La storia dal Trenen dal Cucc

La storia dal Trenen dal Cucc

2 Giugno 2016 0

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Scorrendo l’Indicatore Mirandolese trovo che sin dal lontano 1859 a Mirandola si cominciò a parlare di un progetto per la costruzione di una ferrovia economica fra Sassuolo-Modena e Mirandola, la quale avrebbe avuto il compito importantissimo di togliere alle genti di allora quell’iso­lamento nel quale si trovava. Ferrovia che avrebbe dato un fortissimo im­pulso all’agricoltura, all’industria, ed al commercio della bassa ed alta provincia modenese e che perciò a tale progetto sarebbero stati legati i più vitali interessi ed i futuri destini di prosperità.

Tali idee che sembravano ambiziose per quei tempi, indicavano così la sostituzione della vecchia diligenza a cavalli o”OMNIBUS” , come ve­niva chiamata allora, che dall’aprile 1848 trasportava giornalmente a Modena, a cura del vettore Sig. Alessandro Vincenzi, non più di 13 per­sone che avevano necessità varie nel capoluogo di provincia o anche nei Comuni attraversati dal percorso.

Inoltre si sarebbe avuto un bel risparmio di tempo in quanto l’Omni­bus per Modena impiegava nel tragitto ben 4 ore.

Finalmente dopo tanto parlare e consultazioni durate 3 lustri, nel 1874 gli ingegneri Maglietto e Mercier presentarono al Comune, sindaco di allora il Cav. Ing. Latino Lingeri e Segretario Panizzi Cav. Dott. Ni­candro, un progetto per la costruzione della su descritta ferrovia.

Studiato quindi il progetto stesso dai vari consiglieri, si propose quindi in consiglio comunale, di portare il sussidio od assegno annuo, de­liberato nella seduta del 21/5/1875 da L. 7.000, ritenute insufficienti dai progettisti a L. 10.000 per anni 35 a favore della Società Concessionaria della ferrovia Sassuolo-Modena-Mirandola e con la intesa che i punti fissi del percorso fossero Sassuolo-Modena-Solara-San Felice-Mirandola.

I lavori iniziano nel novembre del 1882.

Nel febbraio ’83 riprendono i lavori, sospesi nel gennaio, per i rigori della stagione e si rilevano, tanto nel tratto Sassuolo-Modena e Modena-Mirandola, la poca consistenza delle costruzioni muratorie per mancanza di adeguate fondazioni e per la qualità dei materiali impiegati, relative ai fabbricati della Stazione di Mirandola, delle casette pei cantonieri e dei manufatti sui condotti e fossi di scolo.

Era il 15 settembre 1883. Il simpatico trenino affettuosamente in seguìto chiamato dai miirandolesi”La Mariannina“, e da qualcun altro ironicamente, al “trenèn dal cucc“, partì da Modena alle ore 1,35 pome­ridiane, composto da una locomotiva a vapore di carbone, un vagone sa­lón e alcuni vagoni coupé di 1a classe.

A bordo il R° Prefetto della Provincia, il Sindaco di Modena, la De­putazione Provinciale, i rappresentanti della società costruttrice, il Con­siglio di Amministrazine della Società Anonima per l’esercizio, i commis­sari governativi sigg. Cav. Ing. Pizzini e Ing. Lanfranco, nonché i rappre­sentanti della stampa modenese.

Giornata pessima; vento e pioggia quasi continua accompagnarono il convoglio sia nell’andata che nel ritorno.

Ad ogni stazione di fermate il treno venne accolto dai sindaci di Bomporto, Bastiglia, Cavezzo, Medolla, oltre che dalle bande di Nonantola, Cavezzo e Mirandola, che intonarono la marcia reale e inni patriottici. Fiori, sempreverdi e bandiere adornarono le stazioni e una gran folla nella nostra stazione — ubicata lungo il Viale della Libertà dove ora c’è la Centrale del Latte. Il trenino vi giunse acclamato e al suono delle ban­de che intonarono inni patriotici, alle ore tre e trenta del pomeriggio.

A riceverlo il R° Sottoprefetto del Circondario, il Sindaco e la Giun­ta municipale, nonché una folla enorme.

Il buffet, messo a disposizione dalla Società costruttrice, agli invitati e non, viene addirittura saccheggiato. Così pure i mazzolini dei fiori vengono portati in giro, mentre la banda diretta dal bravo maestro comunale Gemme, esegue sinfonie e ballabili con molta bravura.

La pioggia è incessante e le autorità salgono nelle carrozze loro ap­prestate e si dirigono al Palazzo municipale.

Quivi ha luogo un secondo rinfresco, poi di nuovo in stazione a salu­tare il treno che dopo il viaggio inaugurale riparte per Modena alle 4,20 pomeridiane, sempre salutato dalla gran folla e al suono degli inni.

Il giorno dopo, 16 settembre ’83 la nostra ferrovia veniva aperta al pubblico. Durante il percorso Modena-Mirandola, a causa di uno scam­bio imperfetto, la macchina del primo treno passeggeri, all’entrare nella stazione di Staggia usciva dalle rotaie e con essa i due vagoni che la segui­vano immediatamente.

Fortunatamente, data la lentezza del convoglio, non si verificò alcun incidente nè sul personale, nè sui viaggiatori.

Sgombrata in poche ore la linea e richiesta a Modena una macchina di riserva, il treno potè riprendere la marcia per Mirandola.

Costo del biglietto Mirandola-Modena: solo andata la classe L. 2,10; 2a classe L. 1,40. Andata e ritorno la classe L. 3,40; 2aclasse L. 2,30. Ragazzi fino ai 3 anni gratuito, oltre e fino ai 7 anni, metà prezzo.

 * * *

 Si trattò quindi di un bel risparmio di tempo, poco più di un’ora, al posto delle 4 impiegate dall’OMNIBUS, anche se al lunedì, giorno di mercato a Modena, non si partiva se il capostazione, che conosceva tutti i clienti abituali di tal giorno, non si fosse accertato della presenza dell’Avv. Zani… In caso di ritardo di quest’ultimo, veniva inviato un ad­detto alla stazione, alla sua abitazione, in Via Fenice, per sollecitarlo che il treno… stava già sbuffando!!!

Bei tempi!

La “Mariannina” servì gloriosamente anche al trasporto dei nostri soldati feriti nella prima guerra mondiale, che avevano necessità di cure presso l’Ospedale Militare di Modena.

Fu mandato in pensione, dopo tanti lunghi anni di servizio, nel 1932, sostituito dai treni elettrificati della SEFTA (Società Emiliana Fer­rovie Tramvie Automobili), con sede nella Stazione, ove tuttora vi è quel­la delle Autocorriere, in Via Circonvallazione Nord.

Questa nuova ferrovia fu inaugurata dal Ministro Costanzo Ciano.

Più comode, più confortevoli, più veloci sicuramente, queste nuove carrozze, prive del fumo del locomotore a carbone, impiegavano tuttavia circa la stessa ora per giungere a Modena, causa le numerose, necessarie fermate intermedie e scambio a Cavezzo-Villafranca.

Cessarono anch’esse tale servizio col loro capostazione Sig. Magni, nell’ormai lontano 1965, in quanto tale servizio risultò troppo oneroso per detta Società.

A titolo di curiosità: a volte ci si accertava della presenza del Sig. Umberto Anderlini, corriere giornaliero per Modena, per il disbrigo delle pratiche varie di tanti mirandolesi, prima che il capostazione decidesse di alzare il dischetto rosso del segnale di partenza…

Ancora oggi, guarda caso, nell’era dei satelliti e veicoli spaziali, per andare a Modena, con i moderni autobus dell’A.T.C.M. si impiega circa quell’ora che occorreva alla sbuffante, vecchia “Mariannina” di un seco­lo fa: al “trenèn dal cucc“!

DELIO BELLODI

Tratto dall’opuscolo “LA SGAMBADA” 5^ edizione – anno 1985 – Il disegno è firmato Koki Fregni – la foto mostra  “La Mariannina”