Donatella Bucci – Viaggi e non solo – Carnevale in Laguna
…E improvvisamente l’ombra silenziosa di un uomo avvolto in un mantello scompare dietro la sagoma di una gondola, da una finestra illuminata arrivano le note melodiose di un minuetto, una dama avvolta in un lezioso abito settecentesco orlato di merletti percorre il ponte di Rialto furtiva e leggiadra, senza accorgersi di avere lasciato dietro di se sul bordo del canale il suo guanto permeato di profumo di mughetto….
Sembrerebbe la trama di un film ma in realtà sl tratta di una normale notte veneziana del periodo di carnevale.
Il carnevale di Venezia, come fama è secondo solo a quello di Rio, è una tradizione che risale ai primi del 900 ed é diventato il momento di maggiore importanza per la città.
Fu istituito dalla Serenissima per dare modo agli abitanti della città, soprattutto a quelli dei ceti inferiori, di potere godere di un periodo di divertimenti sfrenati nel più perfetto anonimato.
Purtroppo non fu tenuto conto che, avendo i cittadini la possibilità di rendersi irriconoscibili, nel periodo carnevalesco davano sfogo a tutti i desideri più reconditi, i furti e le malefatte aumentarono in maniera tragica, tutto era possibile con il volto coperto da una maschera. L’anonimato era diventato l’anima stessa del carnevale, era possibile corteggiare e farsi corteggiare abbattendo tutti i muri della decenza e nel maggior sprezzo delle buone abitudini. La parola d’ordine era trasgressione per questo le autorità si videro costrette a proibire l’accesso delle maschere ai luoghi religiosi e alle case da gioco e dovettero proibire la circolazione notturna di personaggi ambigui. La Laguna era permeata di mistero, le dame usavano nei e ventagli come linguaggio di seduzione e gli uomini erano i protagonisti assoluti su di un palcoscenico emozionante.
Fortunatamente tutto questo ai giorni nostri e’ stato ridimensionato e il periodo ha assunto connotati molto meno disonesti ma più frivoli e modaioli, la città si prepara un anno per l’altro a questo evento e già parecchi giorni prima si può avvertire una sottile euforia scorrere per le calli.
La ricerca della maschera é quasi ossessiva, l’emozione di passeggiare sulla celebra piazza San Marco abbigliati come delle seducenti dame dell’ottocento o come dei gentiluomini avvolti nei singolari tabarri e indossando la classica Larva,(maschera bianca che ricopre interamente il viso) è unica e non ci si può sottrarre al suo dolce e romantico richiamo. Per una decina di giorni la città dei dogi diventa un teatro a cielo aperto.
Nonostante siano passati centinaia di anni dalle prime edizioni del carnevale lo spirito primario e’ rimasto lo stesso, quindi chi si aggirasse incuriosito in cerca di emozioni tra le calli della bellissima città lagunare faccia molta attenzione, le sorprese possono essere veramente tante celate dietro le maschere, non a caso Carlo Goldoni, celebre commediografo veneziano scrisse che a carnevale …
“Qui la moglie e là il marito
Ognuno va dove gli par
Ognun corre a qualche invito, chi a giocar, chi a ballar”….
In questi ultimi anni mi sono avventurata tra le numerose maschere per rubare qualche scatto ma e’ veramente una impresa titanica, la folla e soprattutto i fotografi fanno a gara per rubare qualche scatto originale, spero di essere riuscita nel mio intento di regalarvi un piccolo spaccato del carnevale più famoso d’Italia e, quasi, del mondo.
Donatella Bucci
Nata a Mirandola il 18 maggio 1954, emiliana doc, fashion designer da sempre. Diplomata ITS Grazia Deledda di Modena. Ha coltivato in questi anni la passione per i viaggi se possibile fuori dalle tradizionali rotte del turismo. Appassionata di fotografia ne ha fatto il suo hobby principale, ha creato il sito https://lospiritodelluogo.jimdofree.com/ per potere condividere con le persone che ama e che stima quello che sono le sue esperienze di viaggio, le sue emozioni e i suoi contatti con la gente e con la natura, a volte selvaggia a volte scontata, ma sempre stupefacente, a volte crudele ma mai incoerente, che si dona agli occhi del viaggiatore come un neonato si dona agli occhi della propria madre. Ha avuto foto selezionate da National Geoghaphic e diverse foto pubblicate dalla rivista on line Vogue.
Collabora con la rivista enogastronomica Cavolo Verde, ha frequentato il corso AIS per Sommeliers ma, per motivi di lavoro, non ha potuto far l’esame e conseguentemente non ha ottenuto il diploma ma ama il buon bere.
La sua fotografia e’ rivolta principalmente verso temi naturalistici o etnici, pur amando molto le nostre valli con la nostra fauna e la nostra flora che cerca di rappresentare in modo originale .
Ha al suo attivo due mostre a livello locale, una sui panorami e particolari del parco di Yellowstone e dell’Islanda, la seconda sui colori e sulle etnie dell’Etiopia del sud.
Ama tecniche fotografiche alternative , come le esposizioni multiple, giocando su immagini sfocate e no, o immagini create con mossi in macchina. E’ un’appassionata di fotografia macro.
Coltiva da qualche tempo l’hobby della pittura fluidart, una tecnica per lo più usata da artisti americani e australiani, una tecnica di pittura astratta e, spesso, si ispira alle sue foto per ottenere certi risultati.