Tramuschio terra di confine
Particolare relativo alla Villa di Tramuschio (1551-1552) - Collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola
Nel 1590 le abbondanti piogge primaverili portarono una grave carestia. Nel mirandolese la carestia colpì maggiormente e i prodotti valevano il doppio che nel mantovano. Pertanto sul confine si diffuse il contrabbando. La presenza di un’osteria a Tramuschio era richiamo di contrabbandieri che, constatando come solo un fosso separava i due stati superatolo di notte, prelevavano nel mantovano i prodotti da vendere poi nel mirandolese a prezzi vantaggiosi. Per intimorire i contrabbandieri venne eretta una forca alla Malavicina. Ma, in segno di disprezzo, la forca fu rotta e portata via. Vi furono diversi conflitti che spesso vedevano i contrabbandieri svignarsela e al massimo veniva sequestrato un cavallo o un asino e qualche sacco abbandonato in fretta. La carestia proseguiva e per cercare di limitare il contrabbando il Commissario di Quistello propose che “le biade si vendano al prezzo che son vendute netti confini”. I prezzi si riequilibrarono, il contrabbando diminuì ma non venne superato ma aumentarono i ladri e i danneggiatori dei campi più vicini al confine. Per cercare di contenere le scorrerie arrivò una compagnia di 50 militari a cavallo comandati da Gaetano Nerli e Battista Della Polla. Nerli nel rapporto dell’8 settembre 1594 scrive: “…arrivato in questi confini sono andato colla compagnia che siam al n. di 50 alla volta di Malavicina et entrando nelle predette case un m.r Jacopo filiollo del Cavallaro detti Sig.i della Mirandola a volutto far del bello umore dove a lui a tocho a passar a miglior vita, passato questo son statto al Tramuschio et ivi habiamo fatto atte archibusate con un corpo di guardia che era nella osterìa in bon numero ma mai non han volutto uscir di fori ne siano detto una parola; è statto tirato un tiro di sagra (tiro fatto assieme)….”
Il confine nel 1859
“Si stabilisce un cordone di confine che impedisce il contrabbando … ponendosi Gendarmerìa sussidiata dai cacciatori o volontari … infine posto fisso a Tramuschio, sotto la parrocchia. Così giunse la finanza a togliere il contrabbando intercettando le strade con apposite barriere del Tramuschio, Ferma e Malavicina obbligando i frontisti a dover percorrere la sola strada retta di Poggio per trasporto dei loro generi… Al Tramuschio gli italiani tengono un corpo fisso militare come cordone che in vari incontri ebbe a lottare col tedesco uccidendosi a vicenda. Oggi italiani e tedeschi piuttosto che lasciar la vita per far piacere a loro governi in inutili gare, amano conservala bivaccando insieme” .
Anche superate le varie carestie ma per far fronte alle ristrettezze il contrabbando proseguì, tantè che si dice esistesse, a Tramuschio, un passaggio segreto. La galleria, che collegava la casa Biancardi, sul modenese, con la casa Benedusi, nel mantovano, veniva usata dai contrabbandieri per sfuggire ai controlli del dazio. La galleria sarebbe stata usata fino al 1866, per venire abbandonata con l’unità d’Italia e quindi con il superamento delle frontiere.
Tratto da: Tramuschio – Appunti di storia
Parrocchia di Tramuschio
Anno 2010