I Santi de “Al Barnardon” dal 22 al 28 maggio

I Santi de “Al Barnardon” dal 22 al 28 maggio

21 Maggio 2017 0

22  maggio

Santa Rita nacque a Roccaporena (Cascia) verso il 1380. Secondo la tradizione era figlia unica e fin dall’adolescenza desiderò consacrarsi a Dio ma, per le insistenze dei genitori, fu data in sposa ad un giovane di buona volontà ma di carattere violento. Dopo l’assassinio del marito e la morte dei due figli, ebbe molto a soffrire per l’odio dei parenti che, con fortezza cristiana, riuscì a riappacificare. Vedova e sola, in pace con tutti, fu accolta nel monastero agostiniano di santa Maria Maddalena in Cascia. Visse per quarant’anni anni nell’umiltà e nella carità, nella preghiera e nella penitenza. Negli ultimi quindici anni della sua vita, portò sulla fronte il segno della sua profonda unione con Gesù crocifisso. Morì il 22 maggio 1457. Invocata come taumaturga di grazie, il suo corpo si venera nel santuario di Cascia, meta di continui pellegrinaggi. Beatificata da Urbano VIII nel 1627, venne canonizzata il 24 maggio 1900 da Leone XIII. E’ invocata come santa del perdono e paciera di Cristo

23  maggio

L’esistenza di san Desiderio nel secolo IV, è garantita da sant’Atanasio che lo indica come partecipante del Concilio di Sardica (oggi Sofia) nel 343; il suo nome compare anche negli atti del pseudo-concilio di Colonia del 346. San Desiderio, che occupa il terzo posto nella lista dei vescovi di Langres in Francia, sembra fosse originario di San Desiderio, nei dintorni di Genova. Varnacario, chierico di Langres, scrisse un racconto del suo martirio, dove spiega che Desiderio sarebbe stato decapitato durante un’invasione dei Vandali; probabilmente c’è confusione nelle tradizioni locali, perché Langres ebbe diverse invasioni barbariche. Una leggenda dice che dopo la decapitazione, il vescovo raccolse la sua testa e rientrò in città, attraverso una fenditura della roccia che si era aperta per farlo passare. Questa apertura viene mostrata ancora oggi.

24  maggio

Ester, la protagonista del libro della Bibbia a lei intitolato, è una giovane giudea che viveva con lo zio Mardocheo alla corte del re persiano Assuero (storicamente Serse I, che regnò dal 485 al 465 avanti Cristo). Rimasta orfana di entrambi i genitori, era stata adottata da Mardocheo che l’aveva cresciuta con l’amore di un padre. Diventata regina, avvertì il sovrano di una congiura ordita contro di lui dal potentissimo primo ministro Aman e da due eunuchi, che furono poi tutti e tre impiccati. Ma non fu un’impresa facile perché Mardocheo, che aveva scoperto la congiura, era malvisto da Aman, il quale ottenne dal re lo sterminio dei Giudei, accusati di ogni malvagità. Ester a questo punto fu esortata dallo zio a presentarsi al re e a intercedere a favore dei suoi connazionali e lei, sebbene fosse proibito sotto pena di morte di accedere al sovrano senza essere chiamati, dopo aver pregato e digiunato per tre giorni, invitò Assuero a partecipare ad un sontuoso banchetto. L’invito fu accettato e, al termine del pranzo, Ester svelò al sovrano le malvagità di Aman, salvando così dallo sterminio il suo popolo. Il nome di Ester regina compare in alcuni martirologi della Chiesa latina con la data odierna ed è ricordato nel  Sinassario della Chiesa greca e dalla Chiesa copta.

25  maggio

San Gregorio VII, di nome Ildebrando (Sovana fra il 1013 e il 1024 – Salerno 1085), fu una delle personalità più innovative del Medioevo, protagonista di un’azione ecclesiologica e politica articolata e complessa. Eletto papa nel 1073, avviò un sostanziale programma di riforma della Chiesa: con il Dictatus papae (1075-76) affermò la superiorità del papato su ogni autorità temporale, e nel concilio del 1075 si pose come campione della libertas Ecclesiae e della concezione teocratica, con ciò entrando in aperto conflitto con il re di Germania Enrico IV e aprendo un periodo di conflitti noto come “lotta per le investiture”. Il cuore delle tensioni si spostò in Germania, dove molti feudatari  ostili a Enrico IV avevano approfittato della situazione per indebolirne l’autorità. L’imperatore si presentò (1077) come penitente a Canossa, castello della contessa Matilde di Toscana, dove si trovava G. VII, e ne ottenne l’assoluzione, ma ciò non valse a risolvere il conflitto; dunque egli discese in Italia (1081) e assediò Roma, ponendovi l’antipapa Clemente III; costretto a permanere in Castel S. Angelo, G. VII fu liberato (maggio 1084) da milizie normanne che saccheggiarono Roma e si ritirarono a Salerno con il papa, che vi morì.

26  maggio

Quadrato è il più antico apologista cristiano; alla morte dell’imperatore Traiano, subentrò al governo Elio Adriano (agosto 117) e a lui Quadrato indirizzò e consegnò un discorso appassionato in difesa della nuova religione, perché gente malevole cercava di attaccare i cristiani con bugie. Quadrato è certamente il più antico fra i difensori della fede cristiana, perché nella sua lettera egli asserisce di aver conosciuto alcuni dei miracolati da Gesù, che al suo tempo erano ancora viventi, quindi le opere straordinarie del Salvatore non solo erano vere per il tempo della Sua esistenza, ma riscontrabili anche dopo molto tempo, grazie a questi longevi testimoni dei miracoli da lui operati e che loro avevano ricevuto. Per questo Eusebio lo chiama ‘Discepolo degli Apostoli’. Quadrato diede la sua lettera apologetica ad Adriano nel 125, quando l’imperatore si recò in Asia Minore e dell’Asia quindi era originario Quadrato. Successivi studi molto controversi lo danno come vescovo di Atene, successore del martire Publio. I vari Martirologi compreso il ‘Romano’ lo pongono nel calendario al 26 maggio, mentre altri al 21 settembre.

27  maggio

Romano, papa dal 222 al 230, fu seppellito o nel Cimitero di Callisto o in quello di Pretestato. Secondo il Liber Pontificalis, sarebbe nato a Roma durante l’impero di Diocleziano, mentre la sua elezione sarebbe avvenuta sotto l’impero di Alessandro Severo. Dopo i tumulti anticristiani ai quali non sopravvisse il suo predecessore, il suo pontificato fu relativamente tranquillo. La famiglia imperiale stessa, attraverso la volontà di Giulia Mamea, madre dell’imperatore, accolse assieme ai riti pagani anche quelli cristiani. Urbano venne particolarmente ricordato per la sua tenacia nel rivendicare le proprietà appartenenti alla chiesa, in particolar modo una causa civile contro un’associazione di ostie quindi il “dio Bacco” a proposito della proprietà di un edificio adibito al culto cristiano.Revocò il decreto di papa Zeferino, che stabiliva l’uso di vasi vitrei nei sacrifizi, prescrivendo che da tutti e dovunque si usassero calici d’argento. Una tarda “Passio” lo vuole martire e legato alla storia di S.Cecilia. E’ ricordato nel Martirologio Romano il 25 maggio: A Roma, sulla via Nomentana, il natale del beato Urbano primo, Papa e Martire, per la cui esortazione e dottrina molti (fra i quali Tiburzio e Valeriano) abbracciarono la fede di Cristo, e per essa subirono il martirio. Egli pure, nella persecuzione di Alessandro Severo, dopo aver molto sofferto per la Chiesa di Dio, da ultimo con la decapitazione ottenne la corona del martirio.

28  maggio

Con la solennità dell’Ascensione di Gesù al Cielo si conclude la vita terrena di Gesù che con il suo corpo, alla presenza degli apostoli, si unisce fisicamente al Padre, per non comparire più sulla Terra fino alla sua Seconda venuta (Parusìa) per il Giudizio finale. Questa festività è molto antica e viene attestata già a partire dal IV secolo. Per la Chiesa cattolica e le Chiese protestanti, l’Ascensione si colloca di norma 40 giorni dopo la Pasqua, cioè il giovedì della sesta settimana del Tempo pasquale, ovvero quello successivo alla VI domenica di Pasqua. Nel Credo degli Apostoli viene menzionata con queste parole: «Gesù è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine». Nella Chiesa ortodossa l’Ascensione è una delle 12 grandi feste. La data della celebrazione è stabilita a partire dalla data della Pasqua nel calendario ortodosso. Essa è conosciuta sia con termine greco Analepsis (salire su) sia con Episozomene (salvezza). Quest’ultimo termine sottolinea che Gesù salendo al cielo ha completato il lavoro della redenzione. Più chiari ancora gli Atti, che nominano esplicitamente il monte degli ulivi, poiché dopo l’ascensione i discepoli «ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato.»(Atti 1:12) La tradizione ha consacrato questo luogo come il Monte dell’Ascensione.

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