Primo Calanca

Primo Calanca

23 Settembre 2025 0

Giorni fa, a Mirandola, si è svolta la presentazione del Giro dell’Emilia con partenza da Mirandola ed il mio pensiero è andato ad un personaggio che ha fatto la storia del ciclismo mirandolese e che ha portato nella nostra città i campioni dell’epoca.

È sicuramente vero che agli inizi degli anni Sessanta il nome di Primo Calanca era considerato fra i noti manager del ciclismo italiano, dapprima nel settore dei corridori dilettanti e in seguito del mondo professionistico.

Infatti, esattamente nel 1961, dopo un numero quasi infinito di vittorie e di piazzamenti nel settore dei dilettanti, lo sguardo attento di Primo Calanca si allarga verso il settore dei professionisti, vale a dire verso l’elite del ciclismo che conta. E anche in questo campo non mancheranno le soddisfazioni, anche perché il settore dei dilettanti, seppure importante, comincia a stare un po’ stretto alla Società Ciclistica Mirandolese e al suo onnipresente “profeta”. Basterà pensare, per fare un piccolo passo indietro, che all’annata sportiva 1956 la S. C. Mirandolese con i suoi atleti, aveva preso parte a ben 102 gare in bicicletta, con un bilancio di 12 corse vinte, due affermazioni nel settore dei veterani e vittorie nelle gare su pista. Era il magico momento in cui la Mirandolese poteva contare su un campione come Mario Minieri che, come è già stato accennato, passerà presto fra i professionisti, vincendo perfino una importante tappa del Tour de France.

Ma, come si è detto, la giusta ambizione di Primo Calanca, grazie anche alla notevole stima maturata presso i maggiori dirigenti della Federazione Ciclistica Italiana, continua a pensare in grande, cioè pensa alle grandi gare con i più celebrati campioni internazionali.

E infatti, sempre nel 1961 un concreto segnale di questa stima per Calanca a livello nazionale si concretizza durante l’arrivo del Giro d’Italia a Modena. In una serata di gala sportiva, al Teatro Storchi di Modena, il famoso campione Gino Bartali consegna a Primo Calanca una “Targa d’Oro” al merito sportivo.

E a sottolineare la valenza sportiva della Mirandolese, dei suoi dirigenti e dei suoi atleti, sarebbe sufficiente ricordare che nel corso della stagione agonistica nel settore dilettanti, le gloriose maglie gialloblu vinsero tre gare con il dilettante Angelo Traili (fra cui la celebre Popolarissima Delle Palme, classica gara carpigiana), mentre una vittoria ciascuno spettò a Giuliano Cremonini e a Pietro Zani.

La Mirandolese (e questo il dato forse piu interessante) prese parte durante l’intera stagione a 115 gare, portando a casa, oltre 5 vittorie sopra elencate, 26 piazzamenti dal secondo al quinto posto e altri 85 piazzamenti dal sesto al quindicesimo posto. Le coppe e i trofei conquistati furono 12. L’anno seguente 1962), la Società Ciclistica Mirandolese riuscì ad organizzare una dozzina di gare, tutte di alto livello; va ricordato che in quell’anno la compagine mirandolese era formata da Pietro Cersa e Angelo Traili (dilettanti) oltre a Nello Olivetti che era corridore direttore tecnico, mentre il direttore sportivo era Onelio Vicenzi.

Gli allievi e gli esordienti erano Vanni Calanca, Bruno Guerzoni, Pio Tinchelli, Virgilio Marchesi, Giampaolo Marchetti e Arturo Bellodi. Non mancava anche il veterano Giovanni Bellini. Possiamo aggiungere che il Presidente effettivo della Mirandolese, in quel tempo, era il comm. Mario Marchiori, mentre Presidente onorario era sempre il cav. Oreste Baratta, affiancati dai vice presidenti Imes Rinaldi, Renzo Zerbini e Silvano Castagnetti. Possiamo infine aggiungere che il cronista pettegolo, curiosando fra i mille appunti che Primo Calanca ha affidato al suo archivio, ha scoperto diversi curiosi episodi rimasti quasi del tutto sconosciuti.

Il primo episodio, che forse avrebbe potuto avere conseguenze non certo positive, avvenne nei pressi di San Felice sul Panaro; si stava correndo il Gran Premio Salumificio Montorsi, una importante gara in linea per dilettanti alla quale partecipavano, fra i tanti altri, anche gli “azzurri” della Nazionale Italiana dilettanti selezionati dal Commissario tecnico Proietti. La gara proveniva dal paese di Medolla e si doveva raggiungere la cittadina di San Felice sul Panaro. Ma poco prima dell’ingresso di San Felice c’era un passaggio a livello sulla ferrovia Bologna – Brennero che un po’ stranamente fu chiuso proprio mentre arrivavano i corridori. A questo punto Primo Calanca, che era il direttore di corsa, scese dalla sua auto e si mise al centro della strada impugnando una vistosa bandiera rossa. Per miracolo riuscì a fermare i corridori proprio davanti alle sbarre. Ma, alla vista di quella grande bandiera rossa, credendo forse che si trattasse di una manifestazione politica, si fermò anche il treno, con un pauroso stridio di freni. In seguito al duplice arresto successe un vero e proprio pandemonio, ma nessun danno. Tuttavia nella stessa serata il Maresciallo dei Carabinieri e il Comandante della Polizia stradale, nel corso di una simpatica cena, allestirono uno scherzoso “processo” contro Primo Calanca, accusato di interruzione di pubblico servizio, e l’imputato fu “condannato” a pagare la cena per tutti.

Cambiando leggermente tema, possiamo aggiungere che, tra una corsa e l’altra, il nome di Primo Calanca allarga la sua notorietà e non è certamente un caso se il 2 Giugno 1970 il Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, nomina Primo Calanca Cavaliere della Repubblica. Poi nel 1975 arriverè la nomina a Cavaliere Ufficiale e il 22 dicembre 1978 giunge anche la nomina a Commendatore.

Il decreto è firmato dal Presidente Pertini e dal Ministro Giulio Andreotti.

Tratto da: Primo Calanca – Una vita per il ciclismo

Autore: Giuseppe Morselli

Anno 2008

Edito dal figlio Vanni Calanca

e l’imputato fu “condannato” a pagare la cena per tutti. Cambiando leggermente tema, possiamo aggiungere che tra una corsa e l’altra, il nome di Primo Calanca allarga la sua notorietà e non è certamente un caso se il 2 giugno 1970 il Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, nomina Primo Calanca Cavaliere della Repubblica. Poi, nel 1975 arriverà la nomina a Cavaliere

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