Via Milazzo ( Franco Gambuzzi 12/7/2014)

Via Milazzo ( Franco Gambuzzi 12/7/2014)

4 Aprile 2015 0

pianta amici e negozi 6

La via Milazzo era il nostro campo di gioco, via Verdi era troppo trafficata.

Per giocare a pallone, sullo slargo delle Tre Zucchette, usavamo come porta il portone del magazzino del salumiere (aveva il negozio sotto il portico in piazza) proprio all’imbocco del viottolo che porta al voltone. Come canestro il segnale tondo di divieto d’accesso allo stresso viottolo.

Proprio a fianco del laboratorio di Adolfo Pollastri c’era, dopo essersi trasferita da via Verdi, la rosticceria della Benvenuta, la mamma del mio amico e compagno di scuola Claudio Sgarbi.

Abitavano nell’appartamento sopra la bottega. Chissà se Claudio si ricorda ancora di come, qualche volta, a scuola, lo convincevo a scambiare il mio panino con le sue frittelle di baccalà. Mi piaceva quell’odorino di fritto e di polenta che usciva da quella bottega, soprattutto nei giorni di mercato.

Proprio di fronte aveva la sua officina elettromeccanica Enore Fontana, il papà di Oden, altro mio compagno di scuola. In quel piccolo quartiere, tra le vie Milazzo, Marsala e Verdi, abitavano altri miei coetanei (Libero, Umberto, Vittorio, Vilmo, Maurizio, Marione, Gabriele, Evasio…. Silvano e ne dimentico sicuramente qualcuno) e da ciò si può facilmente comprendere come la nostra vita si svolgesse tra casa e scuola, strada e bottega.

In questa parte di città operavano anche altri artigiani come i fabbri fratelli Benatti, la falegnameria di Guagliumi, il bilanciaio Gino Golinelli (mio padrone di casa, del tutto insofferente, impossibile giocare davanti alla sua bottega), i commercianti Malaguti (ingrosso di generi alimentari, chi non ricorda il budino EBO) e Ganzerli (anche loro grossisti) oltre a Genore e l’Alberina (fruttivendoli, parenti della Speranza) e al vinaio Gigion. Se poi ci si spostava più in là si poteva incontrare la lattaia Clementina, i barbieri Valerio e Nini, Anna la parrucchiera, la cartoleria della

Sivia, il forno dell’Alfonsina Ascari. Mi si scuserà se sovrappongo nomi e luoghi (sicuramente ci sono dei difetti consequenziali nella loro contemporaneità) ma nella mia memoria sono presenti esattamente lì, indipendentemente dai tempi.