Sant'Alò nella Bassa Modenese – Tra segni e formule magiche

Sant'Alò nella Bassa Modenese – Tra segni e formule magiche

30 Luglio 2024 0

Santo popolare. Il suo culto è stato portato nel Mode­nese dalla Francia, probabilmente dai soldati di quella nazione in una delle tante occupazioni del nostro territo­rio. S. Alò non è altro che la traduzione dialettale di S. Elois, S. Eligio, secondo una tradizione orefice, secondo un’altra fabbro ferraio e maniscalco, poi sacerdote, fonda­tore di abbazie, vescovo di Noyon, vissuto nel VII secolo; in Francia, come da noi, è considerato il patrono dei lavoratori dei metalli e ricordato il 1° dicembre.

A Modena si ripete una cantilena, peraltro di significato oscuro che riguarda il santo: «S. Alò che prima morì, dopo s’ammalò; che cade­va giù per la scala, che rideva tanto che si ammazzava». Nella bassa modenese il detto è stato così modificato: «S. Alò che prima morì, poi si curò». Sempre nella nostra bassa S. Alò è considerato un santo della medicina popo­lare e il suo nome entra in una delle formule ritenute magiche o quanto meno capaci di guarire le distorsioni; in questi casi, infatti, si pratica la legatura dell’articolazione colpita con una cordicella, seguita dalla cosiddetta segna­tura ripetuta tre vole e dalla recita della seguente formula: «Nel nome di Dio, della Vergine e di S. Alò, che vada via questa storta se è possibile, storta o no, sia quel che sia, in nome di Gesù, Giuseppe e Maria». 

Tratto da: Enciclopedia Modenese

Autori: Giancarlo Silingardi – Alberto Barbieri

Anno 1990

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