Mirandola 1910-1918 – Il nuovo edificio della Scuola Elementare
Nel 1905 nasce a Mirandola l’esigenza di un nuovo edificio per la scuola elementare, che viene progettato dall’ingegner Vischi il quale scrive: “nella relazione che accompagnava il progetto, dicevo d’essermi studiato di dare un edificio che soddisfacesse alle moderne esigenze della pedagogia e dell’igiene, evitando ogni artificiosità e quindi abolendo completamente il lusso inutile e non compatibile colle esigenze dei limitati Bilanci Comunali. I benevoli giudizi dati sulla riuscita della costruzione mi fanno convinto di essere riuscito colla modesta opera mia nell’intento prefissomi. ”
La scuola è costruita in Via Circonvallazione su un terreno nel quale c’è un avvallamento che circondava un tempo le mura di Mirandola.
Nella relazione in accompagnamento della domanda dell’On. Amministrazione Comunale diretta ad ottenere un sussidio dal governo, il progettista afferma che la scuola “È ad U, col braccio maggiore che si sviluppa da Est a Ovest ed i due bracci minori ad aste normali che si sviluppano da Sud a Nord. Lo spazio limitato dei tre bracci è chiuso da una cancellata in ferro con basamento in muratura ed è sistemato a giardino. Dalla parte Sud si sviluppano i cortili di ricreazione. “Aggiunge che nell’edificio “tutti gli spigoli sono arrotondati e … i pavimenti sono in asfalto artificiale. I corridoi, che servono anche da spogliatoi, hanno una larghezza di M. 3. Al riscaldamento di tutto l’edificio si è provveduto con un impianto a vapore a bassa pressione. Coll’impianto è garantita una temperatura di 15° nelle aule … Si ha poi nelle aule la ventilazione col rinnovo dell’aria una volta l’ora. Le latrine sono collocate agli angoli dei tre bracci in modo da riuscire comode per tutte le aule. Quelle per gli alunni sono in batterie con scariche d’acqua automatiche a periodi fissi, derivando l’acqua da un ampio serbatoio collocato nel sottotetto della parte centrale del fabbricato, alimentato da una pompa messa in moto da apposito motore a Gaz.
Pei maestri si hanno latrine inglesi. Nella sezione maschi si hanno pure orinatoi con scarico d’acqua automatici. In progetto il piano terreno si trovava a C. tri 90 dal suolo stradale, e soltanto la parte centrale era cantinata, perché si pensava di poter utilizzare per la refezione e ricreazione ambienti del vecchio fabbricato Scolastico. All’inizio dei lavori constatato la necessità di adibire ad altro uso detti locali, proposi di sopraelevare il 1 ° piano di metri 3 dal suolo per ottenere i refettori e ricreatori, con la costruzione di gradinate esterne per vincere detta altezza. La proposta fu accettata favorevolmente dall’Autorità Comunale”.
Il primo stralcio viene inaugurato il 25 settembre del 1910 alla presenza di S.E. il ministro della Pubblica Istruzione Luigi Credaro, come riporta con enfasi “Al Barnardon” del 1911.
Il costo dell’inaugurazione è di ben 770 lire. Per provvedere al pagamento si attinge al fondo di riserva perché la spesa è eccedente rispetto alla cifra stanziata (Lire 600).
La scuola viene terminata nel 1918. Costa complessivamente 250.000,00 lire rispetto alle 180.000,00 lire preventivate. Essendo l’area coperta di Mq. 1600 si ha una spesa per Mq di L. 156 e per Me. d’ambiente di L. 12,50.
Gli ingressi erano sette (tre nella parte centrale, due laterali e due sul retro) con scale esterne a due rampe che portavano direttamente al primo piano; i portoni erano di legno, sormontati da un arco che riprendeva il motivo delle case padronali mirandolesi; all’interno era presente un sotterraneo. Le aule, che erano ubicate nel primo e nel secondo piano, a cui si accedeva tramite scale interne, erano molto più ampie di adesso (ospitavano anche 50/60 bambini) e avevano pavimenti di ghiaia e calce. I banchi, diversi da quelli attuali, erano in legno, a coppia.
Molti bambini che frequentavano la scuola erano poveri ed era pertanto necessario dare loro la refezione.
Per questo nel sotterraneo furono costruiti due refettori, divisi e distinti per i maschi e per le femmine, nei medesimi luoghi in cui si trovano anche attualmente. In essi erano collocati lunghi tavoloni con panche. Le stoviglie erano in alluminio. Dove ora c’è l’atrio centrale era stata installata una grande cucina con una imponente stufa a legna in cui venivano cucinati, in enormi pentoloni, i pasti. Al centro della stufa si trovava una piccola gru che serviva per sollevare i pentoloni troppo pesanti per le braccia delle cuoche.
Al piano terra c’erano anche due saloni per la ricreazione, le caldaie per rimpianto del riscaldamento a vapore a bassa pressione ed altri locali secondari. Nelle stanze ubicate nella parte centrale del 2° piano abitava il custode della scuola.
Con la legge Daneo-Credaro del 1911 si attua la scelta centralistica, avocando allo Stato le scuole dei comuni non capoluogo per garantire l’istruzione elementare anche nelle realtà sociali molto degradate. Viene posto a carico dello Stato il pagamento degli stipendi dei maestri elementari, così da poter disciplinare l’obbligo in modo più vigoroso, sollevando i comuni da tale onere. Vengono istituiti gli Uffici Scolastici Provinciali, alle dipendenze del Provveditore, e i Circoli di Direzione Didattica, con a capo un Direttore, nominato per concorso e chiamato vice-ispettore. Per la “Scuola Normale per insegnanti” si progetta un corso di studi quinquennali, come preparazione di base, più un biennio di tirocinio (tale riforma non trovò attuazione a causa della guerra). I patronati scolastici diventano obbligatori.
È istituito il diario personale degli alunni e quello di classe (l’attuale registro), affinché ogni singolo docente possa segnare il contenuto delle lezioni e gli esercizi per gli alunni.
Le materie di insegnamento sono, nelle classi prime: condotta, scrittura sotto dettatura, calligrafia, aritmetica, sistema metrico, geometria, educazione fisica, lettura, educazione morale, istruzione civile, scienze fisiche, scienze naturali, igiene, economia domestica.
Nelle classi seconde si aggiungono: componimento, lavori donneschi (nelle sezioni femminili), spiegazioni e riassunto, grammatica (prevalentemente nelle sezioni maschili). Nelle classi terze e quarte si aggiungono: disegno, grammatica anche per le femmine), storia, geografia. Nelle classi quinte e seste si aggiunge computisteria. Alcune discipline non sono obbligatorie per tutti e variano a seconda dei corsi (per esempio Scienze, Grammatica).
Tratto da: C’era una volta la nostra scuola……
Edizioni “Al Barnardon”
Anno: 2011