Roberto Pozzetti – Uscire dalla logica di essere il ”buco nero” della grande viabilità di comunicazione.

Roberto Pozzetti, mirandolese di famiglia, nato nel 1962, vive a Mirandola, grande appassionato di Storia locale e non, grande viaggiatore nella vita lavorativa dove conduce l’attività di Agente Rappresentante nel settore delle vernici per legno di cui è anche consulente tecnico presso aziende produttrici di serramenti, di mobili e carpenteria.

Uscire dalla logica di essere il ”buco nero” della grande viabilità di comunicazione.
Con oggi inizio la collaborazione con il Barnardon, storico lunario della nostra Città diretto magistralmente da Fabrizio e Paolo Artioli, vero contenitore culturale e sociale di quella ”conoscenza” espressa e diffusa, vera virtù della Mirandolesità.
Che se ne dica, chi ha occasione di leggere la Storia della nostra Città rimarrà sorpreso dalla grandezza del nostro passato, in modo particolare nei Quattrocento anni di sovranità della famiglia Pico terminata nel 1710 mentre, da quella data, iniziò un declino e un oblio durato fino al secondo dopoguerra del Novecento e, per certe infrastrutture che definire ”vitali” è riduttivo, trascinandosi fino ai giorni nostri.
Vorrei toccare un tema molto sentito dalla popolazione del nostro territorio ed esprimere tutta la mia frustrazione in merito, perciò ho deciso di prendere carta e penna per scrivere sul seguitissimo blog del Barnardon il mio parere sulla situazione infrastrutturale viaria della nostra Città e del suo Distretto.
Non è possibile nel 2025 uscire dal casello di Reggiolo dell’A22 del Brennero, transitare ancora sulla Via Militare di Moglia di Mantova e la strada sott’argine del fiume Secchia fino a Concordia per raggiungere Mirandola e viceversa. ”I famosi 20 km infiniti di cui si sono riempiti la bocca tutte le forze politiche da decenni ma che nessuno è riuscito ad oggi a concretizzare.”
Nel progetto originale del 1959 l’autostrada doveva scendere da Verona parallela alla ferrovia che conduce a Bologna sfociando sull’A1 del Sole vicino ad Anzola Emilia con un casello di servizio nella nostra zona non lontano da Mortizzuolo.
Sappiamo che le decisioni a seguire da parte di altri Enti e di ”lobby” in particolare, fecero si che il tracciato fosse quello che abbiamo oggi penalizzandoci pesantemente.
La mia non vuole essere una cronica polemica con i soliti teatrini di gente che si vuole mettere in mostra per altri scopi ma una proposta di chi come il sottoscritto viaggia per lavoro in auto tutti i giorni rapportandosi con altre realtà territoriali anche attigue alla nostra.
Definirla un ‘‘buco nero” la viabilità del nostro territorio è ancora limitativo e meno male che, subito dopo il sisma, il primo stralcio della Tangenziale Ovest o Variante alla SS 12 di Mirandola era stato appena completato permettendo un più rapido flusso dei soccorsi!
Appunto per questo mi permetto di esprimere alcune considerazioni di base che sono i fondamenti per cercare di ottenere i risultati, in questo caso le opere.
Premetto che sono stato tra i fautori della fusione tra i Comuni dell’Area Nord o Bassa Modenese per raggiungere quella famosa cifra di 50000 abitanti che permetterebbe al nuovo Ente di essere molto più rappresentativo visto che quella è la soglia per entrare nella stanza dei bottoni più importante in Regione dove si decidono strategie e decisioni sui territori in questione.
Sul sito ufficiale di ARC – Autostrada Regionale Cispadana sono inseriti i progetti esecutivi dell’opera depurati da richieste di modifica con immagini fotocromatiche dove si evidenzia perfettamente il tracciato; ufficialmente manca solamente la conferenza dei servizi tra tutti gli Enti interessati e la nuova definizione giuridica della capofila Autobrennero richiesta dalla Commissione Europea per poter aprire finalmente i cantieri.
Ormai si è detto di tutto ma non bisogna assolutamente mollare senza ascoltare le cassandre che a turno si materializzano con scopi diversi.
Credo fortemente che questi 20 km che ci separano all’Autobrennero di Reggiolo siano la priorità assoluta per la nostra Città.
Sono la vera Porta che ci connette all’Europa.Per fare quel salto di qualità e soprattutto di peso per ottenere ciò che ci spetta di diritto per tutti i motivi che sappiamo. Non è certo la SS 12 Abetone- Brennero, con il suo tortuoso tracciato fino alla connessione nella Tangenziale Nord di Modena che risolve il problema, anzi ci si va ancora di più ad infognare nei due caselli modenesi.
Serve un’unità d’intenti a 360 gradi tra Istituzioni, Aziende e cittadini che sovverta le difficoltà che persistono incredibilmente da decenni per ottenere quei 20 km che, al nostro Distretto, equivalgono al pane in tavola giornaliero.”
