Antonio Bernardi detto "AL BARNARDON"
Mirandola e i Mirandolesi onorano giustamente un personaggio di fama mondiale, Giovanni Pico della Mirandola.
Noi, quelli del Barnardon, con minori possibilità, intendiamo onorare un personaggio “minore” della Mirandola dell’ottocento.
Si tratta di Antonio Bernardi detto “AL BARNARDON”.
Don Felice Ceretti ha voluto inserire il nostro Bernardi nel ristretto numero dei mirandolesi illustri. Era maestro di disegno, astronomo, astrologo e inventore. Foto o ritratti di questo “illustre” personaggio non ne esistono se non l’uomo sull’abbaino disegnato sul nostro lunario.
Don Felice Ceretti, il più famoso degli storici mirandolesi, lo descrive “Grosso di tutta persona, specie poi nel capo.Fu alto di statura, occhio nero e grande, andar greve e dignitoso, ricurvato in avanti”.
Il nostro personaggio nasce a Mirandola, nella sua casa paterna, in via Fulvia, l’8 maggio 1795. Era di venerdì e siccome chi nasce in questo giorno, come dicevano un tempo gli astrologi, “non ha troppa voglia di lavorare” ecco che nei suoi 64 anni di vita Antonio Bernardi cercò sempre di rispettare questa regola.
Il padre Giuseppe Bernardi era un noto avvocato e notaio mirandolese fanaticamente ” Duchista”, cioè era fedele al sovrano Duca di Modena Ercole III D’Este.
Nel 1796 con la vittoriosa campagna di Napoleone Buonaparte in Italia il Duca D’Este deve fuggire e così il nostro Giuseppe lascia le sue cariche di Podestà-Giudice e si trasferisce a Modena lasciando ai fratelli la gestione dei beni di famiglia a Mirandola. Questi gli mangiarono il patrimonio che l’avvocato, in seguito, provò a ricostruire ma con scarsi risultati.
Dell’infanzia di Antonio non si sa nulla se non che i genitori si divisero e Antonio con sua sorella Anna rimase con il padre.
Frequenta le Scuole Ginnasiali e l’Accademia di Belle Arti di Modena.
Un episodio: nel 1814 giunge a Modena il nuovo sovrano il Duca Francesco IV d’Austria-Este e, per rendergli omaggio, ventiquattro giovani di buona famiglia staccano i cavalli dalla carrozza del Sovrano e la trascinano per la Città fino alla Cattedrale. Tra questi giovani c’è anche il nostro Antonio che, ritornato poi a Mirandola, verrà dai mirandolesi riconosciuto come un personaggio anche se verrà preso in giro per quell’avventura.
Studia astronomia ma il padre vuole che inizi a lavorare avendo egli conseguito il diploma di maestro di disegno e, nel 1827, incomincia ad insegnare disegno nella sua casa in via Fulvia.
Diventa anche poeta e diffonde le copie delle sue poesie, scritte su volantini, a mano ai cittadini mirandolesi o le declama in qualche circolo culturale credendo di essere, oltre che un bravo maestro di disegno e un insigne astronomo, anche un sommo poeta. Però viene da tutti deriso ma il nostro “Barnardon” continua per la sua strada.
Si sa che nessuno è profeta in patria.
Con la morte del padre nel 1840, Antonio dà sfogo ai suoi istinti letterari e fa conoscere agli studiosi le sue grandi conoscenze astronomiche e quindi trascura la sua scuola di disegno passando le sue giornate sul “luminarol”(lucernaio) della sua abitazione.
Così tanti furono i progressi in questa scienza che giunse a trovare falso il sistema di Copernico così come quello di Tolomeo e di Ticone e a sostituirli con uno di sua invenzione.
Studia un’eclisse del 1842 e propone due nuovi avvenimenti nel 42 e 43 e pubblica “Scritti sugli eclissi lunari degli anni 1842-1843”.
Il mondo della scienza resta attonito ed ammirato e la nobile Città di Mirandola viene invidiata per la fortuna di contare tra i propri cittadini di un così insigne studioso dei fenomeni celesti. I soliti mirandolesi capaci solo di criticare quanto fanno i loro illustri concittadini, non credono nella grandezza del loro Bernardone.
Dopo tanti studi si convince che la teoria di Copernico ( la Terra e gli altri pianeti ruotano intorno al sole) è sbagliata e pubblica nel 1844 il ” Nuovo sistema Universale Planetario-Metereologico” e la sbandiera sul “listone” oppure nel retrobottega della “Farmacia della Cicogna” o dal “barbitonsore” Raimondi posto nella piazza principale.
Invia le sue osservazioni anche a giornali dell’epoca come il “Foglio di Modena”, la “Gazzetta di Milano” ecc.ecc. e qualcuno, forse a corto di notizie, le pubblica anche.
Nel 1848 in Bernardi avviene una svolta, il motivo è molto semplice; nel campo della astronomia, dopo Tolomeo, Copernico e Bernardi (i tre grandi), non c’è più nulla da scoprire.
Adesso non resta che esplorare a fondo il mondo dell’astrologia, infatti i pronostici e le previsioni si possono ancora vendere.
La tipografia Cappelli di Modena manda alle stape un nuovo lunario “Il Nuovo Astrologo Mirandolano” che prende spunto dalle nuove previsioni astrologiche di Antonio Bernardi commentate dal Dott.Ballanzoni e Pantalone di Bologna.
Ma è strano che le previsioni del lunario per il 1848 non si siano avverate.
Lo stesso vale per i famosissimi ” Bollettini Celesti”, sempre di Antonio Bernardi, portati alle stampe sempre dalla tipografia Cappelli ed in vendita a 8 centesimi.
Il primo si intitola esattamente “Bollettino Celeste che da la spiegazione della presente siccità”. Il nostro Barnardon anticipa di più di un secolo il colonnello Bernacca e i suoi illustri successori.
Ne pubblicherà cinque nel 1848 che, immancabilmente, vengono stroncati dai critici dell’epoca.
Nel 1849 preannuncia la pubblicazione della sua opera più grandiosa. Al suo “Nuovo Sistema Universale Planetario-Metereologico” i mirandolesi, gente beffarda, affermano che ” Al Barnardon l’è propria matt” mentre il mondo scientifico rimane insensibile a questa eccezionale notizia, in poche parole non gliene frega niente a nessuno.
Nel 1851 pubblica “I Pronostici”. Ogni quattro mesi per ciascun giorno del quadrimestre in oggetto c’è l’indicazione precisa di ciò che dovrà avvenire a livello meteorologico, cioè se pioverà, se ci sarà il sole o il vento o quant’altro.
Per fare un esempio, per il giorno 21 giugno 1851, che è sabato, Bernardi prevede che i” il sole perquote d’un modo singolare”.
Specificherà anche il territorio a cui fa riferimento con le sue previsioni.
Quanto all’esattezza di queste non si hanno molti riscontri, ma la geniale intuizione bernardiana di prevedere per i mesi estivi un caldo notevole e qualche temporale e per i mesi invernali una temperatura assai più rigida con qualche nebbia e qualche nevicata fa supporre che “l’astrologo mirandolano”non sbagliasse tanto facilmente.
Come si è detto all’inizio il nostro Barnardon fu anche inventore infatti escogita una macchinetta che solo dalla sua mente strampalata poteva uscire, la “famosa” macchinetta per fabbricare le “punte lapis a taglio”.Sembra però che questo marchingegno assolutamente innovativo, paragonabile secondo lui all’invenzione della ruota, non abbia avuto molto successo..
Infine con la sua instancabile mente nel 1857 mette a punto un sistema per vincere al lotto e lo chiama “Contraddanza numerica”.
Sinceramente noi non ci abbiamo capito nulla quindi mettiamo la “cabala” del nostro Antonio Bernardi a disposizione dei lettori che hanno la passione per il gioco del lotto.
Ormai stanco ed ammalato il 14 maggio 1859, all’età di 64 anni, muore presso il “Civico Ospedale Modenese” il nostro Antonio Bernardi.
Noi del Barnardon abbiamo ereditato la sua conoscenza che tramandiamo volentieri ai posteri, quindi concludiamo con le sue parole di insigne meteorologo “Nell’inverno si avrà freddo, caldo nell’estate e temperatura mite in primavera ed in autunno”.