La società del divertimento “As’Sa”
Con il finire della guerra sorsero diverse società il cui scopo era esclusivamente il divertimento. Abbiamo mostrato il gruppo di amici della società Scacciapensieri in una foto datata 1948, oggi proponiamo una foto datata 1947 di un altro gruppo di ragazzi mirandolesi. La società si chiamava As’sa, il significato potrebbe essere “si sà” in dialetto mirandolese ma è solo una nostra congettura. Come sempre accade, testimoni di quell’epoca o sono ormai deceduti o sono talmente vecchi che non ricordano. Alcune di queste persone sono state identificate (Federico Paolini, Valter Bellini, Silvio Castorri e Leonardo Artioli). Chi avesse ulteriori notizie e riuscisse a identificare altri ragazzi ci può contattare all’indirizzo email : info@albarnardon.it
Grazie a Libero Anderlini ora sappiamo qualcosa in più di questa società e delle persone che sono ritratte in questa foto.
Publichiamo la mail di Libero ringraziandolo ancora una volta per l’interessamento.
La società As’SA (Si sa) era una delle tante società dello stesso tipo, nate a Mirandola nell’immediato dopoguerra, aveva come scopo l’organizzazione di manifestazioni per lo svago dei soci: partite di calcio, feste, veglioni, cene sociali ed altri spettacoli di divertimento; aveva come simbolo un paio di gambe di donna.
All’epoca erano stati fatti distintivi con il simbolo, però non ne ho mai visto uno, ma l’amico Luigi Benatti se li ricorda.
Mio padre e mia madre facevano parte di questa società e mia sorella Lorena conserva ancora la fascia di miss AS’SA vinta dalla Marta durante una festa sociale organizzata presso l’Aquila Nera (adesso Banca Monte dei Paschi).
La società chiuse i battenti dopo un veglione organizzato con cena e la partecipazione dell’orchestra del maestro Bebbe Moietta, orchestra della RAI allora molto famosa, ma anche molto costosa.
La manifestazione fu un fiasco clamoroso, tutte le altre società concorrenti (Frangitutto, Ruggito della tigre, Pigognino, Scacciapensieri ….) boicottarono la festa e il risultato fu lo svuotamento delle casse sociali dell’AS’SA, per cui in quel tempo circolava a Mirandola il detto:
“l’è sta Moietta cla mis l’AS’SA in buleta”.
La foto, secondo me, è stata scattata in via Fenice, il terrazzo che si vede in alto, dovrebbe essere quello sopra al negozio attuale di Della Martira, in occasione della partenza di giocatori e tifosi per una partita di calcio.
Esiste un’altra foto, che ho potuto solo vedere, ma non in mio possesso, del ritorno dopo la partita con un cartello con il risultato della partita stessa vinta con un punteggio clamoroso, i personaggi fotografati erano praticamente identici.
Ho riconosciuto nella foto che mi hai inviato: Federico Paolini, presidente storico della U.S. Mirandolese, nell’atto di fare le corna ad Asto Brugni, alla sua destra Cirillo Bianchi e alla sua sinistra Giorgio Mantovani (Rana).
In prima fila dopo Asto Brugni per i mirandolesi Asto Brugnà, ????, poi Geminiano Carletti (Nano) tipografo, Spartaco Reggiani (fratello dell’Elena dell’edicola e bigliettaria del Teatro Nuovo), Attilio Pollastri padre di Paolo e Stefano ex gestore del Caffè del Teatro, Raul Raguzzoni, Tonino Castorri figlio dello storico fruttivendolo di via Fenice angolo via Battisti, Ori falegname e Borella detto Giolà della dinastia di “scudlar”.
Sopra Raul Raguzzoni c’è Paride Secchi, in cabina Sgarbi ex terzino della Mirandolese fratello della Regina del forno Tadei.
Leonardo Artioli è sopra Tonino Castorri.
Sull’imperiale della cabina ho riconosciuto da destra in piedi Gino Suffritti zio di Umberto, Roversi commerciante di formaggi padre della Donatella, Tonino Paltrinieri (la beleta) storico impiegato dell’ACI, Aguzzoli il falegname.
Sul cassone da sinistra Ieio dipendente comunale, Rino Cavallini padre di Vittorio di Radio Pico, Guido Lana capo dei vigili,in piedi con il pugno alzato Armando Secchi detto “fraulen”, Guagliumi dipendente comunale, ???; Nino Artioli storico cameriere del caffè Pico.
In piedi sopra Nino Artioli è riconoscibile Valentino Brancolini (Tino) dipendente comunale.
Ciao
Libero
Un ulteriore contributo lo ha dato Giorgio Setti pubblichiamo anche il suo racconto.
Il settimo in basso da sinistra, quello con i baffetti, è Setti Otello, mio zio. Quello dietro di lui, con la mano sulla sua spalla, potrebbe essere suo fratello Walter, mio padre, ma non ne sono certo: non ricordo in che anno tornò dall’Inghilterra dov’era prigioniero.
Giorgio Setti