Bello a sapersi – Il Santo Patrono di Mirandola e la testimonianza del 1900 del Prevosto di San Possidonio.

Chimico, nato a Mirandola nel 1958, ha lavorato a lungo come responsabile vendite presso una multinazionale di materie plastiche ma è soprattutto un appassionato di storia locale di cui è da anni un attento lettore. Dopo aver arricchito la propria biblioteca di numerosi testi su Mirandola e la Bassa Modenese e raggiunta recentemente la pensione ha iniziato la collaborazione con Al Barnardon per condividere e contribuire a divulgare la splendida storia delle nostre terre, spesso sconosciuta o ignorata da molti dei suoi stessi abitanti.

Reliquiario con i resti di San Possidonio
Il Santo Patrono di Mirandola e la testimonianza del 1900 del Prevosto di San Possidonio.
Sull’ INDICATORE del febbraio del 1900 (pag. 87) da “Al Barnardon-Stampe storiche” troviamo una pubblicazione che ritengo sia di particolare interesse per la nostra comunità.
https://drive.google.com/file/d/1gPDLxa_GkjOj8XwcTT0-VoyFLqzW4hPy/view
Si tratta del resoconto d’epoca riportato in prima persona dal Prevosto della chiesa di San Possidonio, il Reverendo Clearco Conti.
La chiesa di San Possidonio come si sa conserva tutt’ora le presunte reliquie del Santo Protettore non solo della stessa città di San Possidonio ma anche di Mirandola, i Pico infatti lo elessero protettore di Mirandola proprio per la presenza delle sue reliquie in una chiesa sul territorio della loro Signoria, nonché in passato Santo Protettore anche della città di Carpi, prima che i Pio decidessero di distinguersi in modo definitivo dalla discendenza famigliare comune con i Pico della Mirandola.
I dubbi sulla veridicità della presunta traslazione delle ossa del santo dalla Puglia a San Possidonio, che da allora prese il nome del Santo, sono ben documentati nel libretto dello storico dell’800 Luigi Maini recentemente pubblicato sul sito di Al Barnardon : Maini 1857 – La traslazione del corpo di San Possidonio
Vi sono inoltre diversi dubbi sulla stessa esistenza del Santo, che probabilmente è stato storicamente confuso con San Possidio, vescovo africano tra i primi discepoli di Sant’Agostino, https://albarnardon.it/bello-a-sapersi-maurizio-bonzagni-san-possidonio-il-patrono-di-mirandola/. Oltre a tutto questo è però interessante leggere la testimonianza del parroco della chiesa di San Possidonio, riportata appunto sull’Indicatore di febbraio 1900, protagonista esecutore della realizzazione di quella cassetta che raccolse quelle reliquie del Santo che attualmente risiedono nel reliquario conservato nella chiesa del paese.
Egli infatti testimonia che al momento di prendere possesso della guida pastorale della parrocchia e della chiesa di San Possidonio nel 1862 la cassa di marmo, trovata in profondità durante gli scavi effettuati per la ristrutturazione della chiesa contenente i resti attribuiti al Santo, dopo il rifiuto formale della Curia Vescovile nel 1769 di permetterne il culto per la mancanza di notizie certe sulla loro reale appartenenza al Santo, fu conservata aperta dietro l’altare, difesa da un semplice cancello, per anni.

Come facilmente si può intuire e come testimonia lo stesso reverendo, le reliquie furono oggetto di incetta da parte di fedeli che, nonostante i dubbi della Curie, continuavano a venerare le reliquie e se ne impossessarono per farne un uso privato. Sdegnato di tanto sacrilegio Don Conti decise quindi di raggruppare i pochi resti di ossa per sottrarli allo scempio, esprimendo anche il dubbio che fossero mischiate con ossa di altri defunti, e li depose in una cassetta. Resti che successivamente furono trasferiti in un reliquario definitivo più dignitoso.
E questo è ciò che, tra mille dubbi, ci resta del Santo Patrono della Mirandola e di San Possidonio. Culto che fu nuovamente autorizzato per San Possidio dal Vescovo nel 1937 (autorizzando altresì l’uso del nome di San Possidonio)