Un secolo di calcio a Mirandola – Aneddoti e curiosità
Nel corso degli anni Settanta, il calcio, lo sport più amato e praticato al mondo, aveva oramai raggiunto livelli di eccezionale e straordinaria popolarità. Nel settembre del 1970 la RAI lanciò ufficialmente, sulle sue reti televisive, il programma “culto” che sarebbe divenuto, per anni, il tradizionale ed imperdibile appuntamento fisso della domenica pomeriggio, per i tanti milioni di italiani innamorati del pallone, il celebre e storico “Novantesimo Minuto”, la prima trasmissione televisiva dedicata al calcio, capace di diffondere, poco dopo il termine delle partite del campionato di Serie A, tutti i goal della giornata calcistica, corredate dal colorito commento dei suoi folkloristici giornalisti-inviati. Un autentico fenomeno di costume, che, ogni domenica, calamitava sugli schermi della televisione di Stato anche oltre venti milioni di telespettatori (…almeno fino all’avvento ed alla diffusione delle televisioni a pagamento…).
A Mirandola, anche nel corso degli anni Settanta, il calcio continuava a vantare un elevatissimo numero di appassionati; nonostante le recenti negative vicissitudini sportive (leggasi soprattutto retrocessione tra i dilettanti), gli sportivi mirandolesi innamorati del glorioso sodalizio calcistico cittadino non lasciarono mai sola la compagine gialloblu. Allo Stadio Comunale mirandolese, come nelle vicine, ma anche più disagevoli trasferte, il sostegno dei calorosi supporters mirandolesi (diversi di loro, in realtà, anche molto esigenti, vedi, ad esempio, la celebre cosiddetta “Tribuna Coverciano” dello stadio mirandolese, autentico feudo dei più sferzanti critici a prescindere della compagine gialloblu) rappresentò sempre una appassionata e consueta costante, ad accompagnare il cammino degli atleti in casacca gialloblu. Al “Lolli”, in particolare, comparvero, per la prima volta, su iniziativa di piccoli manipoli di giovani supporters, bandiere, trombe, bidoni e tamburi, ovvero tutto quanto poteva fare “trambusto” (proprio come in ambito professionistico…), per “intimidire” l’avversario di turno, e, naturalmente, incitare e caricare i propri beniamini.
In questi anni, sull’esempio di quanto già accadeva a livello di calcio professionistico, anche a Mirandola videro la luce tanti club di tifosi “organizzati”; un’autentica sorta di “ultrà” gialloblu (nell’accezione più pacifica del termine…), con il comune denominatore della passione e dell’amore nei confronti della Mirandolese. Dal “Club Rullo Compressore” (con sede presso il Bar Bocciofila, in Viale Gramsci) al “Club Self Service”, dal “Club Bar Italia” al “Club Giallobleu Bar A.C.L.I.”, dai “Commandos Gialloblu” ai “Fedelissimi Gialloblu”, al “Club Bar Botteghino”. Il Coordinamento dei Club Gialloblu (che li rappresentava tutti) organizzava poi la cosiddetta “Carovana Gialloblu”, lo spostamento in autopullman dei tanti sostenitori mirandolesi, in occasione delle trasferte della compagine gialloblu.
Nel corso degli anni Settanta, per permettere ai tanti giovani mirandolesi appassionati di calcio (e magari non tesserati per alcuna società calcistica) di praticare comunque questa disciplina in completa sicurezza, ed a livello di puro divertimento, l’Amministrazione Comunale si impegnò nella costruzione e nella sistemazione di una serie di campetti di calcio rionali (sfruttando aree comunali); nacquero così il campo di Via Toti (teatro, per diversi anni, delle gare della Folgore e del celebre Torneo delle Compagnie di Mirandola), Via Foscolo, Via Zamenhof, Viale Gramsci.
Anche il “Lolli”, naturalmente, ospitò, oltre alle partite della Mirandolese, altri vari eventi. Nel periodo primavera-estate del 1975, del 1976, e del 1977, fu teatro infatti del Torneo delle Aziende di Mirandola (denominato Coppa 1° Maggio, con trofeo destinato alla compagine vincitrice offerto dall’Amministrazione Comunale mirandolese), organizzato dalla Camera del Lavoro di Mirandola e dal Gruppo Sportivo Organizzazioni Sindacali C.G.I.L., C.I.S.L. ed U.I.L., zona Bassa Modenese, ma anche di incontri amichevoli tra gruppi sportivi cittadini, tornei delle compagnie, dei caffè e dei rioni di Mirandola. Il più importante impianto calcistico cittadino venne anche richiesto, sempre per la disputa di partite amichevoli, dall’associazione C.B. Elettra, di Mirandola (in occasione dei confronti contro l’associazione C.B. 27, di Verona), dal Tennis Club Mirandola, ed ospitò, nel novembre del 1976, l’incontro amichevole tra Mirandolese e Carpi (con incasso interamente devoluto alle popolazioni duramente colpite dal terremoto in Friuli, avvenuto nel maggio dello stesso anno), nel maggio del 1977 una manifestazione nazionale di pattinaggio artistico, nell’aprile del 1978 la sfida tra le rappresentative giovanili dei Comitati di Finale Emilia e di Mantova, nel maggio del 1979 (in occasione della 175A edizione della Fiera di Mirandola) il 1° Torneo Notturno di calcio, riservato alla categoria Esordienti, ed aperto a tutte le società dilettantistiche della provincia di Modena, e delle province limitrofe, organizzato dai dirigenti del settore giovanile gialloblu. Da ricordare anche, nel giugno del 1975, la partecipazione di una formazione calcistica mirandolese, in rappresentanza del Comune di Mirandola, ad un meeting calcistico in quel di Villejuif, il comune francese gemellato con la città dei Pico.Nel corso degli anni Settanta, da ricordare è certamente Giuseppe Meschieri, per tutti semplicemente “Toppi”; per tutto il decennio ha vestito con estrema professionalità ed irreprensibile zelo il ruolo del segnalinee, durante le gare interne ed esterne della Mirandolese (nelle categorie dilettantistiche i due segnalinee erano infatti semplicemente due addetti delle due società che si incontravano). Un autentico personaggio d’altri tempi, folkloristico ed inimitabile, che ha conquistato l’affetto spassionato di tutti gli sportivi mirandolesi.