Mirandola – Via Curtatone e Vi.lo della Breccia
Questa via, che nel 1730 è denominata “Strada che va lateralmente dal Duomo alla Piazza”, nel 1786 è chiamata “il Canaletto de’ Morti”. Nel 1828 “Stradello detto del Canal de’ Morti”.
Questa via, che nel 1730 è denominata “Strada che va lateralmente dal Duomo alla Piazza”, nel 1786 è chiamata “il Canaletto de’ Morti”. Nel 1828 “Stradello detto del Canal de’ Morti”.
L’è passaa n’an esatt da quand un grupp ad facinoros dal Poggio, Lucio Soffiati e Luca Boni, i han sequestraa un simbolo dla Mirandla, al Barnardon.
Gianna Paltrinieri nasce a Mirandola il 19 giugno 1915. E’ figlia del famoso corridore ciclista Brunetto che partecipò al primo giro d’Italia nel 1909 con ottimi risultati e di Antonietta Suozzi di professione camiciaia. Bellissima ma esile e minuta fu da subito chiamata Giannina.
Al 146 di via di Mezzo, nei dintorni di San Giacomo Roncole, alle spalle di un maestoso cancello,si erge Villa Frassineti,la villa di Fatima Miris.
Alla Mirandola c’è una via (in realtà ce ne sono molte, eh eh eh) che fino agli anni ’60 era conosciuta anche come “la strada di marangon”; infatti vi erano ubicate parecchie botteghe di falegnameria.
Trovo che il periodo che stiamo vivendo, dal punto di vista delle opportunità di lavoro, abbia parecchie analogie con i primi anni ’50 quando, appena usciti da un periodo di distruzione e di divisioni, sociali e politiche, si cercava di trovare soluzioni occupazionali che consentissero un reale ed effettivo ritorno ad una autonoma normalità.
Nel biennio 1551-1552, la Mirandola subisce il più lungo assedio della sua storia uscendone però vincitrice ed accrescendo la propria fama (alee-ooh, alee-ooh).
Parchè i gh’issan miss cal scutmài, me ad precis, an lo mai savù. O parchè al na fuss sta tant puntual a far un lavor, o a restituir un qualch prestit – essend curt ad memoria – ma sopratutt parchè, a ritegn ch’al ghis più ciacri che fatto .
Doveva essere un personaggio davvero singolare Augusto Raimondi (prozio di Luigi Girati).
Quarantanni prima della sua morte scrive il testamento e lascia disposizioni per li suo funerale……
“Al limunàr” vendeva quasi 3000 copie dal Barnardón ogni anno, ed anche elastici, noce moscata, limoni e tacapàgn, le grucce appendiabiti. Camminava ciondolando lentamente lungo le corsie tra i banchi del nostro mercato tenendo i prodotti sul palmo delle mani e in una cesta di vimini.