Giovanni Pico fu avvelenato, ma da chi?
Ormai è certo, Giovanni Pico fu avvelenato con l’arsenico (vedi www.repubblica.it), ma da chi?
Cerca di darne una spiegazione Jader Jacobelli, giornalista e studioso del nostro illustre concittadino.
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Che un giovane di trentun anni muoia in tredici giorni per strane febbri era un po’ strano anche nel 1494. Se poi quel giovane è nobile e ha un cospicuo patrimonio, qualche sospetto può insorgere. E insorse.
Nei Diari del letterato Marino Sanudo si legge che il 22 aprile del 1497, circa tre anni dopo la morte di Pico, il Governo di Firenze, capeggiato allora da Savonarola, fece arrestare un certo numero di cittadini accusati di parteggiare per Piero de’ Medici, che voleva riconquistare la città. Cinque di loro furono addirittura decapitati. Fra questi, Cristoforo di Casalmaggiore, che era stato segretario di Pico e che – chissà perché – confessò di averlo avvelenato. L’avrebbe fatto perché, il giorno prima della morte, Pico aveva intestato al fratello di Cristoforo, Martino, amministratore dei suoi beni, tutto il bestiame, e soltanto la morte del Signore poteva rendere disponibile subito quell’eredità.
Sarà vero? Ma perché quella confessione, dal momento, oltretutto, che non salvò Cristoforo dalla decapitazione?
C’è, però, un altro giallo nel giallo. Due lettere – una di Poliziano all’umanista Aldo Manuzio, che fu il primo famoso stampatore del Rinascimento, e una dello stesso Manuzio al Poliziano – furono manomesse. Lo accertò, nel 1848, Léon Dorez, uno studioso francese di Pico. In quelle due lettere furono cancellati due nomi: quelli, appunto, di Martino e di Cristoforo, che furono sostituiti con quello di Alessandro Sarti, un modesto studioso del tempo, che ebbe le due lettere tra le mani. Il cambio dei nomi l’avrebbe fatto proprio lui per attribuirsi gli elogi che Poliziano e Manuzio indirizzavano a quei due collaboratori di Pico.
Dorez non crede nella motivazione affaristica dell’avvelenamento da parte di Cristoforo, ma avanza l’ipotesi, più consistente, che egli abbia avvelenato Pico per conto di Piero de’ Medici visto che il suo Signore era ormai passato dalla parte di Savonarola, il grande accusatore della Casata medicea. Ma sono supposizioni, per cui il mistero e il dubbio su quella morte permangono e ormai permarranno.
Tratto da : Quei due Pico della Mirandola – Giovanni e Gianfrancesco
Autore: Jader Jacobelli
Casa Editrice La Terza – Anno 1993