Livio Bonfatti – Oggi parliamo della Strada Statale 12, per il tratto fra Modena e Ostiglia

Livio Bonfatti – Oggi parliamo della Strada Statale 12, per il tratto fra Modena e Ostiglia

13 Dicembre 2024 0
Livio Bonfatti

Livio Bonfatti, mirandolese di nascita (1947), ha conseguito il diploma di geometra nel 1968. Ha svolto l’attività lavorativa presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Mirandola. Dal 1985 al 1988 ha collaborato alle iniziative editoriali della casa editrice “Al Barnardon” mediante articoli e con impegni redazionali. Dal 1988 è socio della Associazione culturale Gruppo Studi Bassa Modenese e partecipa attivamente alla elaborazione di progetti editoriali. Contemporaneamente pubblica numerosi articoli sulla Rivista semestrale dell’ Associazione. Gli argomenti trattati spaziano dalla idrografia antica, alla geomorfologia storica, ovvero mettendo a fuoco quella che definiamo la “storia del paesaggio”, accompagnata da una puntuale ricerca archivistica. Il territorio preso in esame è quella parte di Pianura Padana  che si distende dalla via Emilia sino al Po.

Oggi parliamo della Strada Statale n. 12, per il tratto fra Modena e Ostiglia.

È da una decina d’anni che sento parlare, concretamente, di costruire una autostrada, denominata Cispadana, che colleghi la bassa parmense con il ferrarese.

A me mirandolese fa piacere raggiungere d’estate la riviera adriatica o immettermi sulla autostrada del Brennero, in breve tempo, e dedicare alla villeggiatura i giorni delle agognate ferie estive. Tuttavia se dovessi esprimere un desiderio, in merito alla viabilità che attraversa la Bassa modenese, esso è destinato al miglioramento della SS 12, in quanto è più frequente la necessità di raggiungere Modena, per motivi di studio, di pratiche amministrative e non ultime, per esigenze di natura sanitaria. Tutte le volte che percorro la Statale per raggiungere o ritornare da Modena, mi stupisco che questo tratto di strada conservi ancora un tracciato settecentesco, tutto a curve, per superare presunti ostacoli inesistenti o svolte inspiegabili. Per i curiosi di questo argomento consiglio la lettura dell’esaustivo articolo storico trattato da: Renzo Torelli e don Francesco Gavioli, L’antica strada del Canaletto (odierna Statale n. 12 Abetone-Brennero).[1]

Ma è sempre stata cosi, oppure in altri momenti storici questa strada ha avuto un diverso tracciato, per congiungere due località importanti rappresentate da Modena e da Verona? Per dare una risposta al quesito ho cercato di formulare una proposta che metta in luce come questo importante collegamento stradale fosse stato affrontato già in età romana e come era stato risolto. Di seguito riporterò un brano di un mio articolo: Collegamenti stradali di Età romana fra Mutina (Modena) e la Bassa modenese. [2]

Con il contributo di M. Calzolari, che ha effettuato un meticoloso spoglio delle fonti letterarie di età romana, è possibile evidenziare la rete stradale che raggiungeva Mutina romana. Lo stesso autore aveva affrontato la viabilità tra Modena e Hostilia, desunta dai dati dell’Itinerarium Antonini (IV sec. d.C.):

A Verona Bononia m. p. CV : Hostilia m.p. XXX / Colicaria m. p. XXV / Mutina m. p. XXV / Bononia m. p. XXV.

[Ovvero: da Verona a Bologna 105 mila passi: da Verona a Ostiglia 30 mila passi, a Colicaria 25 mila passi, a Modena 25 mila passi, a Bologna 25 mila passi].

La descrizione degli itinerari necessita tuttavia dei riferimenti topografici tali da renderli immediatamente comprensibili all’odierno lettore. Ne è un esempio la localizzazione di Colicaria, forse un nucleo abitato o una “mansio”[luogo di sosta], infestata da zanzare (culex), che si trovava a XXV m.p. da Mutina. Ora se XXV m. p. corrispondono ad una distanza di 37 Km, pari alla lunghezza del tratto di strada fra Mutina e Bononia, Colicaria si deve collocare all’altezza della Falconiera, località rientrante ora nella frazione di Quarantoli e quindi in comune di Mirandola. Occorre sottolineare che il fondo agricolo della Falconiera, sede di una villa romana di una certa importanza, è posto tuttora sulla linea di confine fra due regioni, Emilia e Lombardia, e che, in antico, si trovava sulla sponda di un vitale fiume denominato, nei documenti medievali, Bondeno. Se questa ipotesi risultasse corretta, sarebbe necessario emendare la descrizione indicata dall’Itinerarium Antonini nel seguente modo:

A Verona Bononia m.p. XC: Hostilia m. p. XXX / Colicaria m.p. X / Mutina m. p. XXV / Bononia m. p. XXV.

[da Verona a Bologna 90 mila passi: da Verona a Ostiglia 30 mila passi, a Colicaria 10 mila passi, a Modena 25 mila passi, a Bologna 25 mila passi].

Ovvero far coincidere così una qualche corrispondenza fra la misurazione in migliaia di passi con i chilometri esistenti fra le varie località, tenendo fermo il lungo rettifilo del Kardo Maximo, in uscita sul lato settentrionale della città di Mutina e proiettato sino al confine dell’Emilia con la Venetia (figg. 1-2).

Ecco perciò dimostrata la necessità di definire, in cartografia, gli esatti percorsi stradali che si sono articolati nel lungo periodo di tempo intercorso fra la fondazione di Mutina (II sec. a. C.) ed il declino della dominazione imperiale romana. Questo periodo storico vede la viabilità romana ancorata stabilmente agli assi della centuriazione, ma nel contempo risente anche di percorsi esistenti all’atto della colonizzazione, risalenti quindi al periodo etrusco, come nel caso di segmenti stradali trasversali – obliqui alla centuriazione -, mentre nel contempo ogni variazione è subordinata all’evoluzione idrografica del fiume Secchia, in primo luogo, ma anche alle alluvioni generate dai torrenti appenninici posti a sud di Modena.

Tutto appare compiutamente evidente nella planimetria che accompagna il presente contributo, precisando che l’insieme proposto, idrografico, viario e di insediamenti etruschi, è da ritenere una fase di studio che necessita di ulteriori approfondimenti, in particolare di stratigrafia sul territorio, in quanto i corpi sedimentari del Secchia hanno coperto ampie zone della Bassa Modenese, nascondendo con ciò ogni persistenza della centuriazione”.

Spero così di aver dimostrato che, in età romana era possibile, partendo dalla Falconiera, da Quarantoli ,da Cividale, raggiungere Modena, percorrendo un rettifilo stradale, senza curve, lungo 37 chilometri. Un “sogno” per ogni mirandolese che debba ora andare nella città di Modena.

[1] Renzo Torelli e don Francesco Gavioli,  L’antica strada del Canaletto (odierna Statale n. 12 Abetone- Brennero), in La Bassa Modenese, 2, 1882, Villafranca (Modena),  pp. 17- 24.

[2] Livio Bonfatti, Collegamenti stradali di Età Romana fra Mutina (Modena) e la Bassa modenese, in QBMo, 80 2021, San Felice sul Panaro (Mo), pp. 5-14. Si rimanda al testo completo le note e i riferimenti bibliografici.

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