A proposito della ricostruzione del Centro Culturale Islamico
Sulla ricostruzione del Centro culturale islamico di Mirandola interviene l’Amministrazione comunale.
La ricostruzione del Centro culturale islamico non è in concorrenza o in contrasto con il ripristino delle abitazioni, delle fabbriche, dei negozi o delle chiese. Quindi non ha alcun senso parlare di precedenze o di sottrazione di risorse ad altri soggetti, come scritto in questi giorni.
L’edificio, acquistato prima del sisma dalla comunità islamica (e non di proprietà comunale, come erroneamente riportato da alcuni media), aveva tutti i requisiti per essere ricostruito dopo i danni subiti. La Regione ha erogato i contributi in seguito alla regolare presentazione della domanda, che è avvenuta tempestivamente e in maniera conforme ai parametri richiesti.
Le polemiche sono dunque pretestuose, demagogiche ed anche velatamente razziste. Non si capisce infatti perché la Regione avrebbe dovuto usare due pesi e due misure a seconda dell’appartenenza religiosa del richiedente il contributo. Strumentali appaiono anche le polemiche sul finanziamento di 400 mila euro della fondazione del Qatar, che come tanti altri soggetti (dal Dalai Lama alle comunità cattoliche e di altre religioni) sono stati generosi nei confronti dei terremotati. Non sappiamo cosa avrebbero fatto in altri Stati in situazioni simili. In Italia dobbiamo agire secondo i valori della nostra Costituzione. Se altrove sbagliano a non lasciare libertà di culto noi non possiamo (e non vogliamo) commettere lo stesso errore.
Incredibili poi sono le dichiarazioni di chi denigra la ricostruzione del Centro culturale islamico, parlando di “invasione”, e si fa paladino degli abitanti dei Map, che per la quasi totalità sono cittadini stranieri. Tutti gli stranieri residenti a Mirandola sono cittadini mirandolesi e devono rispettare le nostre leggi e le nostre regole.
Infine, una battuta. I soldi degli emiri vanno bene quando servono ad acquistare squadre di calcio in difficoltà ma piacciono molto meno quando sono diretti alla ricostruzione di Mirandola. Uno strano modo di voler bene alla nostra città.
Massimo
Le chiese dei musulmani sì e le nostre quando ?? La Regione Emilia Romagna e la Soprintendenza delle belle arti si parlano oppure no? Quando vedremo l’arte delle nostre chiese di nuovo in piedi? Oppure lasciamo il piacere ai nostri figli o nipoti ?? Nessuna polemica…solo una constatazione di fatto..le chiese a cielo aperto vanno di moda solo d’estate…
27 Maggio 2016Fabrizio Artioli
Perchè non girare la stessa domanda anche alla Diocesi di Carpi?
29 Maggio 2016libero montagna
Concordo in pieno con quanto dichiarato in merito alla ricostruzione del centro culturale Islamico;non capisco queste reazioni isteriche, se c’è un luogo dove è possibile anche incontrare altre culture,altre espressioni religiose chiedo che cosa c’è di negativo o di pericoloso per la nostra sicurezza.Se poi si entra nel merito dei contributi del Qatar,vorrei aggiungere che i soldi dei paesi arabi,indubbiamente non un modello di democrazia,non solo vanno bene per le squadre di calcio,ma anche quando acquistano armi,visto che anche l’Italia ha un discreto commercio con queste nazioni.
3 Giugno 2016