I Santi de “Al Barnardon” dal 15 al 21 Maggio
15 maggio
Sant’Isidoro nacque a Madrid intorno al 1070 e lasciò giovanissimo la casa paterna per essere impiegato come contadino. Grazie al suo impegno i campi, che fino allora rendevano poco, diedero molto frutto. Nonostante lavorasse duramente la terra, partecipava ogni giorno all’Eucaristia e dedicava molto spazio alla preghiera, tanto che alcuni colleghi invidiosi lo accusarono, peraltro ingiustamente, di togliere ore al lavoro. Quando Madrid fu conquistata dagli Almoravidi si rifugiò a Torrelaguna dove sposò la giovane Maria. Un matrimonio che fu sempre contraddistinto dalla grande attenzione verso i più poveri, con cui condividevano il poco che possedevano. Nessuno si allontanava da Isidoro senza aver ricevuto qualcosa. Morì il 15 maggio 1130. Venne canonizzato il 12 marzo 1622 da Papa Gregorio XV. Le sue spoglie sono conservate nella chiesa madrilena di Sant’Andrea.
16 maggio
In una cronaca medioevale della chiesa di San Pietro di Reggio Emilia, si legge che il vescovo Azone (IX secolo) per concessione dell’imperatore Lodovico il Pio (778-840), trasferì dall’Apulia a «Curtis Latiana» (nei pressi di Mirandola nell’Emilia), il corpo del santo presbitero Possidonio. In un lezionario del secolo XIII appartenente alla basilica di San Prospero di Reggio Emilia, si leggeva che Possidio era di nazionalità greca e oriundo di Tebe. Dal 1500 in poi, contro la tradizione medioevale, si cominciò a parlare delle reliquie del santo Possidio venerate a Mirandola, come quelle del vescovo di Calama in Numidia, Possidio, discepolo e collaboratore del grande sant’Agostino; il quale scacciato dalla sua sede da Genserico, re dei Vandali, nel 437, andò in esilio nell’Apulia dove morì e da qui nel secolo X il suo corpo fu trasferito prima in Germania e poi a Mirandola. Nonostante molte coincidenze non c’è nessuna prova che si tratti dello stesso personaggio, a parte l’assonanza dei nomi.
17 maggio
Davino nasce, come sembra potersi dedurre dalle scarne fonti, in Armenia, avendo per tempo conosciuta la vanità delle cose terrene, distribuì i suoi beni ai poveri, poi abbandonò la terra natale per compiere il grande pellegrinaggio al sepolcro di Cristo a Gerusalemme, alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo a Roma e di San Giacomo in Compostella. Si vestì succintamente e poveramente, si pose la conchiglia sul petto, prese il bordone con la zucca per l’acqua e si mise in cammino. Raggiunse Gerusalemme, poi Roma. A Lucca, l’anno 1050, fu alloggiato nel piccolo ospedale che sorgeva presso la chiesa di San Michele in Foro. Dopo qualche tempo venne accolto in casa da una pietosa vedova, chiamata Atha.Ma vi stette per poco perché, consunto dalla fatica e dalle penitenze, il 3 giugno 1050, cessò di vivere. Venne sepolto nel cimitero di S. Michele in Foro, donde in seguito a miracoli fu portato in chiesa, in un’urna presso l’altare di San Luca. Nel 1567 le sue reliquie furono riposte in un’urna più decorosa. Il 3 settembre 1592 vennero sistemate sopra l’altare maggiore e finalmente nel 1656 furono esposte ai fedeli, i quali il 3 giugno di ogni anno, accorrono numerosissimi a venerarle.
18 maggio
San Venanzio apparteneva ad una nobile famiglia della classe senatoria romana di Camerino. Convertitosi al Cristianesimo, andò a vivere presso il suo maestro, il prete Porfirio. Fu martirizzato per decapitazione in quanto rifiutò di tornare al culto degli dei pagani, come imposto dagli editti dell’imperatore Decio. Il martire venne sepolto a Camerino, fuori della Porta Orientale, nel luogo sul quale venne edificata una basilica (V secolo) tuttora sede dell'”Arca del santo” e del suo secolare culto.
19 maggio
Santa Isbertga (Gisella) era sorella di Carlo Magno. La tradizione la vuole badessa di un non meglio specificato monastero, nonché patrona della regione dell’Artois, attorno ad Arras. Gli storici sostengono invece che l’unica sorella dell’imperatore Carlo Magno si sia chiamata Gisella e sia effettivamente stata badessa di un monastero presso Soissons. Non è dunque da escludere una identificazione tra le due persone, i cui nomi sono entrambi di origine germanica. Il culto di Isberga è indiscussamente antico e supportato da sufficiente documentazione, anche se la sua figura non ha mai goduto una popolarità paragonabile a quella di altri personaggi di stirpe reale europei.
20 maggio
A Cagliari, san Lucifero, vescovo, che, intrepido difensore della fede nicena, patì molto da parte dell’imperatore Costanzo; relegato in esilio, fece poi ritorno nella sua sede, dove morì confessore di Cristo.
21 maggio
Pare che sant’Ospizio sia nato in Egitto nel VI secolo. Giunto in Europa, nei pressi di Nizza, si rinchiuse in una torre a meditare e pregare, infliggendosi tremende punizioni corporale e nutrendosi di pane e frutti di palma. Predisse l’invasione dei Longobardi che avvenne puntualmente. Quando questi arrivarono alla torre, entrarono e videro il sant’uomo magrissimo e avvinghiato da catene e cilici. Gli chiesero se fosse colpevole di delitti, ed egli affermò di esserlo. I longobardi pensarono fosse un criminale e uno di loro alzò la spada per giustiziarlo, ma il braccio si paralizzò. Allora essi capirono le parole del santo e si prostrarono ai suoi piedi. Il soldato che aveva alzato la spada rimase con l’eremita e raccontò la sua storia dopo la sua morte.