Mirandola è “quasi” fuori dall’Unione.
Firmati dal presidente dell’Unione Comuni Area Nord Alberto Calciolari e dal sindaco di Mirandola Alberto Greco gli ultimi atti della separazione “giudiziale” tra i due enti.
Dopo la firma del 3 dicembre scorso, la sottoscrizione operativa di ieri rende completa la separazione tra le due entità pubbliche. Fatto salvo per quei servizi che – per legge – non possono essere separati, come l’ufficio di piano dei Servizi sociali territoriali e la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della “Bassa modenese”, Centro per le Famiglie, il Centro Anti-violenza.
Ma anche per quelli che si è deciso di continuare a gestire unitariamente; come l’ufficio tributi e il canile, per fare alcuni esempi.
«Dopo 18 anni di gestione da parte dell’Unione di diversi servizi, Mirandola dovrà ora tornare a camminare solo “con le proprie gambe” – commenta il Presidente dell’Unione Alberto Calciolari – con l’Unione che si appresta ad approvare il bilancio di previsione 2023/2026 senza più il contributo economico derivante da Mirandola; e le conseguenti spese sostenute per i servizi garantiti alla Città dei Pico. Per quanto riguarda il personale, negli ultimi mesi abbiamo portato a termine 6 procedure selettive e ci apprestiamo a emanare altri 2 bandi di concorsi per tecnici che si aggiungeranno al personale dell’Unione che, ci tengo davvero a dirlo, non ha visto un solo esubero: tra ricollocazioni, stabilizzazioni e ‘migrazioni’ verso il Comune di Mirandola, nessun lavoratore ha perso il posto di lavoro, a causa di questa separazione. Da parte mia ringrazio davvero di cuore l’avvocatessa Barbara Bellentani e tutto lo staff dell’Unione e il dottor Donato Marengo del Comune di Mirandola, che hanno lavorato in questi mesi per arrivare prima alla firma delle convenzioni, a dicembre, e ora alla sottoscrizione dei protocolli attuativi. Mirandola è ora ufficialmente quasi completamente fuori dall’Unione, con cui deve obbligatoriamente continuare a dialogare per garantire determinati servizi ai propri cittadini. Personalmente, comunque, sono sempre convinto che non sia da considerare un addio definitivo, ma un amichevole A ‘RVÉDRAS! rivolto ai cugini mirandolesi».