Il matrimonio con il Landò trainato dai cavalli Lipizziani
Sfilata in Landò al Centro Allevamento Quadrupedi a San Martino Spino
Il matrimonio con il Landò trainato dai cavalli Lipizziani
Era il giovedì 30 gennaio del 1947, non erano ancora le otto, di primo mattino, due carrozze “Landò” (*) trainate da due pariglie di cavalli bianchi lipizzani, guidate dai due cocchieri in divisa e con gli stivali lucidissimi, Giacomo Battistuzzi e Attiglio Cerchi (Tiglio), uscirono dai cancelli del Centro Allevamento Quadrupedi attraversando il paese e si diressero verso la Luia.
La gente che andava al lavoro e le donne che portavano a cuocere al forno il pane crudo, fatto in casa, guardavano incuriosite.
Le due carrozze arrivarono alla casa di Giuseppe Cantù, di là dal canale, i cocchieri legarono i cavalli e furono invitati in casa.
Si sposavano Rosanna Traldi e Vilmer Braghiroli e le carrozze erano il regalo di nozze del Colonello comandante Caselli.
I pochi invitati, per lo più parenti, erano arrivati alle otto, un breve spuntino mattutino e poi veloci in corteo per la chiesa, per la cerimonia fissata per le nove.
Il corteo era aperto dalla carrozza degli sposi, seguiva la seconda carrozza con i testimoni ed a ruota, in bicicletta, il resto dei parenti.
Metà dei componenti dell’orchestra Aquilotti, imparentata con lo sposo, reduce da una serata lontana da San Martino, ancora assonati, pedalavano per ultimi.
Come voleva la tradizione la mamma della sposa era rimasta a casa ” a piangere” per la perdita della figlia che se ne andava via per sempre.
Dopo la cerimonia, sempre in carrozza, i due sposini partirono per Mirandola, e furono accompagnati alla stazione piccola, dove i curiosi aumentarono per guardare questi ” signori” in viaggio, con le valige di “cartone”.
Da Mirandola gli sposi arrivarono a Modena dove soggiornarono una notte all’Albergo Reale (poi Hotel Real Fini) per partire l’indomani per Genova dove furono ospiti di parenti, a loro volta ospitati a San Martino durante la guerra.
La pariglia di cavalli lipizzani tornò a Portovecchio e il Landò ritornò nel suo “garage” accanto al palazzo, assieme ad altri magnifici esemplari di carrozze, che con la fine del Centro, finirono chissà dove.
Il viaggio in calesse era stato il regalo del colonello Torchi allo sposo, impiegato contabile del Centro.
Andrea Bisi
(*)L’italianizzato Landò, dal francese landau, era una carrozza elegante a quattro ruote tirata da due o quattro cavalli, con doppia copertura retraibile a mantice, usata nell’800 e nei primi anni del Novecento.
Jole Ribaldi
Come un romanzo. Grazie!
26 Luglio 2023Franca
la mia infanzia, bellissimi ricordi!
3 Agosto 2023