I primordi della “Sgambada” 1972-1976
A prima vista sembra una cosa semplice.
Che cosa ci vuole per organizzare una corsa podistica?
Basta trovare un percorso che sia impegnativo ma non così esteso da scoraggiare chi gareggia per puro spirito amatoriale. I partecipanti si reperiscono facilmente, specialmente nei piccoli centri, dove manifestazioni di questo tipo offrono l’occasione di farsi un allegra scampagnata domenicale.
Chi non disdegna di mettersi in scarpette e maglietta magari in un tiepido fine settimana primaverile o autunnale? Eppure per Leonardo Artioli, promotore e ispiratore della Sgambada, non è stato tutto così scontato.
Non che a Mirandola non fossero già state allestite altre competizioni sportive. Nel biennio 1969-70 lo stesso Artioli, il compianto prof. Romeo Valeri e il dott. Saverio Montella, avevano dato vita al trofeo “Al meglio”. Nel 1972 invece l’idea è di creare una corsa popolare, che sia alla portata di giovani e meno giovani. Artioli si attiva subito alla ricerca di fondi e trova un appoggio fondamentale fra i commercianti di Via Curtatone. gruppo di cui lui stesso fa parte. Il lunario “Al Barnardon”, il Comune e l’Avis forniscono un altro contributo decisivo.
Le difficoltà organizzative sono evidenti se riferite ad alcuni particolari. Artioli si rende ben presto conto che il costo dei pettorali è proibitivo, ma giungono in suo soccorso il tipografo Giuseppe Golinelli e Libero Neri. Come sarà evidenziato dalle numerose foto che seguono, vengono confezionati dei cartoncini sui quali la numerazione viene apposta a mano.
Come tutte le manifestazioni sportive che si rispettano, anche la Sgambada ha il suo dominatore incontrastato. Nel primo decennio della gara podistica, a partire dal 1972 anno della prima Sgambada, l’atleta ferrarese Massimo Magnani si aggiudica sei vittorie, di cui 4 consecutive dal ’75 al ’78. Un primato che resiste ancora oggi e che testimonia peraltro anche il legame affettivo che unisce il plurivincitore alla città dei Pico.
In un’intervista alla Gazzetta di Modena, Magnani dichiara: “Mirandola mi porta fortuna, ogni anno devo tornarci e quando vinco qui tutta la stagione mi è favorevole”.
Sono questi gli anni in cui il podismo compie il salto di qualità e diventa una disciplina regolata da nuovi e più rigorosi metodi di allenamento. Ce lo spiega lo stesso Magnani in un suo articolo pubblicato sull””Unità”.
“Il ’74 è stato l’anno zero. […] La divulgazione di notizie più precise riguardanti le metodiche di preparazione, l’alimentazione da seguire e soprattutto un maggiore impegno federale hanno portato la maratona italiana all’avanguardia in campo internazionale. […] Da allora si corre un’altra maratona, ora ci si può vantare di avere una scuola valida e considerata moltissimo in campo internazionale…
Anche il sorgere e il consolidarsi della Sgambada si inserisce quindi in un più generale processo di affermazione delle corse podistiche, che trova nei piccoli centri un terreno fertile ancor più ricco di entusiasmo e di voglia di fare. Ripercorriamo i primi anni della manifestazione attraverso le immagini dell’epoca; i protagonisti hanno la possibilità di rivedersi con qualche chilo in meno e qualche capello in più. Giovanni Moi – Tratto da “Un secolo di sport a Mirandola” Anno 2004 – Edizioni “Al Barnardon”