I Santi de “Al Barnardon” dal 5 all’11 Giugno

I Santi de “Al Barnardon” dal 5 all’11 Giugno

4 Giugno 2017 0

5  giugno

Il protettore della città di Reggio Emilia è San Prospero, che fu vescovo della città tra il 480 ed il 505 circa. Di S.Prospero si sa ben poco, poichè mancano documenti dell’epoca. Il santo viene celebrato il 24 novembre,data che ricorda lo svolgersi di uno dei suoi miracoli. Si dice infatti che nel 452 d.C,di ritorno dal mancato saccheggio di Roma,Attila l’Unno stesse depredenado la piantura Padana. Il provvidenziale intervento di San Prospero fece calare una fitta nebbia sulla città permettendo quindi di sfuggire al saccheggio da parte dei barbari. Ancora oggi il 24 novembre a Reggio Emilia si tiene una tradizionale festa in piazza.

6  giugno

Filippo (I sec. d.C – Cesarea, I sec. d.C) era uno dei sette diaconi scelti dopo la Pentecoste affinché si prendessero cura delle vedove e dei poveri, consacrati dagli apostoli con l’imposizione delle mani. Dopo il martirio di Stefano, Filippo evangelizzò la Samaria, con grande successo, e perciò fu chiamato l’evangelista. In particolare, convertì Simone Mago. Spinto da un angelo del Signore sulla strada di Gerusalemme a Gaza, vi incontrò un Etiope, eunuco della regina Candace che strada facendo leggeva il poema del profeta Isaia sul Servo sofferente del Signore. Filippo spiegò all’Etiope che la profezia riguardava Gesù: l’eunuco si convertì e ricevette subito il battesimo. Proseguendo nel suo viaggio, Filippo predicò ad Azoto (oggi Ashdod), prima di stabilirsi a Cesarea marittima. Intorno all’anno 58, Paolo e Luca, alla fine del terzo viaggio missionario, gli fecero visita: egli aveva quattro figli e vergini che profetavano. È forse a casa sua che ebbe luogo l’incidente di Agabo. La tradizione fa del diacono Filippo il vescovo di Lidia. Secondo la tradizione maggioritaria, Filippo morì a Cesarea marittima. Un’altra tradizione, però, lo vuole primo vescovo di Tralle di Asia. È venerato come santo da tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi.

7  giugno

SanRoberto. Nacque a Gargrave nella contea di York verso la fine dell’XI secolo. Rientrato in Inghilterra da Parigi dove aveva frequentato l’Università venne ordinato sacerdote e inviato come parroco nella natìa Gargrave. Attratto dalla vita contemplativa entrò nell’abbazia benedettina di Whitby per poi unirsi a un gruppo di monaci guidati dal priore Riccardo che avevano fondato una comunità a Fountains nel nord della diocesi di York. Quattro anni dopo venne fondata una nuova abbazia a Newminster in Northumbria la cui guida fu affidata a Roberto. In breve la comunità si allargò dando vita ad altri tre monasteri: a Pipewell, Roche e Sawley. Insieme all’austerità e alla mortificazione, Roberto si distinse per il dono della profezia. Una volta durante la Messa avvertì che una nave era naufragata poco lontano e inviò i suoi monaci a prestare soccorso e seppellire i morti. Ammalatosi, morì nel 1159, circondato dai confratelli e dopo aver ricevuto i Sacramenti.

8  giugno

S.Primo e s. Feliciano pare fossero due fratelli cristiani che si dedicavano ad opere di carità e pietà cristiana quando nel 286, ottantenni, vennero denunciati. Interrogati e torturati, rifiutarono di venerare gli dei pagani e furono decapitati e sepolti sulla Via Nomentana. I corpi vennero trovati in un sarcofago l’8 gennaio 1625. Il papa allora fece erigere sul nuovo sepolcro un altare ornato da un paliotto d’argento. Nel 1736, con la costruzione di una nuova ara, opera di Filippo Barigoni, i resti, fino allora situati dinanzi l’altare, furono deposti all’interno di esso.

9  giugno

San Placido d’Amiterno, poverissimo ma ricchissimo d’ogni cristiana virtù, divideva co’ suoi compagni di sventura il misero e scarno pane quotidiano. Vestito di ruvido sacco e cinto d’aspro cilicio, peregrinò a S.Giacomo di Compostiera, a tutti i santuari della Vergine, lasciando ovunque il soave odore di sua santità. Fatto ritorno in patria, si recò da un romito che se ne viveva in un orrido speco sul monte Corno ed insieme a lui si diede con ogni fervore a l’Orazione. Da questa solitudine – correva l’anno 1208 – egli passò a ricoverarsi in una grotta della montagna di Ocre, detta oggi Grotta del Beato[*], ove per anni accrebbe di nuove asprezze il suo già rigido tenor di vita… A frotte accorevan le genti dai vicini paesi, attratte dalla fama di sua santità, e tutti se ne tornavano consolati nello spirito, vinti da la sua umiltà. Tra questi fu il Conte Berardo di Ocre, signore per quanto illustre, altrettanto pio, il quale, col pieno consenso di Realda de Ocra, sua degna consorte, donò solennemente al nostro Placido quel luogo che si chiamava Pretola… Ben presto il Monastero si popolò d’anime elette, ché molti accorsero da ogni parte a Placido, che qual padre li abbracciò, sottoponendoli, con l’assenso di Tommaso, vescovo di Forcona, a la Regola Cistercense. Dopo avere, per circa 20 anni, retto quella Comunità religiosa, di tutte le virtù fiorente, sentendosi il servo di Dio vicino alla morte, fece subito chiamare a sé Ruggero, Abate di Casanuova. Questi, sentitane la confessione, volle consolarlo con l’erigere formalmente quel Monastero in Badia dell’Ordine Cistercense, prendendo la famiglia che vi esisteva sotto il suo dominio, la sua tutela e custodia. Fu allora , il 13 giugno 1248, che Placido rese lieto la sua bell’anima a Dio”.

10  giugno

San Colomba fu fondatore di monasteri, evangelizzatore di popoli, saggio consigliere, uomo spirituale. Colomba (521-597), il più noto santo scozzese, è una delle grandi figure che hanno “costruito” l’Europa cristiana. Nato nel Donegal, in Irlanda, fece sorgere numerose comunità monastiche nella sua terra natale e poi in Scozia, a cominciare dall’isola di Iona. Di qui iniziò l’avventura tutt’altro che agevole del primo annuncio a Pitti, Angli e Scoti. L’abbazia che sorge sull’isola di Iona, dopo aver resistito alle scorrerie dei vichinghi, è oggi un centro di pellegrinaggi.

11  giugno

Trinità. Il mistero della Santissima Trinità è un mistero e come tale non può essere compreso. Ma non per questo è qualcosa d’irragionevole. Nella dottrina cattolica ciò che è mistero è sì indimostrabile con la ragione, ma non è irrazionale, cioè non è in contraddizione con la ragione. La ragione conduce all’unicità di Dio: Dio è assoluto e logicamente non possono esistere più assoluti. Ebbene, la ragionevolezza del mistero della Trinità sta nel fatto che esso non afferma l’esistenza di tre dei, bensì di un solo Dio che però è in tre Persone uguali e distinte. Nel Credo si afferma: «Credo in un solo Dio in tre Persone uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo». Quale è il Padre, tale è il Figlio e tale è lo Spirito Santo. Increato è il Padre, increato è il Figlio, increato è lo Spirito Santo. Onnipotente è il Padre, onnipotente è il Figlio, onnipotente è lo Spirito Santo. Tuttavia non vi sono tre increati, tre assoluti, tre onnipotenti, ma un increato, un assoluto e un onnipotente. Dio e Signore è il Padre, Dio e Signore è il Figlio, Dio e Signore è lo Spirito Santo; tuttavia non vi sono tre dei e signori, ma un solo Dio, un solo Signore (Simbolo atanasiano).

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