Luca Carpigiani – ” Ed è ancora Liceo”
Luca Carpigiani
(Maturità 1981)
“ED E’ ANCORA LICEO”
Fra tanti motivi seri che ci sono per apprezzare il Pico, io vorrei proporne alcuni di poco seri. Primo: il giardino. Siamo sinceri ce lo hanno invidiato tutte le altre scuole: il nostro giardino con il pozzo e il portico tutto attorno. D’inverno, alla prima nevicata tutti giù in giardino a fare palle di neve. A primavera, durante la ricreazione le aule si spopolano, son tutti lì: chi, sdraiato sull’erba, sta a godersi il primo sole, chi passeggia sotto il portico sparlando di qualche professore, chi si fuma l’immancabile sigaretta seduto sul pozzo. E non c’è foto di classe dove sullo sfondo non appaia lui, il vecchio pozzo, simbolo del Pico, cimitero glorioso dei diari di classe. Il pozzo è la tradizione, le generazioni cambiano, alcuni vanno, altri vengono, lui resta.
Secondo: la Iole. La Iole è il Pico. Non so se ci fosse già ai tempi di mio padre, comunque generazioni di mirandolesi si sono nutrite dei suoi panini. Tant’è che è stato anche coniato il verbo “iolomai”: “vendere panini a scuola”. Il comune dovrebbe fare costruire una statua in suo onore da mettere nell’ingresso; se l’è meritata.
Terzo: le massime. Citare una bella massima in latino fa sempre piacere. Se la sai dire al momento giusto e soprattutto con nonchalance ci fai un figurone. Ad esempio se uno ti si rivolge dicendo: “Di questi tempi non ci si può più fidare di nessuno”, tu puoi commentare indifferentemente con un: “Eh, si sa, homo homini lupus!”, oppure con un “Mala tempora currunt!”. Se poi la vuoi buttare un po’ sul drammatico, puoi uscire con un: “O tempora! O mores!”. L’effetto è assicurato anche se l’interlocutore non capisce un acca di latino. Le cose più buffe accadono quando la citazione la fai in presenza di un ex-liceale. Ad esempio ti scappa detto: “Vita longa est, si uti scias!” e l’altro risponde: “Ma come fai a ricordarti ancora Tucidide?” allora tu: “Guarda che Tucidide era greco”, e l’altro: “Ah, è vero! L’avevo confuso con Sofocle!”.
Queste cose succedono perchè poi uno ricorda solo i giochi di parole invece delle sentenze. L’interlocutore di prima probabilmente aveva in testa “Ti Sofocle e poi Tucidide”, altri si ricordano quella dei tre tragici: “Eschilo, Eschilo, che qui si Sofocle ma le scale son troppo Euripide”. A volte, invece, si vuol citare una sentenza per dar sfoggio di cultura e non ci si ricorda più bene le desinenze, così saltano fuori degli aborti del tipo: “De gustibus non est disputazellam”.
E infine possiamo dirlo forte: Il Pico è sciccoso.
Tratto da: Sessant’anni di vita del Liceo-Ginnasio “Giovanni Pico” – Mirandola 1923-1983