Il pioniere solitario del cinema italiano – Italo Pacchioni

Il pioniere solitario del cinema italiano – Italo Pacchioni

9 Marzo 2015 0

La “Fotografia animata” nacque a Parigi in un freddo pomeriggio di dicembre del 1895. Papà Lumière mostrò ai figli Louis e Auguste e a un folto pubblico,presente al Salon Indien del Grand Cafè, una proiezione di dieci brevi film con un nuovo apparecchio chiamato cinèmatographe.Fu un successo.

L’anno successivo, era il 1896, il cinematografo dei Lumière cominciò la sua inarrestabile diffusione nel mondo. Accanto agli inventori del cinema, si profila però un personaggio solitario, ma non meno importante nella storia della cinematorafia internazionale. Se ai tanti cultori del cinema il nome di Italo Pacchoni è pressocchè sconosciuto, i “grandi” del mestiere abbassano il capo in segno di rispetto quando si nomina il mirandolese.Pacchioni,infatti, classe 1872, nacque a Mirandola lungo l’isolato del Castello dei Pico al numero 55.

E’ considerato l’inventore del cinema italiano. Nella Città dei Pico, secondo doviziose fonti storiche, la prima proiezione cinematografica avvenne il 31 ottobre 1896.Figuriamoci lo stupore dei primi spettatori! E gli applausi che rivolsero a Pacchioni. Tuttavia, come fece l’abile Mirandolese a conoscere il segreto della famosa macchina dei Lumière?

La domanda è essenziale poichè nella Francia del 1895 vigeva l’assoluto e invalicabile divieto alla vendita e all’affitto del prezioso strumento. I Lumière,insomma, avevano il copyright sull’invenzione.

Pacchioni, però, non si fece scrupolo più di tanto e, assieme al fratello, raggiunse Parigi, con l’intento di non tornare in patria finchè non avesse trovato ciò che cercava. Nelle sue vene scorreva sicuramente l’arte cinematografica. I tanti “ne pas posible” non lo scoraggiavano e,infine, tornò a Mirandola vittorioso. A Parigi, infatti, riuscì a procurarsi alcuni pezzi fondamentali per la costruzione della macchina, che vide e studiò dal vivo approfonditamente.

Pacchioni fu così il secondo inventore del cinematografo, che, pur richiamando il principio di funzionalità dei Lumière, differiva da quest’ultimo in taluni particolari costruttivi, ma soprattutto per il fatto che era stato concepito per riprese cinematografiche, potendo scorrere in essa due pellicole affiancate e in perfetto sincronismo tra loro.

Dall’invenzione alle proiezioni il passo fu breve.Escludendo,infatti, i potenti Lumière, che intanto avevano acquistato notorietà anche fuori dai confini nazionali, il solitario Pacchioni fu l’unico italiano a girare filmati.

La sua macchina è conservata nel Mseo del Cinema della Cineteca Italiana di Milano, città dove il fotografo si trasferì in seguito. Fu proprio la straordinaria passione per le fotografie che indusse Italo Pacchioni a dedicare ore ed ore alla costruzione della strumento. Essendo un avviato fotografo, ben inserito nella Milano di fine ottocento, intuì quanto sarebbero state interessanti le immagini se avessero posseduto la capacità di muoversi. Egli aveva già tentato di fissare il movimento con le sue “cronofotografie”, ossia fotografie prese in tempi molto brevi, in modo da dare l’impressione del movimento. Da fotografo, dunque,a inventore cinematografico.Pacchioni resta e resterà nella storia della cinematografia mondiale, perchè non solo costruì la macchina, ma anche perchè con essa diede avvio a tutte le varie fasi della lavorazione che il cinematografo comporta, partendo dall’originaria idea di un filmato fino alla proiezione, sua ultima destinazione

il re umberto i in visita alla marina 1898

Il Re Umberto I in visita alla Marina

Parecchi anni dopo, era il 1935, cinque anni prima della sua morte avvenuta a Milano l’11 luglio 1940, un nipote, all’insaputa dello zio, inviò a Roma diverse pellicole alla Direzione Generale della Cinematografia, che stava organizzando uno spettacolo celebrativo del quarantesimo anniversario della nascita del cinematografo.

Fu un gran successo, alcuni film furono inseriti nella sezione comparativa di “Film italiani e stranieri” dai primi tempi della cinematografia sino a quei giorni.Pacchioni balzò agli onori della cronaca,ma, come spesso accade a quel mondo dorato e scintillante e al contempo irto di inciampi, pochi anni dopo fu dimenticato, nell’ombra.Morì nel 1940, prima che la Seconda querra mondiale mostrasse i suoi orrori e le sue crudeltà.Negli anni cinquanta il nome di Italo Pacchioni rivisse meritatamente nei primi manuali cinematografici e il suo nome campeggiò sulle riviste del settore. Peccato che in suo onore non sia stato costruito un museo! Il pioniere del cinema italiano lo meriterebbe.

I filmati di Pacchioni:

Arrivo del treno alla Stazione di Milano (1896)- Ballo in famiglia (1896)- La battalia di neve (1896)- Le gabie dei matti (1896)- Il finto storpio al Castello Sforzesco (1896)- La Fiera di Porta Genova (1898)- Il vecchio Verziere (1898)- I ginnasti della Mediolanum (1898)- Il Re Umberto I in visita alla Marina (1899?) I funerali di Umbero I (1900)- I funerali di Giuseppe Verdi (1901)