’ultimo sembra aver occupato un posto di predilezione nel suo cuore: fu ottenuto e atteso nella più fervorosa preghiera, preannunziato alla mamma come un fremente segugio che stringe fra i denti una fiaccola con la quale illuminerà e incendierà il mondo. Giovanna morì a Caleruega intorno al 1200.
9 agosto
San Tommaso da Cantalupo, Vescovo del XIII secolo di Hereford, in Inghilterra, discendeva da una famiglia originaria dell’ltalia, probabilmente Cantalupo nel Sannio. Tommaso nacque in Inghilterra ad Hambleden e venne battezzato con un nome ispirato alla devozione per San Tommaso Becket, l’Arcivescovo Martire di Canterbury. Uomo di studio e di dottrina, dovette comportarsi anche come uomo di azione, per comporre controversie che, nate da questioni dottrinali, sfociavano poi in contrasti pratici e addirittura in fazioni politiche. Il Vescovo di Hereford dovette sfoderare il suo spirito combattivo quando si accese una controversia tra lui e il nuovo Arcivescovo di Canterbury, Giovanni Peckham. Morì a Montefiascone, sul lago di Bolsena, nel 1282 e fu sepolto nel monastero di San Severo.
10 agosto
Fin dai primi secoli del cristianesimo, s. Lorenzo viene generalmente raffigurato come un giovane diacono rivestito della dalmatica, con il ricorrente attributo della graticola o, in tempi più recenti, della borsa del tesoro della Chiesa romana da lui distribuito, secondo i testi agiografici, ai poveri. Gli agiografi sono concordi nel riconoscere in Lorenzo il titolare della necropoli della via Tiburtina a Roma È certo che Lorenzo è morto per Cristo probabilmente sotto l’imperatore Valeriano, ma non è così certo il supplizio della graticola su cui sarebbe stato steso e bruciato. Il suo corpo è sepolto nella cripta della confessione di san Lorenzo insieme ai santi Stefano e Giustino. I resti furono rinvenuti nel corso dei restauri operati da papa Pelagio II. Numerose sono le chiese in Roma a lui dedicate, tra le tante è da annoverarsi quella di San Lorenzo in Palatio, ovvero l’oratorio privato del Papa nel Patriarchio lateranense, dove, fra le reliquie custodite, vi era il capo.
11 agosto
Alessandro ci è noto soltanto per un episodio della Vita di san Gregorio il Taumaturgo, scritta da san Gregorio Nisseno. Gli abitanti di Comana (nel Ponto) invitarono il Taumaturgo a recarsi nella loro città per organizzarvi la comunità cristiana. Quando si trattò di scegliere il vescovo, i vari candidati furono a uno a uno scartati dal santo visitatore. Qualcuno allora, per irritazione o per scherno, propose un carbonaio, Alessandro. Il Taumaturgo lo mandò a chiamare: Alessandro si presentò, lacero e nero di fuliggine. San Gregorio, informatosi minuziosamente su di lui, capì di trovarsi dinnanzi un uomo eccezionale. Alessandro, infatti, era stato ricco e filosofo: aveva tutto abbandonato ed esercitava quell’umile mestiere per ascesi. La scelta quindi cadde senzaltro su di lui, che fu vescovo degnissimo. Alessandro morì martire, bruciato vivo in una delle persecuzioni del sec. III, forse sotto Aureliano (270-75). Il santo, che è patrono dei carbonai, viene festeggiato l’11 agosto.
12 agosto
Il Beato Giovanni della Verna nacque a Fermo (AP) nel 1259 da famiglia agiata. All’età di dieci anni fu affidato ai canonici regolari di Sant’Agostino, ma il suo desiderio di una vita ritirata e penitente lo condusse a passare tra le fila dei Frati Minori. L’aspirazione di una maggiore solitudine spinse il Beato Giovanni ad abbandonare nel 1292 i confratelli marchigiani a ritirarsi a La Verna, dove prese l’appellativo di “Giovanni della Verna” a causa della lunga dimora. Un giorno, mentre stava pregando, gli apparve San Francesco e gli disse: “Ecco, figlio mio, le stimmate che desideri vedere!” e gli mostrò le mani, i piedi ed il costato lasciandolo inondato di celeste consolazione. Godette anche della presenza del suo Angelo custode. Il Beato aveva grande devozione per le anime del Purgatorio e durante una celebrazione della messa nel giorno della commemorazione di tutti i defunti, mentre elevava l’ostia, ebbe la visione di una moltitudine di anime che uscivano dal Purgatorio per salire in cielo. Gli ultimi anni della sua vita le dedicò alla predicazione percorrendo l’Italia del Nord e del Centro, convertendo peccatori e riconducendo gli eretici in seno alla madre Chiesa. Operava prodigi, ebbe il dono della profezia e della penetrazione dei cuori, leggeva nelle anime, come su un libro aperto, ricordava ai penitenti le colpe che dimenticavano di confessarsi. Il Beato Giovanni morì il 9 agosto 1322. Il suo culto fu approvato da Leone XIII il 24 giugno 1880.
13 agosto
Le notizie più antiche su s. Cassiano sono riferite da Prudenzio, nei primi anni del V secolo. Nel suo viaggio verso Roma, Prudenzio si ferma a Forum Cornelii (Imola) e venerò le spoglie del martire, custodite in un sarcofago al di sopra del quale erano raffigurati alcuni episodi del martirio. Non si conosce l’anno del martirio né la pena subita. Non è considerata attendibile la versione tramandata da Prudenzio, secondo il quale Cassiano, che esercitava la professione di insegnate, sarebbe stato condannato ad essere ucciso dai suoi stessi allievi con gli stiletti usati per incidere le loro tavolette. Se fosse vera questa tradizione bisognerebbe pensare ad un martirio subito non ad opera di un magistrato romano, ma nell’ambito di sommosse popolari. Il culto si estese anche a Milano intorno al 450 e in Tirolo, mentre una raffigurazione del santo è presente a Ravenna, in Sant’Apollinare Nuovo. Nel corso del XII secolo si diffonde un leggenda che fa del Santo l’apostolo di Sabiona, in Tirolo, esiliato a Imola dai pagani, ove subì il martirio narrato da Prudenzio. A Imola la leggenda subisce un’ulteriore corruzione e Cassiano risultò vescovo della città.