La Motta di Montalbano a Medolla – Cenni storici
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La Motta di Montalbano a Medolla – Cenni storici

21 Agosto 2019 0

La Motta di Montalbano a Medolla – Cenni storici

Prendendo spunto dall’articolo di Vanni Chierici “Montalbano zona franca” riportiamo alcune curiosità su questa “motta” (monticello), tuttora esistente nei pressi di Medolla

…….È sempre lo Spinelli, attraverso i suoi studi, che ci illumina anche sulle vicende più importanti della motta ora detta di Montalbano, ma che nei secoli scorsi portava il nome dei proprietari, ultimo dei quali, alla fine dell’800, quello dei Gavioli.

Si trova nei pressi della strada che dal Canaletto, all’incrocio di Medolla, porta a Cavezzo, a confine col canale Sabbioncello. È alta circa 8 metri, lunga 50 e larga 15. Da rilievi fatti dal geologo modenese Dott. A. Scaglioni risulta essere, questa motta, artificiale, cioè fatta dall’uomo. Nella parte superiore, per testimonianza dello Spinelli (fine ’800) vi erano tracce di fondamenta di abitato formate da mattoncini medioevali.

Questa circostanza del pietrame è confermata dalle ultime ricerche del Dott. Scaglioni, che ringraziamo per averci dato questo prezioso contributo.

La prima notizia storica di questa motta ci è ricordata dal cronista modenese Bonifacio da Morano, il quale alla data del 13 luglio 1330 lasciò scritto: «Acceptum fuit per gentes ecclesiae castrum illorum de bozalìnis de Villafranca, et destructu, et simili ter receptum montem Ioannis de Fredo de Medula, interfectis et captis multis, et omnibus spoliatis».

Ciò significa che fu preso dalle genti della chiesa il castello dei signori Buzzalini di Villafranca e distrutto, e nello stesso tempo preso il monte (motta) di Giovanni da Fredo di Medolla, uccisi e presi molti nemici e tutti spogliati dei loro averi.

Dal Tiraboschi[1] sappiamo che nel 1318 ad opera dei modenesi furono distrutti i castelli di Villafranca e Medolla. Mentre quello di Villafranca fu ricostruito, quello di Medolla non lo fu. Ricordiamo che il castello dei Buzzalini di Villafranca era su una motta alta circa due metri ed era circondato da un fossato, chiuso pochi decenni or sono. In quel luogo ora si trova una casa colonica già del Sig. Pietro Scachetti, e attualmente del Dott. Tosatti. La rocca di Medolla era invece nella zona ora occu­pata dal Consorzio Agrario e terreno circostante fino all’edificio della succursale della Cassa di Risparmio di Mirandola. Queste notizie sulla rocca di Medolla sono frutto di ricerche del modenese E. Sola che per molti anni fu segretario del Comune di Medolla nella seconda metà del secolo scorso.

In un altro documento, del 1469, è ricordata la motta di Medolla, si tratta dell’atto notarile col quale il duca di Ferrara e Modena, Borso, confisca i beni ai fi­gli di Galasso Pio di Carpi. Tra questi beni vi era «Unam petìam terre aratoriam et chiusuratam positam in villa Meditile districtus mutine ubi dicitur la motta». Che fosse la motta sopracitata, quella di Montalbano, è molto probabile, anche perchè di altre motte a Medolla non si è mai avuta alcuna prova.

Inoltre abbiamo una notizia inedita sull’argomento. Il fu Sig. Neri Giovanni di Medolla, via Galeazza (1868 – 1955), nonno materno dello scrivente, ha ricordato più volte di aver partecipato con altri uomini di Medolla, all’innalzamento della motta di Montalbano mediante riporto di terreno circostante con carriole, e che tale innalzamento fu pressappoco di due metri. Questo è avvenuto circa l’anno 1886.

Dopo questa serie di notizie sulla motta, sparse nel tempo, possiamo fare le se­guenti considerazioni:

  • La motta di Montalbano, in antico più bassa di circa due metri, portava un edi­ficio.
  • Questo edificio non poteva essere la Rocca di Medolla perchè troppo lontana dalla chiesa e dal centro abitato, il Soli ce lo conferma.
  • Questa Motta portava certamente un edificio importante, ipotizzabile in una torre o in una casa in muratura, a difesa degli abitanti del luogo in caso di ne­cessità.
  • Il fatto che essa fosse stata presa dalle genti della chiesa nel 1330 ci lascia crede­re che quell’edificio ospitasse banditi, o comunque uomini ostili a Modena e al­la chiesa. La terra di Montalbano poteva già essere considerata dai loro abitanti zona franca anche a quel tempo. Se così era, a maggior ragione banditi o fuo­riusciti potevano benissimo essersi rifugiati in quel luogo.

Le nostre conoscenze sull’argomento hanno termine qui. Ad altri approfondire le ricerche sull’argomento a maggior lustro della storia di Medolla e della sua terra.

Veber Gulinelli

[1] G. Tiraboschi, Dizionario topografico storico degli Stati Estensi, Modena 1825, II, p. 39s.v. Medula e p. 408 s.v. Villa Franca.

Tratto da: La Bassa Modenese – Storia, tradizione, ambiente.

Quaderno n°5 – Anno 1984

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