La “segnatura” nella tradizione popolare – Come curare la distorsione

La “segnatura” nella tradizione popolare – Come curare la distorsione

15 Febbraio 2025 0

La segnatura consiste  nell’uso di tracciare il segno della Santa Croce sopra determinate parti del corpo. L’uso proviene dal Medioevo (potere taumaturgico del segno della Croce) ed è molto vicino all’esorcismo nel quale, come si sa, Santi Vescovi ed Abati colla sola forza della pre­ghiera e del segno della Croce avevano la possibilità di liberare gli ossessi e i malati da certe malattie che, in linea generale, si riteneva fossero date dal diavolo.

La più comune segnatura, usata anche in tempi moderni, è quella delle distorsioni.

Si annoda una cordicella intorno alla articolazione colpita che si « segna » per tre volte (il 3, come si sa, è il numero magico per eccellenza, ma à anche si­gnificato religioso perchè si riferisce ugualmente alla Trinità) e si recita, con forza, come se si desse un comando, una formula segreta che l’opera­tore à « ricevuto » da un iniziatore dal quale à avuto anche la facoltà e il potere di operare sul malato. Chi possiede la formula si impegna a non trasmetterla mai se non a persona che intenda a sua volta diventare guari­tore; questa « consegna » si può fare una volta sola nella vita. Tuttavia, prima di morire bisogna liberarsi dal segreto altrimenti si avrà una morte molto dolorosa o una punizione dopo di essa; perciò chi non lo avesse an­cora fatto può dire, in punto di morte, la formula anche ad un animale, ad un oggetto che sia nella stanza, per es.al gatto e perfino ad una seggiola. Questa necessità liberatoria è tipica dei sortilegi cioè della stregoneria (« striament »).

La formula è la seguente:

« In nom d’Idio, d’Maria e d’S. Alò

ca vaga chi sta tortia se si pò;

Storta, brisastorta, sìa che si sia

in nom d’ Gesù, d’ Giuseppe e di Maria ».

Nel nome di Dio, della Vergine e di S. Alò

che vada via questa storta se è possibile

storta o no, sia quel che sia

in nome di Gesù, Giuseppe e Maria.

Se la guarigione non avviene in un breve giro di tempo, passati tre giorni, si slega la cordicella; contemporaneamente si « slega » la malattia che abbandona la articolazione.

Come ò detto la formula è inedita; ne ò potuto avere il testo « sub condictione » da una guaritrice, mia cliente, che spero non venga mai a conoscenza del « tradimento ».

S. Alò è uno dei non pochi Santi della Medicina Popolare che non si trovano nel « lunario » (forse però è da identificarsi nell’orefice S. Elois importato dalle truppe francesi che tanto hanno stanziato nella regione e in Emilia) ma è talvolta ancora invocato, spece dalle donne, spesso sempli­cemente in segno di stupore o per chiedere un aiuto generico in occasioni di qualsiasi genere: « S. Alò aiutàm ». Tuttavia non mancava anche chi metteva in dubbio le sue proprietà taumaturgiche come si ricava dal se­guente detto oramai quasi sconosciuto ma estremamente indicativo:

« S. Alò – che prima al muri e pò al s’ curò » (che prima morì e poi cominciò a curarsi) (talvolta anche: « che prima al muri e pò al s’malò », cioè e dopo si ammalò).

Tratto da: Medicina popolare ed “esorcismi” nel Mirandolese

Autore: Vilmo Cappi

Anno 1973

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