I Santi de “Al Barnardon” dal 26 Giugno al 2 Luglio
26 giugno
I santi Giovanni e Paolo, vissuti nel IV secolo, furono fratelli di fede oltre che di fatto. Le informazioni su di loro sono discordanti e risalgono soprattutto ad una “Passio” in parte leggendaria: Essi sarebbero stati due cristiani ricchi e particolarmente caritatevoli, che Giuliano l’Apostata avrebbe condannato ad essere decapitati e sepolti sotto la loro abitazione. Sembra però che il martirio di Giovanni e Paolo potrebbe essere avvenuto almeno 50 anni prima, all’epoca di Diocleziano, perché le persecuzioni di Giuliano avvennero in Oriente. Ad ogni modo, sotto la basilica Celimontana a loro dedicata sono stati ritrovati resti di una villa romana abitata da cristiani, con il piccolo vano della “confessio” che reca affreschi di scene di martirio, sotto cui c’è una fossa per il seppellimento di due corpi.
27 giugno
Crescenzio, vescovo e martire del I secolo, fu un discepolo di S. Paolo. Da Roma partì per la Gallia dove fondò la chiesa di Vienne, poi passò in Germania dove fondò quella di Magonza. Giunse poi in Turchia dove morì ancora giovane.
28 giugno
Santa Adelia, di nobile famiglia, si dedicò alla vita monacale ed ai poveri fondando l’ospedale ad Orple-Grand, in Belgio, dove lei e le consorelle vissero umilmente per anni dedicandosi agli ammalati ed ai bisognosi, che servì fino alla morte avvenuta verso il 670.
29 giugno
Pietro e s. Paolo furono due apostoli e due personaggi diversi, ma entrambi fondamentali per la storia della Chiesa del primo secolo così come nella costruzione di quelle radici dalle quali si alimenta continuamente la fede cristiana. Pietro, nato a Betsaida in Galilea, era un pescatore a Cafarnao. Fratello di Andrea, divenne apostolo di Gesù dopo che questi lo chiamò presso il lago di Galilea e dopo aver assistito alla pesca miracolosa. Da sempre tra i discepoli più vicini a Gesù fu l’unico, insieme al cosiddetto «discepolo prediletto», a seguire Gesù presso la casa del sommo sacerdote Caifa, fu costretto anch’egli alla fuga dopo aver rinnegato tre volte il maestro, come questi aveva già predetto. Ma Pietro ricevette dallo stesso Risorto il mandato a fare da guida alla comunità dei discepoli. Morì tra il 64 e il 67 durante la persecuzione anticristiana di Nerone. San Paolo, invece, era originario di Tarso: prima persecutore dei cristiani, incontrò il Risorto sulla via tra Gerusalemme e Damasco. Baluardo dell’evangelizzazione dei popoli pagani nel Mediterraneo morì anch’egli a Roma tra il 64 e il 67.
30 giugno
La ricorrenza dei Primi martiri della Chiesa romana commemora i santi rimasti senza nome, i quali morirono atrocemente a causa della persecuzione scatenata dall’imperatore Nerone (54-68) a Roma, a partire dal luglio 64 e protrattasi fino al 67. La persecuzione seguì quasi immediatamente all’incendio di Roma, scatenatosi nella notte del 18 luglio 64 e fu un’iniziativa dell’imperatore, il quale tentò di utilizzare questa mossa sanguinaria per allontanare da sé l’ira del popolo. Lo storico latino Tacito che pur non vedeva di buon grado questa setta nascente, nei suoi Annales, non nascose una certa compassione verso i Cristiani. Le maggior parte delle esecuzioni, stando al racconto di Papa Clemente, avvenivano presso i giardini vaticani, messi a disposizione per questo scopo dal crudele Nerone. I metodi di esecuzione erano tra i più ambigui e non risparmiavano affatto crudeli beffe per i condannati. Numerosi cristiani, presso i giardini del colle Oppio, vennero cosparsi di pece e venne appiccato loro fuoco affinché fornissero luce nella notte; bambini e donne vennero ricoperti della pelle di alcuni animali e offerti in pasto alle bestie feroci; altri cristiani vennero invece crocifissi o ancora decapitati. Tra le vittime più illustri di questa persecuzioni ci furono i due più grandi apostoli, capostipiti della Chiesa Romana: Pietro, condannato al supplizio della crocifissione nel circo neroniano, e Paolo, l’instancabile missionario, decapitato alle Aquae Salvie verso l’anno 65 (o 67).
1 luglio
Santa Regina, rimasta vedova del conte Beato Adalberto di Hainaut, fondò il monastero di Denain. La santa Regina fu in realtà una contessa che andò in sposa al conte Adalberto. Visse nella Francia dell’VIII secolo ed era discendente di un’importante famiglia, quella dell’Hainaut. Ebbe una figlia, Renfrida. Regina si dedicò appieno alla fondazione di un nuovo monastero nei pressi di Valenciennes, a Denain, città celebre per i suoi pizzi. Nel monastero la contessa prese il velo come suora benedettina e abbracciò l’obiettivo della propria santificazione attraverso la preghiera e il duro lavoro. Nel frattempo la figlia Renfrida era stata prescelta come badessa del monastero, divenendo quindi, madre spirituale della madre genetrice. Santa Regina si sottomise alla figlia badessa dando origine ad un capovolgimento di posizioni. Molto poco si sa delle vicende storiche di santa Regina ma l’antichità del culto che le è stato conferito è conferma delle sue virtù di santa della contessa che porterà, per sempre, il nome di santa Regina.
2 luglio
Ottone nacque a Mistelbach, in Franconia, nel 1062, ai tempi della «lotta per le investiture», aspro sostenuta dai Papi contro Enrico IV, e, dopo di lui, contro il successore Enrico V, ambedue scomunicati. Proprio Enrico IV, che molto lo stimava, aveva nominato Ottone vescovo di Bamberga. Dopo la morte dell’imperatore, egli scese a Roma dove il Papa Pasquale Il gli conferì il pallio, confermandolo quindi vescovo di Bamberga. Si ebbe così il caso singolare di un vescovo legittimo per la Chiesa e ben accetto all’Imperatore. Gli sforzi di Ottone contribuirono così alla definizione di un Concordato tra Chiesa e Impero, stipulato nella famosa Dieta di Worms, nel 1122. Quando Boleslao, re di Polonia, conquistò la Pomerania, chiamò ad evangelizzare il «padre dei monaci », Ottone. Partito con venti sacerdoti battezzò ventimila pagani, convertì sette città e fondò altre undici chiese. In una di queste città, i pagani gli tesero un’imboscata. Assalito nottetempo fu lasciato esanime. Morì di lì a breve a Bamberga, nel 1139.