Il Feroce Berlino
Riportiamo una email di Giorgio Goldoni che, riprendendo un racconto di Quirino Mantovani (Berlino) sull’Indicatore Mirandolese,aggiunge particolari su quella che era la “lotta fra le bande” a Mirandola negli anni cinquanta.
L’Indicatore via internet mi dà la possibilità di restare in contatto con Mirandola , pur come “espatriato”.
Ovviamente leggo tutto con avidità, e in particolare le notizie relative alla mia fanciullezza. E’ così che nel numero di novembre ho finalmente scoperto i dati anagrafici (Quirino Mantovani) del mitico BERLINO, il capo indiscusso della banda del Castello. Come il buon Berlino ci ricorda, le famiglie che vivevano nel castello erano in gran parte indigenti e i ragazzi del castello ,privi di qualsiasi controllo familiare, bivaccavano tutto il giorno in strada e erano liberi di scorazzare in lungo e in largo, temuti dalle bande del vicinato. La nostra banda- via Tabacchi, via Bassa, via Cavallotti e spiazzi vicini come il giardino della Cassa di Risparmio (allora aperto al pubblico dopo i bombardamenti di fine guerra) e lo spiazzo antistante la Caserma dei Carabinieri- veniva rapidamente messa in fuga dall’agguerrito manipolo di Berlino, armato di fionde e bastoni.
Nel rapido cambiamento di partecipanti ci fu un unico periodo in cui la nostra banda non temette BERLINO, e precisamente quando Giorgio Grassi, aggressivo e carismatico, divenne il nostro capo. Lui aveva anche inventato un temibile fucile a elastici che sparava capsule di piombo ricavate dai tubetti dei dentifrici.
In quel periodo BERLINO e i suoi si tennero a rispettosa distanza, scorazzando in altre zone di Mirandola, dandoci in questo modo il tempo di esercitare il nostro passatempo favorito, la corsa sui carrettini di legno.
Un altro aiuto ci veniva dai fratelli Danieli, che vivevano a ridosso del vicino canile comunale, e che usavamo come sicari prezzolati: noi avevamo mezzi finanziari superiori e potevamo permetterci di assumere dei mercenari.
BERLINO cita Ivo Panzani , ma in realtà Ivo venne ad abitare in piazza del Pistrino parecchio tempo più tardi, e fu sempre maltrattato da noi “bulli benestanti”.
Mi permetto di fare qualche nome della banda della Cassa di Risparmio: Giorgio Mantovani, Stefano Piccinini, Gianpaolo Tardini, alloggiati in via Bassa; il sottoscritto, Anselmo Bertellini, Pierangelo Barbieri, alloggiati in via Cavallotti. Di tantissimi altri ho dimenticato il nome e mi scuso.
Faccio al feroce BERLINO tanti auguri di una vecchiaia tranquilla, mai dimenticato dai suoi antichi “nemici”.
Giorgio Goldoni