Nuovo appello del Comitato “Salviamo Portovecchio” e l’elenco delle insigni personalità che lo hanno sottoscritto

«SALVIAMO PORTOVECCHIO» 30.10.25
Il Comitato «Salviamo PortoVecchio», in vista della scadenza del Bando Energia 5.0 di Difesa Servizi s. p. a., Società in house del Ministero della Difesa, prevista al 15 ottobre e posticipata al 17 novembre prossimo, rende pubblico un appello a tutela di PortoVecchio che ha raccolto sottoscrizioni di insigni personalità dal mondo della Cultura, dal mondo Accademico e dal territorio: a loro va il sentito ringraziamento del Comitato, per aver voluto sostenere la causa di PortoVecchio confermandone il valore.
Queste autorevoli voci si uniscono alle 1735 firme di cittadini, raccolte dal Comitato nel giro di tre settimane fra agosto e settembre scorsi, nella richiesta che PortoVecchio venga escluso dall’elenco dei siti in gara per scongiurare che venga danneggiato dalla realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra per un’estensione prevista di 25 ettari e che, a seguire, le Istituzioni responsabili definiscano un progetto alternativo, di recupero e valorizzazione coerente con le caratteristiche del sito e i vincoli insistenti.
Il Comitato ha già rappresentato la medesima istanza alle Autorità competenti lo scorso 15 settembre, inviando la petizione e tracciando un sintetico quadro della situazione.
Hanno fatto seguito una interrogazione regionale promossa dal Consigliere Muzzarelli presso la Regione EmiliaRomagna; una interrogazione parlamentare promossa dall’Onorevole Vaccari presso la Camera dei Deputati; una lettera del Sindaco di Mirandola Budri a sostegno dell’iniziativa e della richiesta del Comitato.
Ad oggi, giovedì 30 ottobre, al Comitato «Salviamo PortoVecchio» non risulta pervenuta alcuna risposta.
APPELLO PER PORTOVECCHIO
Nell’estrema propaggine del territorio modenese, in quella punta che si incunea fra mantovano e ferrarese, e che dà il nome al paese di San Martino in Spino, si trova un brandello di paesaggio unico nel suo genere, che merita di essere difeso dall’infelice progetto che ne farebbe una distesa di pannelli fotovoltaici a terra.
Già nel XV secolo i Pico, signori della Mirandola, allevavano qui i loro cavalli, anche di razze pregiate. In queste terre contese alle paludi gli ampi pascoli erano delimitati dai boschi che popolavano i dossi. I paleoalvei sono ancora oggi perfettamente leggibili dalle immagini satellitari, ma la presenza dell’acqua è testimoniata anche dai nomi delle località:
Arginone, Baia, Portizzuolo, PortoVecchio.
PortoVecchio è il nome del Casino di Caccia dei Pico, fatto costruire, probabilmente, da Alessandro II nel XVII secolo.
Ma la tradizione dell’allevamento equino è durata più a lungo della dinastia Pico. E quando, nel 1883, lo Stato Unitario ha individuato le sedi più adatte per i suoi Centri di Deposito e Allevamento Quadrupedi per l’Esercito, allora Regio, uno dei cinque è stato stabilito qui. Per questo sono nati qui edifici unici nel loro genere, frutto delle sperimentazioni dell’ingegneria militare, primi fra tutti i Barchessoni (il più antico, il Barchessone Vecchio, già nel 1824). Il Casino di Caccia è diventato Palazzo della Direzione del Centro mentre le decine di scuderie hanno conservato la loro funzione.
In tutto, un centinaio di edifici in quasi settecento ettari di estensione. Attraversati da un viale perfettamente rettilineo,ombreggiato da una doppia fila di platani, oggi secolari.
Nel 1954 il Centro è stato dismesso, e da allora gran parte delle terre sono amministrate dalla Cooperativa Agricola O. Focherini, che all’inizio del nuovo millennio ha intrapreso un progetto di reintroduzione di siepi spontanee, boschi, laghetti e aree umide. Ma la parte centrale della tenuta è rimasta militare, abbandonata al degrado e tuttora inaccessibile.
Oggi la proprietà è dell’Agenzia del Demanio, e soltanto in concessione d’uso alla Difesa.
Ciononostante, è stata inserita in un bando per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, pubblicato il 4 giugno scorso dalla Società Difesa Servizi e in scadenza il prossimo 15 ottobre.
Nei 25 ettari messi a bando si trovano ancora il Palazzo, le sue Scuderie, il Magazzino Cereali e Carriaggi (un prodigio ingegneristico: una doppia capriata regge un tetto a due falde senza pilastri intermedi in una larghezza di quasi venti metri), la galleria di platani secolari del Viale Italia, il maestoso frassino dal tronco che misura più di quattro metri e mezzo di circonferenza: si tratta insomma del cuore della tenuta, che coincide con il cuore del paese di San Martino, arrivando a lambirne la piazza e la Chiesa Parrocchiale.
Il valore del sito è stato riconosciuto dalla Soprintendenza che nel 2016 ha imposto un vincolo sull’intera zona, relativo tanto agli edifici, quando alle alberature e al paesaggio nel suo complesso.
Nel 2017 il sito è stato eccezionalmente aperto al pubblico in occasione delle Giornate F.A.I. di primavera, che hanno riscosso un grande successo, con migliaia di presenze.
Nel 2020 il Comitato è riuscito a partecipare al Censimento Luoghi del Cuore F.A.I., raccogliendo più di 3000 firme in piena pandemia.
Oggi PortoVecchio rischia di essere irrimediabilmente distrutto, e per questo il Comitato Salviamo PortoVecchio si è ricostituito autonomamente e ha promosso la petizione «No Fotovoltaico a terra a PortoVecchio», che nell’arco di sole tre settimane ha raccolto 1735 adesioni, tra firme cartacee e online. Il 15 settembre la petizione è stata inviata ai Ministri della Difesa, della Cultura e dell’Ambiente, al Commissario e ai Vice Commissari speciali, all’Amministratore Delegato di Difesa Servizi, alle Soprintendenze competenti, al Presidente della Regione, al Sindaco di Mirandola.
Hanno fatto seguito una interrogazione regionale e una parlamentare alla Camera dei Deputati, oltre ad una lettera del Sindaco di Mirandola, in cui si esprime il sostegno all’iniziativa del Comitato, rivolte alle medesime Autorità.
I sottoscritti si uniscono alle voci della Comunità e delle Istituzioni perché la testimonianza inestimabile che PortoVecchio rappresenta per il suo territorio venga tutelata e valorizzata, in modo da restituirla alla Comunità e quindi consegnarla alle future generazioni, intatta nei suoi valori sia storico-architettonico che naturalistico-ambientale.
Una volta definitivamente scongiurato, grazie soprattutto al tempestivo intervento dei cittadini, il pericolo rappresentato dal bando (e al momento ancora attuale), è auspicio dei firmatari che le Istituzioni competenti, e in primis l’Amministrazione Comunale di Mirandola che ha già assunto un doveroso impegno in questo senso, approntino un tavolo di lavoro e di confronto per individuare percorsi progettuali alternativi, anche attraverso strumenti partecipativi quali concorsi d’idee, da cui possa finalmente emergere una proposta alternativa, rispettosa e degna del valore storico ed ambientale dell’area.
San Martino Spino, 30 ottobre 2025
ELENCO DEI SOTTOSCRIVENTI (IN ORDINE ALFABETICO)
Prof. Matteo Agnoletto
Professore Associato in Composizione Architettonica presso l’Università di Bologna
Prof.ssa Renata Bertoli
Già Docente di Lingue e Letterature Latina e Greca presso il Liceo «Giovanni Pico» di Mirandola
Prof. Lorenzo Bertucelli
Professore Associato di Storia Contemporanea presso l’Università di Modena e Reggio Emilia
Arch. Davide Calanca
Architetto professionista, PhD, Specialista in Beni Architettonici e Paesaggio
Dott.ssa Federica Foroni
Archeologa
Dott. Antonio Gelati
Già Dirigente Servizio Veterinaria presso AUSL di Modena
Prof. Luca Gherardi
Docente di Lettere e Storia presso il Liceo «Morando Morandi» di Finale Emilia
Prof. Walter Loddi
Docente di Filosofia e Storia presso il Liceo «Giovanni Pico» di Mirandola
Dott. Giovanni Losavio
Presidente della Sezione «Italia Nostra» di Modena
Dott. Roberto Malagoli
Garden Designer e Paesaggista professionista
Prof.ssa Alessandra Mantovani
Tutor didattico presso l’Università di Bologna, già Docente di Lingue e Letterature Italiana e Latina presso il Liceo
«Giovanni Pico» di Mirandola
Avv. Anna Martinelli
Presidente dell’Associazione Culturale «Donne in Centro»
Prof. Tomaso Montanari
Professore Ordinario di Storia dell’Arte Moderna e Rettore dell’Università per Stranieri di Siena
Dott. Fabio Montella
Giornalista professionista e ricercatore storico indipendente
Prof.ssa Barbara Pistoresi
Professoressa di Economia Politica presso l’Università di Modena e Reggio Emilia
M. d. L. Marco Poletti
Presidente del Gruppo Studi Bassa Modenese
Prof. Alberto Rinaldi
Professore Ordinario in Storia Economica presso l’Università di Modena e Reggio Emilia
Dott.ssa Federica Maria Riso
Chargée de recherche FNRS Archeologia e Storia Antica presso l’Université Catholique de Louvain, Belgique
Prof. Giovanni Solinas
Professore Ordinario in Economia Politica presso l’Università di Modena e Reggio Emilia
Arch. Marina Speziali
Architetto professionista, già Presidente del Gruppo F.A.I. Bassa Modenese
Prof.ssa Chiara Strozzi
Professoressa Associata di Economia Politica presso l’Università di Modena e Reggio Emilia
Prof.ssa Nicoletta Vecchi Arbizzi
Presidente dell’Associazione «La Nostra Mirandola»