I Santi de Al Barnardon dal 18 al 24 Dicembre
18 dicembre
S.Quinto fa parte di un gruppo di 36 martiri che il ‘Martirologio Geronimiano’ elenca al 18 dicembre, classificandoli genericamente “in Africa”. Oltre i nomi non vi sono indicazioni sufficienti a capire se sono morti tutti insieme, in un determinato luogo, e se sono tutti africani. Il solo Quinto può identificarsi con il martire citato nella Lettera 71 di s. Cipriano, ucciso sotto Decio o Valeriano (251 o 253 ca.). In definitiva si può trattare di un gruppo di martiri di diverse epoche e di diverse regioni, accomunati nella celebrazione nello stesso giorno. I loro nomi sono: Quinto, Simplicio, Pompinio, Paolo, Aritife, Cresto, Degno, Datulo, Feliciano, Mosé, Rogaziano, Martirio, Orato, Evasio, Vittoria, Privato, Tinno, Salvatore, Sito, Teturo, Vittorico, Celiano, Settimino, Rustico, Bassa, Lucania, Onorato, Saturnino, Ceciliana, Namfamone, Felice, Vincenzo, Aresto, Museo, Siddino, Adiutore. È da ammirare il fatto che in tanta bufera persecutoria dei primi secoli del cristianesimo, si siano potuti raccogliere e tramandare almeno i nomi di questi sconosciuti cristiani, martirizzati in odio alla nuova religione.
19 dicembre
Dario, Zosimo, Paolo e Secondo sono commemorati nel Martirologio Romano il 19 dicembre. Questi nomi provengono dal Geronimiano, dove, però, come notano i Bollandisti nel Commento ‘non parum complicati sunt’, e dove al posto di Dario si legge Daria, nome della martire venerata a Roma il 25 ottobre insieme con lo sposo Crisanto. Gli altri tre sono del tutto ignoti. Talvolta il martirio di Paolo o Paolillo e di Secondo è collocato a Nicomedia.
20 dicembre
Tutto ciò che si sa di S. Tolomeo è che fece parte di un gruppo di 5 martiri. Il vescovo Dionigi d’Alessandria durante la persecuzione di Decio scrisse una lettera al vescovo d’Antiochia, Fabio, per narrargli le tremende prove cui erano sottoposti i cristiani. La lettera è stata inserita da Eusebio nella sua Historia Ecclesiastica e da essa sappiamo che i cinque cristiani erano soldati di servizio al tribunale di Alessandria. Un correligionario, sotto la tortura, stava per abiurare, ma i soldati in ogni maniera lo incoraggiarono a resistere finché gli astanti se ne accorsero e incominciarono ad insultarli, ma i cristiani si fecero avanti, professando la loro fede e furono immediatamente messi a morte. Questo avvenne nel 249 o 250.
21 dicembre
Glicerio avrebbe tenuto testa all’imperatore Massimiano assicurandolo dell’imperturbabile coraggio dei cristiani malgrado le minacce. Ciò sarebbe stato sufficiente perché egli fosse flagellato con nerbi di bue e condannato alla decapitazione. Ma poiché la passio citata è piuttosto sospetta dal punto di vista storico, è difficile accettare senza discriminazioni ogni particolare del racconto.
22 dicembre
San Flaviano, martire al tempo di Giuliano l’Apostata, fu marito di Santa Dafrosa e padre delle sante Bibiana e Demetria. Mai inserito in alcun martirologio, il suo culto è però particolarmente vivo presso la cittadina laziale di Montefiascone.
23 dicembre
Servolo era un paralitico povero di mezzi, che dimorava sotto i portici della strada che conduceva all’antica Basilica di S. Clemente a Roma. Era diventato paralitico sin da bambino e la devastante malattia l’accompagnò per tutta la sua vita, condizionandolo in tutte le attività. Ad aiutarlo c’erano la madre ed un fratello; tutto quel poco che riceveva dalle elemosine lo distribuiva ai poveri, proprio tramite i due familiari. Se era colpito e immobilizzato nel corpo, era sveglio con la mente e con la volontà; non sapeva leggere né scrivere, nonostante ciò aveva comperato dei codici della Sacra Scrittura e quando dei sacerdoti si soffermavano da lui, li pregava di leggerglieli; nutrito così dalle parole ispirate della Sacra Scrittura, Servolo trovava conforto nelle sue estreme sofferenze e veniva spronato ad innalzare giorno e notte, le lodi a Dio, padre di tutte le creature anche le più provate. Diventò quasi una tappa obbligatoria per i pellegrini ed i fedeli che si recavano alla vicina Basilica di San Clemente e si soffermavano presso di lui, che se da un lato riceveva una elemosina, che come detto finiva ad altri poveri, dall’altro ricambiava con parole di conforto, di consiglio, di esortazione, nel percorrere sulla scia di Gesù, Via, Verità e Vita, la loro esistenza. Quando ancora giovane sentì approssimarsi la morte, volle che i pellegrini presenti si alzassero e cantassero i salmi nell’attesa, accompagnati dal canto flebile di lui, che ad un tratto tacque facendo segno anche agli altri di smettere e in un soffio disse: “Tacete, non udite forse le laudi che cantano in cielo?” poi dolcemente spirò; era il 23 dicembre del 590.
24 dicembre
4^ domenica d’avvento. L’Avvento. Questo è il periodo dell’anno che prepara il Santo Natale, come la Quaresima prepara alla Santa Pasqua. L’etimologia della parola deriva dal latino adventus, “venuta”, parola che sancisce la discesa al mondo del Salvatore. I credenti vivono questo periodo liturgico nella gioia e la speranza, come vivono la Pasqua nella certezza della salvezza.