Ugo Baccarani di Concordia – Il salvataggio dei naufraghi della “Tenda Rossa”

Ugo Baccarani di Concordia – Il salvataggio dei naufraghi della “Tenda Rossa”

26 Novembre 2024 0

Ugo Baccarani, il capitano di Marina che contribuì a salvare i naufraghi della “Tenda Rossa”

“Domenica 2 settembre 1928 il paese di Concordia si è am­mantato di Tricolore per salutare con una festa degna delle sue tradizioni patriottiche, gli eroi dell’Artide: capitano Ugo Bac­carani, sottotenente Ettore Pedretti, sergente maggiore Enzo Biagi. Tutte le associazioni con in testa il Fascio, i Balilla e i Sindacati hanno fatto ala ai tre reduci radiotelegrafisti della spedizione al Polo Nord del generale Nobile, che sono stati portati in trionfo. Straordinaria era l’illuminazione del cen­tro storico del paese, mentre il Municipio ha offerto in loro onore un ricevimento e un banchetto in piazza della Vittoria al quale hanno partecipato oltre 100 persone e tutte le auto­rità politiche, civili e religiose.

La banda cittadina ha suonato, tra l’entusiasmo generale, gli inni patriottici e allo spumante il cav. Zannoni, podestà di Concordia, ha salutato gli eroi a nome della cittadinanza, onorata di ospitare i soldati della Pa­tria cha hanno tenuto alto il nome dell’Italia”.

Questa cronaca connotata dallo stile retorico del tempo, pubblicata sulla “Gazzetta dell’Emilia” del 5 settembre ’28, rende testimonianza dei festeggiamenti e degli onori tributati da Concordia ad uno dei suoi figli più illustri e famosi del Novecento. Infatti la memorabile spedizione polare dell’esploratore Nobile si era conclusa da pochi mesi con una tragedia, un evento epocale che si era consumato tra i fasti del Regime e mal celati veleni politici e personali.

L’impresa del dirigibile “Italia”, costruito e comandato dal gen. Umberto Nobile (nel 1926 Nobile condivise con l’esploratore norvegese Roald Amundsen sul dirigibile “Norge” la prima trasvolata del Polo Nord), aveva suscitato un interesse universale per l’arduo obiettivo di esplorare un am­biente estremamente ostile ed uno degli ultimi luoghi della terra ancora poco conosciuti.

Partito da Milano il 23 maggio 1928, il dirigibile “Italia” si sollevò nel cielo della Baia del Re nell’isola di Spitzbergen (Norvegia), per il balzo decisivo verso il tetto del mondo.

Poco dopo la mezzanotte tra il 23 e il 24 maggio il velivolo sorvolava il Polo, lasciando cadere tra il ghiacci una croce benedetta da Pio XI e la bandiera italiana. La tragedia si consumò sulla strada del ritorno in vista delle montagne delle isole Svalbard, quando il dirigibile perse quota e la

cabina investì il pack, sbalzando sul ghiaccio 10 uomini. Uno dei passeggeri morì sul colpo, altri rimasero feriti compreso Nobile, altri sei esploratori rimasero imprigionati nella cabina quando il dirigibile alleggerito riprese quota, di loro si perse ogni traccia. Tra i materiali rovinosamente caduti sul pack, fondamentale fu una tenda che fu poi spruzzata di rosso con l’anilina per renderla più visibile e una radio di soccorso (Ondina 33) con cui i naufraghi lanceranno l’SOS ascoltato il 3 giugno da un radioamatore russo.

Pertanto scattò un’imponente operazione di salvataggio della “Tenda Rossa” con 1500 uomini di sei nazioni, 22 navi e 18 aeroplani. Ma alla tragedia iniziale si aggiungeranno altri drammi, in quanto alcuni soccorritori furono a loro volta vittime del tremendo freddo del Polo, a cominciare dallo stesso Amundsen. Finalmente l’8 giugno, la nave appoggio “Città di Milano”, sulla quale era imbarcato come direttore dei servizi radiotelegrafici il concordiese Ugo Baccarani, riuscì a stabi­lire il contatto radio con i superstiti. Fu proprio il cap. Baccarani ad ideare un ingegnoso sistema basato sul codice Morse per indirizzare i soccorsi sul luogo dove erano attendati i superstiti della spedizione. La “Tenda Rossa” sarà poi avvistata il 20 giugno dal pilota Umberto Maddalena in volo sull idrovolante “S 55” e solo il 12 luglio 1928 il rompighiaccio sovietico “Krassin” porterà in salvo i 9 uomini sopravvissuti al disastro del dirigibile “Italia”, scacciando l’incubo di una morte atroce.

In quella storica vicenda Ugo Baccarani ha avuto il ruolo di organizzatore dei servizi radio-tele­grafonici della spedizione polare prima e dopo la catastrofe. Con la stazione R. N. della nave “Cit­ta di Milano” di stanza alla Baia del Re, riuscì ad intercettare con sicurezza i segnali di soccorso della “Tenda” e a stabilire un collegamento con il radiotelegrafista della “Tenda Rossa” Enzo Biagi. Nell’adempimento di tutti questi delicati compiti Baccarani dette prova di possedere grandi capa­cità tecniche e magnifiche qualità di mente, di cuore e di carattere.

Il capitano di Fregata Ugo Baccarani era nato a S. Antonio di Novi il 19 ottobre 1885 da Antonio e da Elvira Gazzotti. Il 15 febbraio 1919 si è sposato con Leandrina Basenghi ed ha risieduto a Con­cordia in via Terzi, poi emigrò a Roma nel 1925 per comandare la Stazione Radio S. Paolo, ritornò a Concordia dal 1943 al ‘45.

La sua avventurosa vita militare iniziò a 17 anni quando si arruo­lò in Marina, ove rimase per oltre 50 anni e fino al 1951. Dopo aver frequentato la scuola di specializ­zazione in Radiotelegrafia, dal 1903 è stato imbarcato su nume­rose unità navali, partecipando alla Campagna d’Africa del Benadir, alla guerra Italo-turca in Libia, alla I° Guerra Mondiale durante la quale volò sugli idro­volanti meritandosi la medaglia di bronzo al valor militare, partecipò alla II° guerra mondiale. L’evento che rese famoso Ugo Baccarani fu sicuramente la sua collaborazione alla spedizione al Polo Nord e si può affermare che la salvezza degli 8 superstiti si deve ascrivere ai contatti radio instauratosi tra la “Tenda Rossa” sul pack e la nave appoggio “Citta di Milano”, la sola che sia stata in grado di captare i messaggi e le coordinate fornite da Biagi con l’apparecchio radio.

Questo permise l’individuazione dei naufraghi, il rifornimento aereo di viveri e poi il recupero dei superstiti. Sia negli anni precedenti la spedizione che dopo, Baccarani diresse la più grande stazione Radiotelegrafica della Marina, quella di S. Paolo di Roma.

Tratto da: Storia e Storie – Toponomastica, eventi e personaggi di Concordia.

Autori: Vittorio Negrelli – Disma Mantovani

Anno 2011

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