Le nostre Frazioni – Santa Giustina, Tramuschio, Fossa, Vallalta, Santa Caterina.
L'antica stazione ferroviaria di Tramuschio - Foto di Paolo Baraldi
Frazioni di Mirandola: Santa Giustina Vigona, Tramuschio.
Frazioni di Concordia: Fossa, Vallalta, Santa Caterina
Da Mirandola, proseguendo verso nord ,dopo 2 chilometri si giunge alla frazione di Santa Giustina Vigona, poco oltre il villaggio artigianoindustriale sorto intorno al 1966.
Antica sede di un convento di frati Agostiniani, che nell’inverno del 1511 ospitò Papa Giulio II della Rovere impegnato nel notissimo assedio di Mirandola, la frazione di Santa Giustina è oggi praticamente l’estrema periferia di Mirandola.
Unico monumento di qualche rilievo è la chiesa parrocchiale, dedicata appunto a Santa Giustina. L’attuale tempio, eretto intorno al 1840, sorge sull’area occupata in precedenza da un’antica chiesa costruita da Giovan Francesco II Pico
Proseguendo verso Verona, sulla statale n.12 dell’Abetone-Brennero, si incontra Tramuschio. Situata esattamente sulla linea di confine posta tra Emilia-Romagna e Lombardia, la località di Tramuschio è stata da sempre luogo di frontiera, anticamente tra il Ducato della Mirandola e quello di Mantova e poi tra il Regno d’Italia e il Regno Lombardo-Veneto fino al 1866.
Oggi Tramuschio potrebbe diventare luogo di interesse pubblico per il passaggio delle vecchia linea ferroviaria, ormai dismessa, Bologna Verona. Il progetto è un collegamento ciclopedonale sull’ex rilevato ferroviario della lunghezza complessiva di circa 37 km. Il collegamento è inserito nel sistema delle 15 ciclovie nazionali Bicitalia e in particolare va a costituire una parte del tracciato della cosiddetta Ciclopista del Sole Bologna-Verona-Brennero, principale itinerario ciclopedonale di collegamento nazionale. Interessante leggere l’articolo di Paolo Baraldi su tale argomento.
Ed ora ci inoltriamo nelle frazioni di Concordia.
Dopo circa tre chilometri si arriva a Fossa, importante frazione del Comune di Concordia.
Il nome di Fossa deriva, forse, da avvallamento o canale, comunque è chiaro il riferimento ad un corso d’acqua. Quasi certamente il primo nucleo abitato era localizzato in prossimità di una selva, probabilmente detta poi il “bosco monastico”. Nel secolo XIV Fossa diviene proprietà dei Pico della Mirandola, di cui seguirà sempre le sorti. Principale monumento del paese è la chiesa parrocchiale, sorta sui resti di un tempio precedente intorno al 1650, per volontà di Don Giacomo Barbieri e con il contributo (5.000 scudi d’oro) del Duca Alessandro II Pico. La facciata, in stile neoclassico, risale al 1871. L’interno contiene dipinti di discreto valore, un bel pulpito e varie statue.
Di particolare rilievo, sempre all’interno della chiesa, è il santuario di S. Massimo, luogo di pietà dei fossesi.
Il santuario conserva il corpo incorrotto di San Massimo e altre reliquie e fu costruito nel 1 768. Il corpo di San Massimo, estratto dalle catacombe di Priscilla a Roma, fu fatto pervenire a Fossa per interessamento del parroco Don Onofrio Venturini e del cardinale Luca Melchiorre Tempi. La traslazione avvenne nel 1762.
Lasciata Fossa, ci si avvia verso Concordia. Da non trascurare alcune belle case antiche, alcune del 600 e 700 e, in prossimità del bivio per Vallalta, la cappelletta della Beata Vergine delle Grazie, risalente al 1567, ma parzialmente rifatta nel 1810.
Svoltando a destra, dopo un paio di chilometri, si arriva a Vallalta, un’altra frazione del comune di Concordia, terra di confine da sempre, prima fra Pico e Gonzaga, poi fra Ducato di Modena e Regno Lombardo- Veneto, oggi fra Emilia e Lombardia.
Il nome di Vallalta deriva da “vallis alta”, cioè valle profonda.
Infatti il territorio di Vallalta è il punto più basso del Concordiese, toccando i 16 metri a Vallalta e i 14 metri in località Cò de Belli. La parrocchia di Vallalta esiste dal 1630, ma certamente la comunità ha origine più antiche, intorno al 1400. La chiesa dedicata a Santa Maria Bianca (o Santa Maria Bambina) risale al ‘600 ma in precedenza il popolo di Vallalta poteva disporre di una piccola cappella.
L’edificio, più volte rifatto e rimaneggiato, è a tre navate, in stile dorico-romanico. La facciata è stata rifatta di recente. All’interno da notare l’ancona dell’altare del Crocefisso, splendida opera lignea del Settecento, alcuni buoni paliotti in scagliola, di probabile scuola carpigiana, e una Madonna Assunta del ‘700.
Nei pressi di Vallalta, non distante dal confine con la provincia di Mantova, sorge un bellissimo edificio del ‘700, noto con il nome Tagliavacca. Si tratta dell’ex villa dei Conti Tagliavacca, per molti decenni residenza estiva di questa famiglia, poi dei parroci di Concordia. All’interno, disgraziatamente rimaneggiato, una stupenda scala padronale, che nobilita l’edificio.
Da Vallalta l’itinerario prosegue verso un’altra frazione del comune di Concordia cioè verso Santa Caterina.
Santa Caterina (altitudine 20 metri sul livello del mare) è un antico borgo vicino all’argine destro del Secchia.
Praticamente la borgata è sorta accanto ad un antico convento di frati agostiniani, tanto che si sostiene che l’attuale chiesa venne eretta nel 1520, assieme al monastero. Ma pare che il vecchio nucleo di Santa Caterina sorgesse dall’altra parte del fiume, cioè sulla riva sinistra, verso la Corbella di Santo Stefano. Il convento degli Agostiniani fu soppresso da Ercole III, Duca di Modena, nel 1768.
La chiesa risale, come si è detto, al 1520; fu praticamente ristrutturata nel 1885. Di grande interesse il soffitto a cassettoni, di pregevole fattura, e un crocefisso di legno del primo ‘600 al quale il popolo attribuisce virtù miracolose. Elegante il campanile, dalla punta acuminata, distrutta in parte dalla tromba d’aria dell’ 11 agosto 1981.
Nella frazione di Santa Caterina si possono ammirare alcune belle costruzioni antiche, fra cui la Villa Margonara, risalente al ‘500.
Da Santa Caterina, seguendo verso sud l’argine del fiume Secchia si giunge a Concordia sulla Secchia.
Giuseppe Morselli
Guida storica e turistica della Bassa Modenese
A cura di Giuseppe Morselli
Anno 1982