Il Barchessone Vecchio

Il Barchessone Vecchio

17 Agosto 2016 0

Il Barchessone Vecchio costruito circa 60 anni prima della nascita del V Centro Allevamento Quadrupedi

Francesco L. Pullè  in Quaderni della Bassa Modenese – n.31- anno 1997 – pagg. 87/98,  in un articolo sul Barchessone Vecchio, riporta quanto segue:

 “ È noto che l’impresa di Portovecchio, Bellaria e Feniletto, dal 1818 tornò ad essere condotta direttamente dalla Camera Ducale. L’amministratore di detta tenuta era il conte Filippo Maria Sabattini, coadiuvato in questo suo compito, dall’opera del fattore camerale Ercole Cantelli, incaricato nella ge­stione della campagna.

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Si deve ad una intuizione, particolarmente geniale del fattore Cantelli, la nascita dei Barchessoni. Infatti, in una perizia, inviata il 13 febbraio 1824 all’inten­denza camerale  così scriveva:

«II sunnominato Barchessone è dissegnato con un Colombarotto (l’abitazione) nel mezzo, entro nel quale si può tener entro li pastori, e Cavallari che vengono in pascolo nella Tenuta, e se non lo comanda così si farà a tutto coperchio, ma per fare un bel occhio mi pare che stia meglio col colombarotto rotondo… ».

( FONTE: Archivio di Stato di Modena Camera Ducale, Intendenza CameraleFilze n. 8, divise per anni, che cominciano dal 1818 e terminano con il 1852, n. 435.)

Si vede quindi, dalle brevi righe riportate, che la nascita del Barchessone Vecchio è databile intorno al 1824.  Inoltre, dalle notizie storiche riguardanti San Martino Spino, sappiamo che questo centro, tra il 12 ed il 13 novembre del­l’anno 1839, fu colpito,  a seguito della rotta del Po, da una tremenda alluvio­ne che distrusse case e fienili, ed anche il Barchessone Vecchio fu danneg­giato dalla furia delle acque, che ne distrussero completamente il tetto e la parte settentrionale5

Per ritrovare notizie scritte in merito alla costruzione degli altri Barchessoni dobbiamo passare al 1885 e, più precisamente, al momento della creazione da parte dell’Esercito Italiano del V Deposito Allevamento Quadrupedi, infat­ti, nel numero di luglio dell’«Indicatore Mirandolese», periodico mensile del comune di Mirandola6, si legge:«Deposito d’allevamento cavalli a Portovecchio -i lavori di costruzione dei fabbricati nella tenuta di Portovecchio, di cui abbiamo dato cenno nel nostro n. 7 dello scorso anno, hanno continuato e continuano ancora per opera dell’appaltatore Paolo Zoboli, il quale ha assunto altri lavori in ag­giunta ai primi. Il palazzo di Portovecchio è stato assai convenientemente restaurato ed abbellito con una spesa di oltre L. 60000. Ivi sino dallo scorso autunno abitano oltre al capitano del deposito certo Vandramin, succeduto al capitano Armano, gli altri ufficiali addetti all’amministrazione del depo­sito stesso. Un ampio stradone si stacca dalla via di S. Martino e conduce a Portovecchio. Per ricoverare i cavalli sono state erette nella tenuta cinque grandi tettoie, ed una sesta trovasi in costruzione, colla spesa di circa L. 35000 per ogni tettoia…».

Dalla cartografia topografica storica (levata I.G.M. 1893) è evidente come i primi ad essere costruiti di questa «seconda serie» di Barchessoni siano stati i Barchessoni Portovecchio, Casalvecchio e Fieniletto, mentre i rima­nenti Pascolo, Barbiere e Cappello, come riscontrabile dalle carte topografiche realizzate successivamente (levata I.G.M. 1935) sono stati costruiti contem­poraneamente alla creazione della attuale via Zanzur, ai bordi della quale realizzati.

Dobbiamo, purtroppo, dare notizia della distruzione di tre di questi sette Barchessoni e, più precisamente, di quelli noti con il nome di Cappello, Pa­scolo, e Casalvecchio, la cui unica memoria è il perdurare almeno per i primi due, del toponimo nel luogo della loro ubicazione, mentre per il terzo è pos­sibile solo dalla consultazione della carta topografica della prima levata I.G.M., oppure delle vecchie mappe catastali7   “

 5  FONTE Archivio di Stato di Modena Camera Ducale, Intendenza Camerale, n. 511 -512.

 6  FONTE La copia consultata è conservata al Centro Culturale Polivalente del Comune di Mirandola

7  FONTE Archivio di Stato di Modena, Estimo e Catasto