Il proiettile che, per poco, non colpì Papa Giulio II a Mirandola.
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Il “proiettile che per poco non colpì il Papa a Mirandola”
È la palla di ferro sparata dall’artiglieria mirandolese che mise in pericolo la vita di Papa Giulio II durante l’assedio della Mirandola.
Il fatto avvenne il 17 Gennaio 1511. La “bomba” colpì la canonica della chiesa di S. Giustina, nella quale si era sistemato alla meglio il Pontefice, a meno di un miglio di distanza dalla fortezza, verso nord; sfondò il tetto e cadde nella stanza attigua a quella del Papa, ferendo due suoi uomini, uno dei quali mortalmente. Poco dopo la fine delle ostilità il Pontefice volle che il proiettile fosse trasferito, a ricordo del fatto e in segno di ringraziamento per lo scampato pericolo, al santuario della B. Vergine di Loreto e collocato nella Santa Casa (11 Giugno 1511), dove, come si sa, ancora si trova. È appeso in alto, alla parete interna orientale del presbiterio.
Il Papa era arrivato al Campo della Mirandola dopo un viaggio difficile e pericoloso, svoltosi sotto bufere di neve e dopo essere sfuggito per caso, o ancora una volta si può dire per miracolo, ad un agguato (l’episodio è tutto da verificare storicamente ma è da più parti narrato) tesogli sulla strada tra S. Felice e Mirandola da un “commando” francese guidato dal famoso cavaliere Pierre de Terrail, Signore di Bajardo, il leggendario cavaliere “senza macchia e senza paura”. Il Papa, che aveva dormito nella Rocca di S. Felice, sfuggì alla cattura perché non si era messo in cammino come aveva deciso con parte del suo seguito, a causa della gran neve caduta durante la notte.
Vilmo Cappi
Tratto da: Stampe e Didegni della Mirandola
Autore: Vilmo Cappi
A cura della Cassa di Risparmio di Mirandola
Anno: 2005