Lavori di un tempo – La legna

Lavori di un tempo – La legna

21 Aprile 2018 0

In autunno bisognava rinnovare gli alberi malandati e sostituirli con quelli più giovani. Si preparavano gli attrezzi: al picón, la manèra, al badil, la vanga.

Si scavava attorno all’albero da abbattere mettendo a nudo le radici che con la mannaia si tagliavano il più possibile vicino al tronco raccogliendo i pezzetti di legno, i stlìn che una volta essiccati andavano bene da bruciare nella stufa.

Si scavava e si tagliava fino a quando l’albero cedeva: si staccavano le ultime radici facendolo dondolare e si abbatteva con un gran fragore.

Cun al falsón si tagliavano i rami, frascón, all’altezza della gavasa, la biforcazione. Venivano puliti dalle frasche per farne fascine che venivano accatastate le une sulle altre vicino a casa costruendo al fasinèr: non si buttava via niente, l’inverno era lungo.

I pali ricavati sani e diritti, finivano nella palera e una volta appuntiti, tagliati alla giusta lunghezza, servivano in primavera per reggere la vite tirata a treccia.

Si faceva una cernita dei tronchi abbattuti: quelli sani e lunghi si mettevano da parte per farne assi, quelli mal formati o cavi venivano spaccati. Per spaccarli si adoperavano i cùnei, li biéti e con la masa ad legn,a sach piciava in testa: pian piano i cunei penetravano nel tronco che crepava in profondità per poi aprirsi su tutta la lunghezza in due parti: si ricavavano li stèli. Queste venivano messe sulla cavaléta per essere tagliate a giusta misura per essere bruciate nella stufa.

“Pan vin e legna làsa che i vegna”, si diceva una volta perchè qualcosa poteva mancare. Infatti, d’inverno, quando arrivava la galaverna si vedeva gente aggirarsi lungo i filari con la carriola: andava a sgarbatèi cioè staccavano con il mazzuolo o con il seghetto le parti secche degli alberi, i broch. Nessuno diceva niente: erano persone bisognose. Quando finivano di pulire i frascón, rimanevano sempre dei ramoscelli per terra, i brusculìn. Donne e bambini andavano a raccoglierli, i andava a brusculàr, facevano piccole fascine che servivano per accendere il fuoco nella stufa.

Dopo l’aratura dei medicai, anche le radici dell’erba Spagna andavano bene perchè una volta essiccate bruciavano e facevano un bel calore.

Tratto da : Giochi, lavori, ricordi di un tempo – Autore Ado Lazzarini – € 10,00

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