Deputazione di Storia Patria per le antiche Province Modenesi

Deputazione di Storia Patria per le antiche Province Modenesi

27 Febbraio 2025 0

Quando si leggono ricerche di eminenti storici emiliani capita spesso citato il riferimento alla “Deputazione di Storia Patria”, di cui Don Felice Ceretti ne era un autorevole membro, forse però non tutti sanno però cos’è questo storico ente.

Negli anni post-unitari in tutta Italia gli studi storici conobbero nuovi impulsi e nuovi interessi, e si potè as­sistere ad una fioritura di pubblicazioni di monografie illustrative di ricerche sul passato ed anche di romanzi storici ad ampia diffusione popolare. In questo clima, in questo ambiente, il governatore dell’Emilia e Roma­gna Luigi Carlo Farini, su invito del ministro della Pubblica Istruzione Antonio Montanari, e su consiglio del segretario generale del ministero, il vignolese Fran­cesco Selmi, con decreto datato 10 febbraio 1860, isti­tuì tre Deputazioni di storia patria nel rispetto delle antiche divisioni della regione in ducati e legazioni, con una sede a Modena con giurisdizione sulle provin­ce di Reggio Emilia, di Massa e Carrara, una a Parma, una a Bologna, estesa al territorio della Romagna; suc­cessivamente anche Ferrara divenne sede di una Depu­tazione.

Il termine Deputazione di storia patria ricalca­va la denominazione data fino dal 1838 dal re del Pie­monte Carlo Alberto alla società di studi fondata a To­rino. Fine primario dell’associazione era la promozione delle ricerche storiche e infatti il primo atto fu l’aper­tura degli archivi a tutti gli studiosi; attraverso la con­sultazione, il confronto, l’interpretazione dei documen­ti ci si proponeva di arrivare all’esame e all’illustrazio­ne della storia, della cronaca, dell’arte, della tradizio­ne, del folclore locali.

Primo presidente della Deputa­zione di storia patria per le antiche province modenesi fu mons. Celestino Cavedoni, illustre letterato, storico, archeologo, numismatico, epigrafista, teologo, ed è il caso di annotare che in questi anni furono soci corri­spondenti della Deputazione eminenti studiosi quali Cesare e Giuseppe Campori, Carlo Malmusi, Luigi Carbonieri, Francesco Ferrari Moreni, Carlo Borghi, Paolo Guaitoli, Giuseppe Campi. Le vicende dell’asso­ciazione furono varie; nel 1864 si ebbe la fusione tra le Deputazioni di Modena e di Parma; nel 1877 si arrivò alla fusione di tutte quattro le Deputazioni emiliane; nel 1892 ognuna riacquistò la propria autonomia.

L’attività si svolse lungo due linee principali, lo svol­gimento di sedute di studio, documentate a fine anno nella pubblicazione degli «Atti e memorie», e la ricerca storica che diede origine ad una serie di importanti vo­lumi, intitolata «Monumenti di storia patria», com­prendenti le antiche cronache e gli statuti comunali, e successivamente altre importanti monografie su argo­menti vari, sempre di storia locale.

Nel 1931, compiuto il restauro della canonica della chiesa di S. Maria Pomposa, dal 1716 al 1750 abitata dal prevosto don Lodovico Antonio Muratori, nota co­me F «Aedes Muratoriana», la Deputazione di storia patria vi trasferì la propria sede, qui ebbe gli uffici, la sala per riunioni, l’archivio, la biblioteca; qui trovaro­no posto anche il Museo muratoriano e il Centro studi muratoriani.

In tutti questi anni l’attività della Deputazione fu notevole. Periodicamente vennero organizzate tornate di studio; le comunicazioni dei soci furono sempre nu­merose e interessanti; in occasione di ricorrenze varie, anniversari di nascite e di morti di personaggi illustri, si tennero convegni, tra i quali meritano di essere ri­cordati quelli celebrativi di Lodovico Antonio Murato­ri, di Benedetto Bacchini, della fondazione dell’abba­zia di Nonantola, di Luigi Riccoboni, di Alessandro Tassoni, di Jacopo Barozzi, di Celestino Cavedoni, del cardinale Giovanni Morone, di Jacopo Berengario, del duca Francesco V e gli altri sul folclore locale, sulle valli appenniniche del Panaro, del Dolo, del Dragone, del Leo, del Rossenna, del Tiepido, sul territorio del Medio Frignano e di Pavullo, dell’Alto Frignano e di Pievepelago.

Ancora è il caso di ricordare che in questi anni furo­no soci corrispondenti della Deputazione ben noti cul­tori di studi locali quali Arsenio Crespellani, Marco Antonio Parenti, Francesco Selmi, Giovanni Galvani, Adolfo Galassini, Giovanni Sforza, Nicomede Bianchi, Paolo Gaddi, Alessandro Giuseppe Spinelli, Matteo Campori, Felice Ceretti, Pietro Bortolotti, Luigi Fran­cesco Valdrighi, Giuseppe Silingardi, Luigi Vischi, Naborre Campanini, Angelo Secchi, Tommaso Casini, Tommaso Sandonnini, Bernardino Ricci, Dante Pantanelli, Venceslao Santi, Adolfo Venturi, Giuseppe Vandelli, Domenico Fava, Arrigo Solmi, Giulio Bertoni, Leone Tondelli, Giovanni Canevazzi, Emilio Paolo Vi­cini, Federico Patetta, Angelo Mercati, Andrea Ballet­ti, Guido Bucciardi, Gusmano Soli, Giuseppe Cavazzuti, Cesare Cesari, Gino Roncaglia, Alfonso Morselli, Roberto Salvini, Pietro Puliatti, Giovanni Castagna, Fernando Manzotti, Giuseppe Dossetti, Adamo Pedrazzi, Giovanni Spadolini e altri ancora che citare sa­rebbe lungo. Presidenti furono Celestino Cavedoni, dal 1860 al 1865, Carlo Malmusi, dal 1866 al 1874, Giu­seppe Campori, dal 1874 al 1887, Pietro Bortolotti, dal 1877 al 1894, Arsenio Crespellani, dal 1895 al 1900, Benedetto Malmusi, nel 1900, Giorgio Ferrari Moreni, dal 1901 al 1923, Tommaso Sandonnini, dal 1924 al 1927, Giovanni Canevazzi, dal 1927 al 1932, Emilio Paolo Vicini, dal 1933 al 1946, Tommaso Sor­belli, dal 1946 al 1964, Franco Violi, dal 1964 al 1977, Giorgio Boccolari dal 1977 .

Tratto da: Enciclopedia Modenese

Autori: Giancarlo Silingardi – Alberto Barbieri

“Il Segno” Editrice

Anno: 1994

Lascia un commento

Your email address will not be published.